Centinaia di persone hanno partecipato all’assemblea pubblica indetta dal Comune di Montecastrilli per dibattere del problema degli aumenti della Tari, la tassa sui rifiuti. Gli avvisi di pagamento recapitati ai cittadini hanno visto – viene denunciato da loro stessi – un aumento in media del 30% rispetto allo scorso anno (con picchi del +33% per i nuclei con più di 6 persone) e subito è scattata la mobilitazione popolare.
Prima la nascita di un comitato cittadino spontaneo, quindi il sit in di protesta fuori dal palazzo comunale che si è tenuto una decina di giorni fa. Una mobilitazione popolare che ha spinto il sindaco Fabio Angelucci ad indire un’assemblea pubblica sul tema, che si è tenuta mercoledì sera nella sala conferenze del centro servizi “Don Antonio Serafini”, troppo piccola comunque per accogliere le centinaia di persone presenti. Fuori dalla struttura, il clima era caldo, con fischi e lamentele nei confronti dell’amministrazione comunale.
Ed il clima si preannuncia rovente anche durante la seduta di consiglio comunale convocata per giovedì sera alle 19, anche se il tema Tari non è tra quelli all’ordine del giorno.
A spiegare le motivazioni delle proteste in corso è il comitato di cittadini che si è recentemente costituito, che ha anche scritto una lettera alla Cosp, società che gestisce il servizio di raccolta dei rifiuti a Montecastrilli.
“Dalla lettura degli atti amministrativi, – evidenzia il comitato – si deduce che tale aumento è stato determinato da due ordini di fattori. Il primo è rappresentato dai cosiddetti “costi amministrativi del personale di accertamento riscossione e contezioso”, che in realtà vanno a coprire le presunte morosità, così come dichiarato dell’assessore Luca Raggi nella seduta del Consiglio Comunale del 26/03/2018 in fase di approvazione del PEF: ‘Chiedo al Consiglio di approvare il PEF come da proposta depositata, facendo presente che è stato integrato per 140 mila euro dal Comune, con la quota delle presunte morosità’. Cosi facendo il costo totale del servizio è passato da 889.876,77 euro a 1.029.876,77 euro. Il secondo fattore è la scelta amministrativa di riparametrare il costo del servizio tra utenze domestiche ed e utenze non domestiche. Dal 75% per le utenze domestiche e 25% per utenze non domestiche si è passati rispettivamente ad una percentuale del 87,60% e 12,40%, la combinazione di queste scelte ha portato ad un aumento medio di oltre il 30% di spesa in più a carico delle utenze domestiche”. Insomma i maggiori costi del servizio, 140mila euro, viene spalmato non in modo equo ma sulle famiglie più che sulle attività economiche.
“Siamo arrivati al paradosso – lamentano i cittadini – che nonostante il 73% di raccolta differenziata raggiunta, il cittadino onesto che con cura e attenzione effettua le differenziazione si vede aumentare la bolletta della TARI fino al 33%. La situazione che si è venuta a creare potrebbe innescare l’aumento della morosità e la diminuzione delle percentuale di differenziato, mettendo a rischio il buon lavoro fino ad oggi fatto. Quali stimoli dovrebbe trovare il cittadino in questa situazione?
Inoltre, oramai a 3 anni dell’inizio del progetto che vede coinvolti i 32 comuni dell’ATI4 per la raccolta differenziata, ancora non si conoscono i termini per la partenza della cosiddetta ‘tariffa puntuale’, come riportato nelle linee guida regionali, che riteniamo sia lo strumento fondamentale per ottenere percentuali di differenziata alte e sconti in bolletta”.
Il comitato spiega che durante il sit in in Municipio del 21 maggio, il sindaco “ha imputato l’aumento della TARI a non specificate ‘leggi’ regionali e al soggetto che eroga il servizio. Come cittadini sentiamo il bisogno di fare chiarezza e di definire una volta per tutte le vere responsabilità di quanto sta accadendo nel nostro Comune”.