Luca Biribanti
Nihil sub sole novum, la trasferta della delegazione politica ternana a Strasburgo per il “Piano Acciaio” non ha prodotto risultati concreti. Giorgio Finocchio, presidente del consiglio comunale, i consiglieri Giocondo Talamonti, Giuseppe Boccolini, Valerio Tabarrini, Giorgio Aquilini, Riccardo Giubilei e David Tallarico si sono uniti al sindaco, Leopoldo Di Girolamo, all’assessore regionale Vincenzo Riommi, ai consiglieri regionali Nevi, Stufara e De Sio, al vicepresidente della Provincia di Terni Piacenti D’Ubaldi ed ai rappresentanti di alcune organizzazioni sindacali per fare fronte compatto. Dopo il primo incontro di Damiano Stufara con una delegazione di europarlamentari di Sinistra Europea, che hanno appreso così le criticità del polo siderurgico ternano, la parola è passata ad Antonio Tajani, vicepresidente della Commissione Europea: “Il piano acciaio – ha detto Tajani – si fonda su sei punti essenziali: 1) miglioramento quadro normativo 2) rilancio della domanda 3) migliore accessibilità a materie prime e mercati 4) politiche mirate su energia e clima 5) innovazione 6) difesa dell'occupazione”.
Dopo aver illustrato cosa la intenda fare l'Europa per ognuno di questi punti, Tajani ha tagliato corto su Terni: “Ora non c'è tempo per parlare di Ast. Dopo ci sarà un dibattito per questo”.
In effetti qualche minuto fa, il sindaco di Terni, era a colloquio con Joaquin Almunia, vice presidente della Commissione Antitrust. Il primo cittadino ternano a muso duro ha chiesto ad Almunia che la compravendita della TK-Ast si definisca entro giungo, in caso contrario che la Commissione Europea si sostituisca ad Outokumpu nella gestione della transazione.
Anche l'onorevole Adriana Galgano, eletta in Umbria con la lista Monti, senza mezzi termini ha incalzato Almunia: “Soluzione entro 30 giorni o faremo rivalsa per danni”.
Il vice presidente Almunia ha risposto senza farsi troppo spaventare, ribadendo in sostanza quanto da mesi i ternani sanno: “voglio che Terni abbia un ruolo importante nella vicenda, lo dimostra il fatto che abbiamo impedito che i finlandesi spacchettassero l'industria. Purtroppo l'unica offerta vincolante – ha aggiunto Almunia – era molto negativa per Outokumpu, per questo abbiamo concesso una proroga, in cambio della quale Outokumpu dovrà garantire la salvaguardia finanziaria e aumento del capitale, appoggiare investimenti contenuti nel business plan, accesso alla rete commerciale Ast e tubificio a servizio di Ast. Se tra due mesi saremo ancora a questo punto vedremo di nominare un garante che gestisca la trnsazione”.
La sensazione è che i politici ternano tornino in città con le pive nel sacco e la consapevolezza che non c'è stata quella svolta che tanto era attesa. I poteri forti, quelli economici più che politici, tengono ancora in scacco le acciaierie di Terni che si preparano a vivere un giugno rovente, a partire dal prossimo 18 giungo, con lo sciopero generale regionale, a cui prenderanno parte anche il segretario nazionale Cgil Susanna Camusso e quelli confederali Pietro Cerrito per la Cisl e Guglielmo Loy per la Uil.
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Aggiornamento del 13/06 ore 12.15 – Riceviamo e pubblichiamo una nota di precisazione che ci è arrivata da Antoine Colombani, portavoce della Commissione Europea, riguardo le dichiarazioni di Joaquin Almunia sulla proroga concessa ad Outokumpu: “L'articolo non rispecchia ciò che ha detto Joaquín Almunia in questa riunione. In particolare non ha mai detto “Se tra due mesi saremo ancora a questo punto vedremo di nominare un garante che gestisca la transazione”. E' vero che, com'è stato annunciato il 7 giugno da Outokumpu è stata prorogata la scadenza per la compravendita dell'AST. Tuttavia per preservare l'integrità del processo di cessione la Commissione non ha reso pubblica questa scadenza”.