L'immobile in comodato gratuito a Croce Rossa e associazione Tre Calci, potrebbe ospitare una casa rifugio per donne vittime di violenza
La stazione di Trestina cambia pelle: dopo la firma dell’accordo tra Umbria mobilità, Comune di Città di Castello, Croce Rossa e associazione Trecalci, l’immobile muterà destinazione, per diventare uno spazio sociale a disposizione del territorio e, nella zona prima adibita magazzino, uno spazio culturale.
La trasformazione è possibile grazie ad un bando per la riqualificazione del Comune di Città di Castello, che ieri (martedì 29 giugno) si è concretizzato con l’affidamento in comodato d’uso della stazione di Trestina a Croce Rossa (presente con il presidente Francesco Serafini) e all’associazione Trecalci (rappresentata da Moreno Ceccagnoli).
Per l’Amministrazione comunale il vicesindaco e assessore ai Lavori Pubblici Luca Secondi, insieme al consigliere comunale del territorio Luciano Domenichini: “E’ fondamentale che immobili come le stazioni dismesse, da elemento di potenziale degrado, siano convertite in beni pubblici, nei quali svolgere attività di interesse generale, specialmente nelle frazioni, in cui i contenitori di uso collettivo sono una richiesta diffusa. Nel caso della stazione di Trestina riteniamo che un utilizzo sia sociale che culturale risulti molto azzeccato e ringrazio le associazioni che si spenderanno per raggiungere queste finalità”.
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Positivo anche il commento di Umbria mobilità, presente con i dirigenti Gianpaolo Conti e Raffaella Diosono: “Le stazioni rappresentano una peculiarità del territorio, punteggiano il paesaggio ed è doveroso permettere che continuino ad avere una vita e a rappresentare dei riferimenti per la popolazione, come lo sono state nell’ambito del sistema ferroviario locale”.
Soddisfazione anche da parte delle due associazioni, che hanno risposto alla manifestazione di interesse promossa dal Comune per la rifunzionalizzazione della stazione: Serafini, presidente della Croce Rossa, ha parlato di “un presidio, che sosterrà tutte le attività dell’associazione nella zona sud, non ultima verso la costituzione di un casa protetta per le donne vittime di violenza. Anche se per ora è solo un’idea”. “Un utilizzo di carattere culturale a tutto campo, quello invece a cui lavorerà l’associazione Tre calci” ha detto il presidente Ceccagnoli.