“Una proposta sbagliata, priva di una condivisione con i cittadini e con le associazioni di settore, che tutela solamente una parte del territorio regionale e non tiene conto delle esigenze e delle specificità dell’intera tartuficultura regionale. Nel merito riteniamo che la proposta vada a peggiorare l’attuale legge regionale quadro sulla raccolta dei tartufi considerata una delle più avanzate d’Italia”.
Con queste parole Oliviero Dottorini, capogruppo dell’Italia dei Valori in Consiglio regionale, e Paolo Brutti, consigliere e regionale e segretario regionale dell’Italia dei Valori commentano la proposta di legge del consigliere Buconi (Socialisti) che va a modificare la legge regionale 28 del 1994 che disciplina la raccolta dei tartufi.
“La scelta più saggia sarebbe quella di soprassedere per attivare una reale partecipazione dei soggetti interessati – spiegano Dottorini e Brutti –. Ci sembra alquanto paradossale proporre modifiche contro tartufai e amanti della natura ad esclusivo vantaggio dei privati che sarebbero ulteriormente agevolati nelle recinzioni e nelle tabellazioni. Tutto ciò mentre dalle associazioni di settore giungono istanze che chiedono di far applicare la legge vigente e al tempo stesso di evitare cavilli burocratici e procedurali che avvantaggiano i grandi proprietari terrieri e in generale chi ha come unico interesse quello di tabellare il più possibile. La Regione deve tutelare l’ambiente e il pubblico interesse dei cercatori di tartufi così come dei raccoglitori di asparagi o altri prodotti della natura – continuano gli esponenti dell’Italia dei Valori -. Se la proposta in discussione in seconda commissione venisse approvata così com’è, a essere penalizzata sarebbe la libera ricerca del tartufo al solo vantaggio dei privati proprietari terrieri. Il rischio è che per la legittima aspirazione di tutelare la specificità del territorio di Norcia venga compromessa l’intera filiera regionale della tartuficoltura”.
“Il ruolo dei cercatori di tartufi – ricordano Dottorini e Brutti – è riconosciuto dalla legge vigente come sociale e di salvaguardia dell’ambiente, nonché di tutela paesaggistica del nostro territorio montano, e nel corso degli anni ha contribuito a sviluppare nell’intero territorio regionale un tessuto economico e turistico che ha la propria forza sulla libera ricerca del tartufo. Per questo a nostro avviso la proposta Buconi deve essere radicalmente rivista proprio perché non tutela i principi ispiratori di una legge che tende a tutelare gli obiettivi di pubblico interesse e a limitare l’uso privatistico di una risorsa fondamentale per l’economia della nostra regione e per gli interessi dei cittadini. La legge quadro del ‘94 va invece applicata in tutte le sue parti e dovranno essere scrupolosamente controllate anche le commissioni per il rilascio dei permessi per tabellare, garantendo la giusta trasparenza e la pubblica visura dei documenti da parte della associazioni di categoria che ogni anno versano centinaia di migliaia di euro nelle casse delle Comunità montane”.