Il terremoto del 24 agosto in Centro Italia ha lasciato tracce evidenti tra alcuni immobili da decenni non oggetto di interventi di sistemazione. E tra questi c’è palazzo Favi, l’edificio che occupa l’area di piazza Torre dell’Olio compresa tra via Salara Vecchia e via Sant’Alò. Un immobile che risale al 1300 e per questo vincolato dalla Soprintendenza che a seguito di ben due sopralluoghi dai parte dei tecnici comunali è stato dichiarato parzialmente inagibile, con pericolo per la pubblica incolumità.
Area transennata per sicurezza – L’ordinanza è stata pubblicata nel pomeriggio di venerdì all’Albo pretorio del Comune di Spoleto. Contestualmente tecnici dell’ente e protezione civile hanno transennato l’area, evitando che eventuali crolli di materiale dai cornicioni possano ferire qualche passante. La decisione del Comune, però, è stata contestata dalle due proprietarie, che hanno incalzato verbalmente i tecnici sul posto ad effettuare un nuovo sopralluogo. E l’ordinanza firmata dal sindaco non è piaciuta nemmeno ad alcuni degli inquilini. Al piano terra, tra l’altro c’è un’attività commerciale ed i lavori che dovranno essere avviati nel giro di una settimana per forza di cose oscureranno le vetrine presenti. La sicurezza, però, viene prima di tutto. Anche perché, come ammesso ad alcuni presenti dalle stesse padrone dell’immobile, gli ultimi interventi di ristrutturazione sono stati effettuati negli anni ’70. E i segni del tempo sono evidenti, come le crepe sulla facciata dello stabile. Una situazione, insomma, preesistente, ma aggravata dopo il terremoto del 24 agosto. Ed è stata proprio una delle due signore, nei giorni scorsi, a chiedere un sopralluogo al centro operativo comunale viste alcune crepe comparse in alcuni appartamenti. Seguito da un secondo, richiesto sempre dalle proprietarie.
Lavori entro una settimana – Il primo sopralluogo, secondo quanto si legge nell’ordinanza di venerdì, è stato effettuato il 26 agosto, con la dichiarazione iniziale dell’inagibilità parziale degli appartamenti del secondo piano dell’immobile in questione, con ingresso da piazza Torre dell’Olio. E’ seguita un’altra richiesta di sopralluogo martedì 6 settembre, che ha aggravato il quadro. A seguito del quale infatti si osserva che “lo stabile è dell’anno 1300 vincolato dalla Soprintendenza” e che “il rischio di distacchi di grondaie, tegole, cornicioni, per il peggioramento di una situazione deteriorata esistente, il pericolo sulle strade sottostanti, è alto“. Per questo viene dichiarata l’inagibilità totale di un appartamento al secondo piano prospicente su via Salara Vecchia, abitato da un signore che ora risulta ospitato in un albergo del centro, e di un altro appartamento sempre allo stesso piano, nel lato nord-est, che risulta non abitato. Visto “lo stato di pericolo sulla pubblica via relativamente ai civici dal n° 8 al n°13 su piazza Torre dell’Olio e dal n° 1 al n°5 su via Salara Vecchia e porzione su via S. Alò“, è stata decisa “l’interdizione degli accessi a tutti i civici sopra citati” e viene ordinato alle proprietarie di mantenere la “transennatura disposta a protezione della pubblica via o alla sua sostituzione con altri dispositivi di sicurezza fino all’eliminazione del pericolo” e di effettuare i lavori per eliminare il pericolo sulle vie pubbliche sottostanti immediatamente, “entro 7 giorni dal ricevimento della presente avvertendo che qualora non dovessero ottemperare a quanto ordinato nei termini sopra indicati, si attiverà il Comune e le spese sostenute saranno poste a totale carico dei soggetti responsabili, dando nel contempo comunicazione all’Autorità giudiziaria e ad ogni altra competente autorità per l’accertamento di tutte le responsabilità“.
Si apre profonda voragine – Intanto proseguono da parte dei tecnici i sopralluoghi in tutto il territorio comunale. Qualche decina le ordinanze di inagibilità parziale o totale emesse finora. Diversi i casi che hanno interessato l’Alta Marroggia e la zona di San Brizio e dintorni. E a Sant’Angelo in Mercole è stata segnalata l’apertura di una voragine di 3 metri di diametro e profonda 10 metri “nella zona corrispondente all’area di accesso alle gallerie delle miniere, così come individuato nel contratto di di acquisto della proprietà“. Il sopralluogo effettuato venerdì ha evidenziato “la presenza di fessure da detensionamento intorno alla voragine, il cui diametro è attualmente superiore ai 3 metri, che fanno presagire un possibile allargamento della voragine per collasso delle pareti“. Nel documento, quindi, si ordina ai proprietari del terreno di provvedere con la massima sollecitudine ad eseguire gli interventi atti ad inibire l’accesso alla proprietà. Mentre l’altra ordinanza datata 9 settembre fa riferimento ad un fabbricato situato a San Giacomo, in corso Flaminio, di proprietà di 9 diverse persone, dichiarato totalmente inagibile.