Terni, chiude la scuola "Trebisonda" | Lettera aperta della maestra Albertina al Comune - Tuttoggi.info

Terni, chiude la scuola “Trebisonda” | Lettera aperta della maestra Albertina al Comune

Redazione

Terni, chiude la scuola “Trebisonda” | Lettera aperta della maestra Albertina al Comune

Dopo 43 anni di servizio, la docente sconfessa la "lungimiranza" dell'amministrazione comunale
Sab, 15/04/2017 - 11:13

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Riceviamo e pubblichiamo una lettera aperta, scritta dalla maestra Albertina Bartolucci, ora in pensione, che rivolge un appello all’assessore con delega alla Scuola, Tiziana De Angelis, e all’amministrazione comunale, sulla chiusura della scuola d’infanzia “Trebisonda”.

Gentile Direttrice
chi le scrive è una insegnante ormai in pensione che per 42 anni e 7 mesi ha lavorato nei servizi educativi comunali tra l’altro anche nelle Scuole Grillo Parlate e Borgo Trebisonda, scuole che questa Amministrazione Comunale sta decidendo in maniera incomprensibile di chiudere.
Sulla presunta assenza di iscritti presso la suddetta materna l’assessore comunale alla scuola afferma con una strana sorta di compiacimento , che proprio per questo motivo “le scelte del Comune si sono rivelate lungimiranti”.

“Vi sono bugie che hanno le gambe corte e bugie che hanno il naso lungo” scriveva Carlo Collodi e nel caso nostro ,forse, i capelli rossi.
Ad ogni modo queste vengono immediatamente riconosciute!

L’assessore anziché crogiolarsi sulla lungimiranza della A.C. avrebbe dovuto interrogarsi sul motivo reale della mancanza di iscritti: nell’anno scolastico 2017/2018 la materna Trebisonda non esiste più nei moduli di iscrizione ai S.E.C. e quindi i genitori non potevano proprio iscrivere i propri figli nella scuola, memori di quanto è accaduto l’anno precedente quando ben 32 nuove domande sono state rifiutate dall’ufficio competente e la comunicazione veniva data alle famiglie solo nel mese di Agosto.

È utile comunque ricordare che la materna Trebisonda ospita attualmente 29 bambini con 2 portatori di handicap e che sempre ci sono state lunghe liste di attesa segno del gradimento e del favore che la Scuola gode tra le famiglie del quartiere per ” l’offerta formativa, didattica e di territorio” che , va detto all’assessore De Angelis, avrebbe dovuto essere valorizzata e non cancellata, così come auspica per l’Istituto Comprensivo Oberdan.

Va ricordato a tutti che sia da parte dell’Amministrazione Comunale che da parte della Oberdan, i genitori della matrena Trebisonda stati contattati e formalmente invitati ad iscriversi presso la materna statale.
Questo episodio è sintomatico di come i tempi siano profondamente cambiati, di come le Amministrazioni non siano più luoghi dove si programma e progetta, ma un luogo di ristrettezze non solo economiche ma anche di idee.

Ripenso agli anni passati come ad una stagione che vedeva amministrazioni, associazioni, sindacati, cittadini impegnati e insieme protagonisti di un grande cambiamento culturale che aveva come perno uno stato sociale amico di chi soffre, delle donne , delle nuove famiglie e all’interno del quale le scuole materne gestite dal Comune per loro peculiare compito erano, come lo sono a maggior ragione oggi, un baluardo contro le discriminazioni, un argine contro le disuguaglianze, un luogo dove si esprime, si ricerca,si condivide l’educazione e la cultura rivolta alle giovanissime generazioni.

Non riesco davvero a capire perché questa Amministrazione vuole abdicare a questo suo primario compito!
Ciò che è rimasto intatto dello spirito iniziale è la motivazione e la caparbietà con cui le insegnanti continuano il proprio lavoro a dispetto della precarietà dei tempi.
Contro la mancanza di idee oppongono la concretezza della fantasia.

A fronte dell’inerzia offrono il lavoro e lo studio costante e rigoroso di chi vuole mantenere al centro dell’interesse pubblico il valore e la cultura dell’infanzia, delle famiglie e delle scuole materne che l’Ente Locali gestiva a Terni numerose, forti e apprezzate e che questa Amministrazione Comunale vuole fortemente ridimensionare.
“È difficile fare le cose difficili: parlare al sordo, mostrare la rosa al cieco e liberare gli schiavi che si sentono liberi” scriveva Gianni Rodari nella sua “Lettera ai bambini” e li invitava ad esercitarsi in questo arduo compito.
Impegnarsi a fare cose difficili e non a prendere scorciatoie, probabilmente, è un consiglio che il caro Maestro avrebbe dato ai nostri amministratori.

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