Il presunto caso di mobbing all'interno della Spoletina Trasporti, che secondo il centro destra si sarebbe concluso. sotto 'mentite spoglie', con una conciliazione di lavoro, è stato di nuovo al centro del consiglio comunale pomeridiano. Nella seduta odierna il presidente Vanni Castellana ha annunciato di aver ricevuto una lettera da parte del presidente della Ssit, Giancarlo Tulipani, dopo che la settimana scorsa i consiglieri di Cdl e An, Gianluca Speranza e Gianmarco Profili, avevano sollevato la questione, mostrando le carte di una transazione di 160mila euro dalla società di trasporti ad una ex dipendente che aveva denunciato un caso di mobbing e che poi aveva preso la cospicua somma quale 'prepensionamento'. Che però la stessa ex lavoratrice fino a quel momento “non aveva richiesto'. .
Nella lettera, che aveva per oggetto quanto dichiarato dai consiglieri “Speranza e Panfili”, Tulipani entra nei dettagli della vicenda, citando stralci della conciliazione (pubblicata la scorsa settimana da TO® – clicca qui). Il presidente della Spoletina ha inoltre richiesto le trascrizioni degli interventi della precedente seduta consiliare, per valutare se ci sono estremi per adire le vie legali. Chi invece ha minacciato querele è stato il capogruppo anneista Giampiero Panfili, citato erroneamente da Tulipani nella lettera (probabilmente confuso con Gianmarco Profili): Panfili ha chiesto copia della lettera, riservandosi l'azione legale visto che sarebbe completamente estraneo alla interrogazione ed ai chiarimenti chiesti invece dai suoi colleghi.
Nella missiva, il presidente della Spoletina ha spiegato come la “presunta transazione di denaro altro non è che un verbale di conciliazione sottoscritto da un'ex dipendente, che aveva promosso una causa per mobbing, e la Ssit”. Nel documento si legge come, attraverso la conciliazione, la ex lavoratrice della Spoletina “dichiara di rinunciare all'azione ed ai diritti fatti valere” con il ricorso citato.
Insomma per Tulipani la conciliazione non dimostrerebbe nulla, mentre secondo i consiglieri d'opposizione sarebbe di fatto un'ammissione di colpa, visto che se la Ssit era veramente sicura della sua innocenza avrebbe potuto andare avanti per le vie legali.
Per la Spoletina, comunque, al di là della causa per mobbing, non sono tempi tranquilli. In questi ultimi giorni, infatti, alcuni politici e un sindacalista, tutti di area centro destra, sarebbero stati raggiunti da alcune lettere anonime dal tenore pesantissimo. Almeno quattro i documenti inviati – secondo quanto ha potuto appurare Tuttoggi.info – dove si leggono pesanti accuse verso il CdA dell'azienda di trasporti. Lettere anonime, vale ripeterlo, che farebbero però pensare ad una mano che conoscerebbe bene la realtà della Ssit. O ad una mano disposta a tutto pur di infangare l'azienda.
Con ogni probabilità il documento anonimo è stato portato all'attenzione dell'intero consiglio comuanle: il condizionale è d'obbligo dal momento che non vi sono al momento conferme ufficiali. Di sicuro però a metà seduta odierna, Castellana ha allontanto tutti gli estranei al consiglio. Sembra che a prendere la parola sia stato il capogruppo della Cdl Gianluca Speranza che avrebbe chiesto la secretazione del proprio intervento.
Il 'documento' sarebbe composto di due fogli formato A4, sul secondo dei quali farebbe bella figura di sè un albero di Natale con 10 'pacchi': all'interno dei quali vi sarebbero altrettanti riferimenti economico-finanziari connessi alla gestione della Ssit. Se ne saprà di più nei prossimi giorni.
Comunque il pomeriggio era già cominciato in modo nervoso. Con le critiche bipartisan per l'assenza della giunta – tranne l'assessore Loretoni arrivato con un po' di ritardo (meglio tardi che mai) – che avrebbe dovuto chiarire alcune richieste dei consiglieri su una pratica edilizia e conclusosi con l'irruenza del capogruppo Marcelli che voleva a tutti i costi dire la sua sulla Comunità montana, anche tentando di scavalcare i colleghi che avevano chiesto prima di lui la parola. Intemperanza che, alla lunga, ha stancano perfino il presidente del consiglio che non ci ha pensato due volte a vestire i panni dello sceriffo riportando l'ordine nell'Assemblea.
(Ca.Cer. e Sa.Fra.)
