Terni, 'rissa' verbale tra Di Girolamo e M5S | Il sindaco "De Luca violento e minaccioso" - Tuttoggi.info

Terni, ‘rissa’ verbale tra Di Girolamo e M5S | Il sindaco “De Luca violento e minaccioso”

Redazione

Terni, ‘rissa’ verbale tra Di Girolamo e M5S | Il sindaco “De Luca violento e minaccioso”

Replica di Thomas De Luca "Faremo opposizione fino alla fine"
Ven, 09/06/2017 - 17:48

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Il duro scambio verbale tra il sindaco di Terni Leopoldo Di Girolamo e il consigliere comunale Thomas De Luca sta diventando un caso politico. Nella giornata di ieri roventi parole hanno infiammato il clima politico già caldo di Palazzo Spada, con le annunciate dimissioni del primo cittadino dopo l’approvazione del documento sul predissesto del Comune e il M5S che incalza che le dimissioni immediate di Di Girolamo.

Ad accendere la miccia, il consigliere pentastellato De Luca che, con una missiva diretta al primo cittadino ha affondato in modo clamoroso su alcuni aspetti che riguardano non solo politica, ma anche la vicenda giudiziaria che ha visto Di Girolamo coinvolto nelle indagini dell’Operazione Spada.

“Dobbiamo ricordarle che dopo tre settimane di arresti lei non è la persona più credibile per gestire questa delicata fase per il nostro Comune? Dobbiamo ricordarle quanto sia concreta la possibilità che stia mantenendo la carica solo grazie a dei tecnicismi, che non possono prefigurare per Lei un percorso simile a quello dell’ex assessore Bucari? – Questo è solo l’inizio dell‘accusatio di De Luca che poi seguita – Perché non si dimette subito? Perché pone la sua presenza come bollino di garanzia sul destino del debito, che avete contratto e lasciato sulle spalle dei cittadini ternani, quando le indagini che la travolgono non fanno che suggerire che Lei è la persona meno adatta per gestire questa fase?

Le viene in mente che per qualcuno, che in questo momento deve prendere decisioni che riguardano il destino di Terni, la montagna di debiti a base del predissesto e l’Operazione Spada potrebbero essere, seppur in parte, due facce della stessa medaglia?
Lei insiste. Vuole metterci veramente in condizioni di spiegarle che nel suo caso il problema non è un avviso di garanzia – incalza il pentastellato – visto che ne ha già ricevuti altri in passato dove le nostre reazioni sono state ben più garantiste, come unanimemente riconosciuto. In questo caso signor Sindaco quello che abbiamo di fronte è un quadro accusatorio inquietante emerso dopo anni di indagini ed intercettazioni pesantissime che, come si apprende dalla stampa, non sono ancora state rese note alla pubblica opinione.
Lei Signor Sindaco – seguita De Luca – in questo momento deve pensare a difendersi sia dalla magistratura che dal suo partito. Non può farlo mentre è al timone di una nave che rischia di portare a fondo. Signor Sindaco Lei non è la soluzione Lei è il problema, riacquisti lucidità, esca dal suo silenzio e faccia tacere gli schiamazzi che si alzano da via Mazzini consegnando a questa città il diritto di rialzarsi.
Lei sa benissimo che sta tirando la corda e che la salita è appena cominciata, non ci costringa a trattarla come la trattano i suoi compagni di partito”.

Non si è fatta attendere la replica del sindaco; una risposta pacata, ma decisa, nella quale si può cogliere un tono di paternale rimprovero nei confronti del giovane sprovveduto. Il sindaco parla di “minacce”, “paura” e “amore”, ricordando al consigliere di opposizione la lezione di John Lennon sulla paura e sulla vita e accusa il pentastellato di “arroganza e violenza”.

“Gentile consigliere De Luca,ci sono due forze motrici nella vita, una è la paura. E quando si ha ci si ritrae dalla vita. Non sono mie considerazioni ma di John Lennon.
La sua lettera è intrisa di violenza, condita a tratti di minacce. E’ la lettera di chi sventola la corda davanti alla persona da impiccare, per rimanere alla corda che, secondo Lei, io starei tirando. Lei dice che ha mostrato magnanimità nei miei confronti e che finora non ha infierito. E’ però pronto a farlo se io non faccio i bagagli da Palazzo Spada.
Nella sua lettera Lei – seguita il sindaco – oltre a mostrare una sicumera e una arroganza senza confini, mostra di non conoscere minimamente non solo quelle che sono le consuetudini del vivere civile, ma neanche quello che detta la nostra Carta Costituzionale.
Essa, infatti, mette al primo posto il rispetto della persona e la tutela della sua dignità, persino per coloro che sono oggetto di condanna definitiva. Di qualunque tipo di condanna definitiva. Anche per i reati più gravi e detestabili. Perché nella nostra Carta Costituzionale la persona – anche l’ultima – merita rispetto in quanto uomo o donna.
Ma ci sono altri passaggi inquietanti nella sua lettera. Lei parla esplicitamente di intercettazioni da rivelare e rimanda, meno esplicitamente, a nuovi sviluppi. Non so a cosa alluda, se è semplice millanteria o se è in possesso di informazioni che, secondo la legge, dovrebbero essere riservate e a disposizione unicamente degli inquirenti. Quello che so io, con estrema certezza, è quello che ho fatto e come lo ho fatto. E come sempre accaduto nella mia vita sono pronto a risponderne. Senza nascondermi.
Mi permetto una considerazione politica. Il governo della città andrebbe conquistato sul campo. Perché la competizione politica obbliga al confronto sulle questioni che interessano i cittadini, fa crescere e selezionare i gruppi dirigenti. Le scorciatoie in genere non portano mai in maniera consapevole e costruttiva al traguardo. Il caso Roma è lampante.
Io sto tirando troppo la corda? E’ un suo giudizio. A me interessa quello della mia maggioranza, dei cittadini ternani e della mia coscienza.
Ah, quasi dimenticavo: l’altro grande motore è l’amore. E’ quello che muove la nostra vita: è in grado di renderla piena, bella, utile. Ma per l’amore spero che ci siano altre circostanze per riparlarne. Un saluto”.

Nella giornata di oggi è arrivata ulteriore replica di De Luca, ancora aspra nei toni. Il consigliere di opposizione, anzi, rilancia ancora, mettendo sul piatto una nuova puntata: “Minacce, violenza parole gravi, pesanti. Di cosa ha paura? Perché mi offende dandomi del violento o dell’arrogante, senza alcuna ragione? Le ho fatto una serie di domande legittime nel rispetto del mio ruolo di consigliere di opposizione, figura a cui forse non siete abituati, ma che le assicuro rientra pienamente in quanto previsto dall’ordinamento giuridico del nostro Stato. La sua è una posizione eccezionale e la nostra reazione non è soltanto normale ma dovuta.
“I cittadini cui sono affidate funzioni pubbliche hanno il dovere di adempierle con disciplina e onore” questi sono i valori che i padri costituenti ci hanno lasciato in eredità. Valori che fondano le loro radici nella Resistenza.
Forse non le sue orecchie ma di sicuro nel profondo la sua coscienza è in grado riconoscere quello che di più naturale c’è al mondo: la verità. Voglio tranquillizzarla, è lei lo sa bene, noi non faremo altro oltre a ciò che facciamo da tre anni ovvero donare completamente noi stessi perché la verità emerga alla luce del sole.
Terni è stata troppo tempo nelle mani aride di chi è stato incapace di provare amore. Viviamo nella stessa città ma con prospettive del tutto diverse. Potrei avere l’età di suo figlio, la stessa età di quelle migliaia di giovani a cui avete rubato la cosa più importante: la speranza. Il respiro inestimabile della prospettiva del futuro.
La paura sì quella dell’incertezza del futuro, la precarietà del lavoro di cui la mancanza delle clausole di salvaguardia nei bandi o le continue proroghe strozzate negli appalti è solo una delle tante manifestazioni. La paura di vivere in una città inquinata, contaminata, avvelenata, la paura di ammalarsi e perdere tutto.
È solo e soltanto contro questa violenza, vera, la vostra, a cui siamo stati sottoposti come comunità ogni giorno che dovete confrontarvi oggi”.


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