Terni, spunta lettera 'segreta' Arpa a Di Girolamo su inquinamento Ast - Tuttoggi.info

Terni, spunta lettera ‘segreta’ Arpa a Di Girolamo su inquinamento Ast

Luca Biribanti

Terni, spunta lettera ‘segreta’ Arpa a Di Girolamo su inquinamento Ast

Italia Nostra contro sindaco e accordo Thyssen
Gio, 04/12/2014 - 12:51

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All’indomani dell’ipotesi di accordo, firmata al Mise di Roma, per il piano industriale Ast, Italia Nostra scova una missiva dell’Arpa indirizzata al sindaco di Terni, Leopoldo Di Girolamo, che conferma le criticità della discarica Thyssen. In particolare, per quanto riguarda i valori limite fissati per le emissioni si legge “è accertato che prescrizioni stabilite nell’autorizzazione non garantiscono il conseguimento degli obiettivi di qualità ambientale stabiliti dagli strumenti di pianificazione e programmazione di settore”.

In seguito alla visita ispettiva dell’Arpa, tra il 2013 e il 2014 (quella al vaglio della Procura), dopo gli esami delle emissioni in atmosfera si era chiesto all’azienda una “verifica approfondita delle caratteristiche geometriche dei camini rispetto al quadro delle emissioni riportato nell’AIA, e la rettifica delle incongruenze riscontrate”. E ancora: “Le procedure per la raccolta e il conferimento in discarica dei materiali devono essere riviste e ottimizzate”.

Alla voce prescrizioni ecco cosa dice l’Arpa: “In relazione alle criticità ambientali riscontrate nell’area industriale è fatto obbligo al Gestore di adeguarsi entro 2 anni dal rilascio dell’AIA alle migliori tecniche disponibili in materia di gestione di rifiuti solidi provenienti da processi di acciaieria”. Ancora: “Per le scorie che verranno prodotte è fatto obbligo al gestore entro 24 mesi dal rilascio dell’AIA di passare progressivamente di passare ad un sostanziale regime di recupero e riutilizzo nella gestione delle scorie delle acciaierie”.

Nella relazione Arpa si fa poi riferimento alla criticità dell’inquinamento delle acque, con particolri riferimento a Papigno, alla galleria “Tescino” e agli sversamenti nel fiume Nera.

Su Papigno: “Rinvenimento di acque di falda contaminate […] da metalli pesanti, in particolare cromo, di chiara origine siderurgica”.

Sulla galleria “Tescino”: “La tipologia di contaminazione indica, quale origine, le scorie di acciaierie depositate nei sovrastanti corpi discarica”.

Il fiume Nera – La novità è che l’Arpa rivle ache ci siano stati sversamenti ‘sospetti’ anche nel fiume Nera, tanto da chiedere: “misure straordinarie di controllo del tratto fluviale”.

Atro dato preoccupante è quello relativo alle polveri sottili: “Contaminazione diffusa di polveri sottili […] con concetrazioni crescenti nei punti più vicino allo stabilimento, rendono evidente il contributo dell’attività industriale sulla quantità e qualità delle polveri. Tali aspetti vanno approfonditi anche in termini di eventuali prescrizioni specifiche e/o fissazione di limiti più bassi, anche alla luce della recente classificazione (IARC 2013) delle polveri sottili come agente cancerogeno di Classe I”.

Eco la nota di Italia Nostra:

A questo punto di asservimento, il più basso di sempre, manca solo un ‘grazie Thyssen’.
D’altronde la propaganda di palazzo favoleggia, vagheggia di improbabili successi dei lavoratori, senza rispetto per il dramma personale di chi già ha lasciato e dei tanti che tremano per il domani.
Chi ha stravinto è ovviamente la Thyssen, i cui impegni sono assai limitati nel tempo e nelle misure da intraprendere: l’evanescenza di certe promesse è nell’ipotesi di accordo siglato ieri.
In questi mesi è stato farisaicamente allungato il brodo, ben sapendo che, nelle regole d’ingaggio della dottoressa Morselli, Thyssen poteva tollerare fino a sei settimane di scioperi, periodo che, per pura coincidenza, coincide con quello in cui si è dipanato il blocco delle portinerie.
Abbiamo assistito sgomenti alle botte contro gli operai, mentre la nostra città è stata successivamente militarizzata in silenzio, con decine di operatori delle Forze dell’Ordine dislocati da settimane su Terni, caso mai accadesse qualcosa: zelo governativo degno davvero di miglior causa in un Paese assalito dalle mafie e dalla politica corrotta.

Intanto a Terni il tempo passava… E così, in un’atmosfera di crescente rassegnazione, con una pressione psicologica collettiva da far invidia ai peggiori strizzacervelli, 300 persone se ne sono andate definitivamente, nel sollievo imbarazzante delle molteplici parti in causa; poi abbiamo scoperto che altre 400 sono sulla via della Cassa Integrazione. E’ il piano Morselli 2.0.

Un accordo che dunque ha considerevoli basi di menzogna, a iniziare dal fatto che, per motivi sconosciuti, contro Thyssen nessuno reclama a livello nazionale le criticità sottolineate in questi mesi dalla stampa e dalle istituzioni regionali preposte alla vigilanza sull’azienda, a iniziare da ARPA Umbria.
La contaminazione alimentare da diossine/PCB (Thyssen-AST è seconda industria europea per PCB disperso nell’aria) avrebbe viceversa imposto un j’accuse fortissimo, con misure irreversibili verso l’azienda tedesca, già sotto il faro della giustizia per le vicende della famigerata discarica.
Si è scelta la strada ipocrita e autolesionista del nascondere per l’ennesima volta la polvere sotto il tappeto, guadagnando tempo, rinviando sine die un approccio strutturale ai problemi esistenti.
Nel testo dell’ipotesi di accordo non si parla infatti di concreti provvedimenti a protezione della salute pubblica, salvo evocare come un mantra per tre volte la parola ‘ambiente’.
Frattanto però spunta una lettera che, un mese fa, ARPA Umbria e direzione Ambiente della Provincia di Terni hanno indirizzato al neopresidente della Provincia di Terni, missiva cui Leopoldo Di Girolamo non ha risposto: secondo questi enti è urgente rivedere le autorizzazioni al funzionamento delle Acciaierie, giacché gli standard ambientali non sono garantiti. Troppo buoni, considerando la contaminazione acclarata a Terni delle acque (cromo esavalente nelle falde della discarica, pregressi sversamenti nei fiumi), dei suoli (metalli pesanti), dell’aria (metalli pesanti nel PM 10) e degli alimenti (il PCB negli alimenti e il cromo nelle insalate tal quali).
Perché la nomenclatura locale e nazionale permette a Terni quel che a Taranto respinge sdegnata? Si teme la reazione tedesca dinanzi al dover metter mano al portafogli? Comiche finali già tra noi”.

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