Viva partecipazione all’assemblea ecclesiale diocesana “Comunione e missione nel segno della Misericordia”, che si è tenuta domenica 11 ottobre nella Cattedrale di Terni.
Il primo incontro dell’intera comunità diocesana dopo l’insediamento del nuovo vescovo padre Giuseppe Piemontese, e che segna anche l’avvio dell’anno pastorale, ha visto una numerosa presenza di laici, tra cui operatori pastorali, rappresentanti di associazioni e movimenti ecclesiali, rappresentanti delle varie parrocchie della diocesi si di Terni che di Narni, Amelia e Valle Teverina, espressione dell’unità, della comunione e della missione della Chiesa locale nel dinamismo di una fede annunciata, celebrata e vissuta.
Dopo la preghiera dei vespri, presieduta dal vescovo padre Giuseppe Piemontese e accompagnata dal Coro della Diocesi diretto da don Sergio Rossini, è seguita la relazione di padre Piemontese che ha introdotto l’argomento facendo un’analisi sulla situazione pastorale della chiesa diocesana frutto degli incontri avuti in questo anno nei luoghi ecclesiali e sociali, istituzionali, le varie agorà della società, le comunità e le strutture di della chiesa diocesana.
«Sul versante sociale sono stato particolarmente colpito, e insieme alla comunità ecclesiale coinvolto da eventi, che ci hanno segnato – ha detto il vescovo -. La crisi economica col conseguente stato generale di impoverimento, la vertenza Ast, l’omicidio di Davide Raggi, il rilancio della scuola cattolica del “Leonino” . Ho cercato di leggere questi avvenimenti quali segni dei tempi e ho proposto risposte di speranza alla luce della Parola del Signore, nella preghiera e nella collaborazione responsabile generale con tante persone di buona volontà».
Dall’incontro con le diverse comunità e da quanto emerso dal tempo di ascolto che il vescovo si è dato all’inizio del suo ministero episcopale, è emerso «un generale desiderio di una più organizzata ripartenza dopo un tempo di negativa ribalta mediatica, di accuse indiscriminate, di un soffuso clima di sospetti, di generale incertezza» ha aggiunto.
«La grave situazione economica e finanziaria, in cui è venuta a trovarsi la diocesi, è stato il tema di interesse, di preoccupazione, curiosità e di impegno, attorno al quale ha girato l’attenzione prevalente della Diocesi negli ultimi tempi. Tale stato di cose ha creato disorientamento, sospetti e divisioni in ambito presbiterale e laicale. L’ impressione che ho avuto, man mano che sono entrato nelle dinamiche della Diocesi, è stata quella di avvertire che per noi, il problema essenziale non è economico-finanziario, ma è ecclesiologico. A mio avviso è il modo di sentirsi chiesa da parte dei sacerdoti, diaconi, consacrati e laici, che ci aiuterà a far risplendere il volto di Cristo e a risolvere i problemi. In questo senso vogliamo avviarci decisamente su una strada di comunione, semplicità, povertà e trasparenza».
Riguardo al cammino tracciato per la comunità ecclesiale il vescovo ha parlato di «conversione, comunione, responsabilità, sussidiarietà e partecipazione».
«Siamo non una diocesi e molte chiese, non una Chiesa, federazione di parrocchie “autocefale”, ma un’unica Chiesa comunione, “manifestazione concreta dell’unica Chiesa in questo territorio”, che si edifica attorno a Cristo. La comunione si declina anche nella pace con Dio, con i fratelli e con se stessi, nella concordia, condivisione, rispetto, servizio, collaborazione, carità, ma anche con il riferimento convinto al vescovo, l’adozione docile dei progetti pastorali diocesani sorti dal comune discernimento, l’accoglienza di indicazioni antiche a nuove che provengono dagli uffici pastorali diocesani per evitare anarchia o cammini paralleli. La nostra missioneoggi, oltre che ai contenuti, presta attenzione alle relazioni umane, alla vivacità del linguaggio e della comunicazione, ad una conversione personale e pastorale, che si avvalga di uno stile collegiale con l’apporto di tutti, specie attraverso gli organismi di partecipazione, che non possono essere una opzione facoltativa».
Un invito particolare è stato rivolto dal vescovo affinchè si abbia attenzione e si aprano le porte ai poveri “domestici”, ossia circondare di attenzioni, cure, apertura e dialogo i numerosi poveri, bisognosi, senza tetto, immigrati già accolti tramite la Caritas, la san Martino e presenti anche in strutture parrocchiali o in strutture laiche.
Nell’anno santo della Misericordia l’opera segno di carità della diocesi sarà la cittadella della solidarietà “don Sandro Bigi” di Amelia, che comprenderà l’accoglienza di minori non accompagnati, laboratorio per donne immigrate, emporio della solidarietà e ospizio dei pellegrini, per essere come invita papa Francesco « ad essere chiesa in uscita: uscire per andare nelle periferie esistenziali dove si incontra l’uomo, immagine di Cristo da servire, amare, evangelizzare» – ha concluso il vescovo Piemontese.
Sollecitato da alcuni interventi dei partecipanti, il vescovo Piemontese ha parlato anche del progetto di celebrare la festa del patrono San Valentino in Cattedrale di Terni nella giornata del 14 febbraio con il solenne pontificale alle ore 9.30 e a seguire alle ore 11 con la processione cittadina con l’urna del Santo, accompagnata istituzioni civili, religiose e militari, gonfaloni e rappresentanti delle parrocchie, verso la basilica di San Valentino per essere ricollocata sotto l’altare della chiesa dedicata al santo patrono di Terni.