“Un pezzo di città, un capitolo della storia perugina, tornano ad essere vita quotidiana, parte di una storia antica e di una possibile nuova storia futura”. L’assessore regionale alle politiche abitative Stefano Vinti invita tutta la cittadinanza a partecipare all’inaugurazione della restaurata e riaperta Torre degli Sciri che verrà restituita alla città di Perugia insieme a dodici appartamenti realizzati nell’ex convento, che avrà luogo domani pomeriggio, mercoledì 28 gennaio, alle ore 15. La riapertura sarà festeggiata anche con la possibilità di varcare le soglie dei molti monumenti presenti in una zona della città di assoluto pregio. Si potrà visitare l’Oratorio di San Francesco dei Nobili, al cui interno si trova un’opera di immenso valore come il Gonfalone di Pietro di Galeotto (1480) con la Flagellazione. Saranno inoltre visitabili: la chiesa di San Luca di proprietà del Sovrano Ordine Cavalieri di Malta ed il Palazzo degli Oddi, Marini Clarelli.
“Alta e bianca come un faro che spicca sul mare di tetti rosso mattone, guardando a ovest, – afferma l’assessore Vinti – la Torre degli Sciri la si incontra intatta percorrendo l’antica via Torrenam che uscendo dalla porta Trasimena si dirige verso il “Lago di Perugia”. E’ l’odierna via dei Priori, una delle cinque vie regali, la via sacra per eccellenza. Segnata da numerosi edifici religiosi, ciascuno con il suo stile, ciascuno con la sua storia. Alcuni subito a ridosso dell’isola degli Sciri: Santa Teresa degli Scalzi, l’Oratorio della Confraternita dei disciplinati di san Francesco, la Madonna della Luce, la chiesa dei Cavalieri di Malta, e via così di seguito come un lungo rosario fino alla enorme mole di San Francesco al Prato. La torre colpisce perché sola. Non addossata ad altri edifici, non scapitozzata, non inglobata. Unico esempio in una città che di torri ne aveva molte, almeno 46. E di queste numerose ancora in piedi ma ben confuse nell’edilizia successiva. Lungo la via dei Priori se ne contano cinque”.
Il nome della Torre viene dalla famiglia che ne fu proprietaria dalla fine del XVI, aveva fatto parte in origine delle case degli Oddi, come il vicino Palazzo omonimo, oggi Marini-Clarelli. L’antica famiglia degli Sciri, annoverata tra i casati gentilizi, vanta alcuni eminenti personaggi, tra cui Sciro, autore delle “Memorie di Perugia dall’anno 1520 all’anno 1544”. Le torri avevano i nomi, presi in prestito da una delle famiglie proprietarie, ma a volte avevano anche i soprannomi. Costruite a difesa delle isole nobiliari, diventano col passare del tempo uno status symbol, marcano la differenza di classe, stavano a significare presenze “importanti”. La maggior parte infatti si trovava in “terra vecchia”, in gran parte perite sotto i colpi delle aspre contese con il dominio della Chiesa sulla città, come nel caso delle torri dei Baglioni. Le altre, perdendo importanza e funzione, perdono a poco a poco anche la svettante forma, perdono l’individualità, entrano a far parte di altri edifici. La Torre degli Sciri è un caso raro, un destino isolato. L’unica a sopravvivere integra al tempo.
E’ stata anche chiamata Torre degli Scalzi, dall’ordine dei Carmelitani Scalzi della vicina chiesa di Santa Teresa, e ancora, Torre delle Becchette. Quest’ultimo nome deriva dal modo in cui venivano chiamate le ragazze dell’istituto che Suor Lucia Tartaglini da Cortona fondò nel 1680. Suor Lucia mise insieme diversi edifici, la casa ricevuta in dono da Caterina della Penna Oddi, che ne entrò in possesso una volta estinta la famiglia degli Sciri, un edificio contiguo acquistato dalla compagnia del Santo Anello ed il monastero delle Bartolelle. La Torre risulta parte integrante del Conservatorio, che però non ne intacca la forma.