di Lorenzo Carletti, segretario Prc Terni
Da mesi rimbalza da un angolo all’altro della città il dibattito sul potenziamento delle offerte e delle strutture culturali con l’obbiettivo di dare “seguito” al progetto di assegnazione dei fondi derivanti per la scelta della Capitale Italiana della cultura 2016 e 2017 istituito dal Mibact.
Se da un lato era presumibile prevedere le oggettive difficoltà di questa impresa, vista la grande competizione in essere tra numerose città italiane ad alto valore culturale ed artistico, anche il piano “b” dell’amministrazione sta mostrandosi per ciò che in realtà è sempre stato: un operazione di facciata e di marketing istituzionale completamente inadeguato nel difendere e potenziare le eccellenze culturali già presenti nel nostro territorio.
Succede così che a due mesi dall’esclusione di Terni dal suddetto concorso tornino a riemergere tutti i limiti della gestione e della pianificazione culturale cittadina, con l’ennesimo grido di denuncia lanciato dai responsabili di una delle maggiori esperienze presenti: l’annunciata chiusura del Progetto Mandela suona come un ulteriore de profundis di una gestione delle risorse culturali totalmente inetta.
Il progetto Mandela, esperienza trentennale sviluppata dall’ associazione “Progetto”, nasce intorno allo sviluppo del teatro come strumento di aggregazione e di produzione artistica ad alto valore aggiunto. Non solo: Dal 1987 esso è punto di riferimento per centinaia di giovani ternani come strumento per l’avvicinamento al mondo artistico, culturale e scenico, ma anche come motore di una cultura giovanile rinnovata.
Tale progetto è oggi nuovamente messo in discussione da un amministrazione tanto sorda quanto miope che, per la seconda volta in due anni, rischia di far perdere alla comunità cittadina un punto di riferimento irrinunciabile.
Non riteniamo necessari ulteriori appelli al buon senso verso una dirigenza scolastica, quella del Galilei, che ha freddamente liquidato per il secondo anno consecutivo la disponibilità alla fruizione degli spazi del complesso scolastico (peraltro ampiamente attrezzati e già da tempo destinati ai corsi per le produzioni del “teatro sociale” legato ai diritti umani) attraverso una delibera del consiglio d’istituto. L’appello che invece va rivolto con forza da parte della comunità cittadina che non può e non deve vedersi sottratta, giorno dopo giorno, ogni esperienza di valore culturale, va indirizzato al governo della città ancora una volta sordo e incapace di risolvere una situazione divenuta ormai inaccettabile.
Il partito della Rifondazione Comunista già due anni fa si allineò al grido di sofferenza degli operatori e dei giovani impegnati nel progetto Mandela; per tale motivo non possiamo che rinnovare la nostra solidarietà a chi da trent’anni fonde cultura, formazione giovanile e proposta artistica di alto livello, ricevendo in cambio il ben servito da un amministrazione non intenzionata a presidiare e tutelare spazi aggregativi di tale valore
Questa vicenda ci ricorda ancora una volta quanto sia fondamentale difendere la ricchezza di alcune insostituibili esperienze e di come occorra reagire collettivamente di fronte all’ennesimo scempio di una giunta ormai completamente fuori rotta, talvolta pericolosa e complice del degrado anche culturale della nostra Terni, sempre più simile ad una fatiscente cattedrale nel deserto.