Il presidente del Consiglio regionale, Eros Brega, ha incontrato oggi a Palazzo Cesaroni i rappresentanti dei sindacati di polizia Siulp, Sap e Consap, che hanno illustrato la situazione della Scuola di polizia di Spoleto e i rischi di chiusura che la struttura correrebbe. Per Brega, che ha assicurato il suo interessamento personale e quello di tutto il Consiglio, è necessario che “questa importantissima risorsa di cui l'Umbria e il Paese dispongono non venga meno, una eventualità che metterebbe a rischio le professionalità maturate in questi anni e indebolirebbe il sistema di sicurezza pubblica di cui la regione dispone”.
Informativa al Prefetto – Al termine dell’incontro il presidente Brega ha assicurato il proprio personale interessamento e l'attivazione di alcuni percorsi mirati a portare la questione al centro del dibattito politico e all'attenzione del ministero degli interni: “tramite una informativa sensibilizzeremo il prefetto di Perugia affinché riporti al ministro dell'Interno l'esigenza di un intervento che eviti le prospettive di chiusura dell'istituto di Spoleto – ha detto -. Inoltre mi farò promotore di un documento, che presenterò ai capigruppo nella riunione già convocata per l'11 novembre, che punti ad ottenere una espressione unanime dell'Assemblea regionale a sostegno della Scuola già nella seduta del 12 novembre. Ritengo – ha spiegato Brega – che il percorso per scongiurare la chiusura della scuola, anche in base a quanto proposto dai sindacati di polizia, possa essere articolato in più tappe”.
Affitto spropositato – I rappresentanti delle segreterie provinciali e regionali dei tre sindacati di polizia hanno spiegato che l'allarme sul futuro della scuola è stato lanciato, quando manca un anno alla scadenza del contratto di affitto, in ragione di segnali provenienti proprio dal ministero, che lascerebbero presagire l'intenzione di chiudere la scuola per ragioni di budget. L'edificio in cui è ospitata è di proprietà di una società privata, che lo ha acquistato dallo Stato nella prima fase delle cartolarizzazioni ed ora lo affitta a 3,9 milioni di euro all'anno. Un costo che il ministero non sarebbe più nelle possibilità di sostenere.
Struttura da 35mila mq – I sindacati hanno evidenziato che la società, che svolge frequenti e importanti lavori di manutenzione ordinaria e straordinaria, si sarebbe dimostrata disponibile a rinegoziare il contratto di locazione, magari prevedendo una durata maggiore dei 6 anni attuali. La grande struttura (35 mila metri quadri coperti, 504 posti letto, eliporto, poligono, autorimessa, 2 appartamenti e 6 mini appartamenti) è stata costruita per resistere a forti scosse sismiche e si presta ad essere un riferimento per eventuali eventi calamitosi. Lì sono stati formati agenti di polizia stranieri e in 10 anni circa 12 mila tra agenti e funzionari hanno seguito i suoi corsi. Circa 80 operatori di polizia lavorano nella scuola e la sua chiusura porterebbe alla loro dispersione sul territorio regionale e nazionale, con la perdita dell'esperienza accumulata in questi anni.
Polo della sicurezza – Una eventualità che potrebbe essere scongiurata operando una razionalizzazione che punta a trasformarla in un Polo della sicurezza, sfruttando appieno quegli spazi con costi di adeguamento irrisori e tempi esigui. La struttura potrebbe accogliere, mantenendo funzioni e spazi autonomi e separati, il commissariato di Spoleto (che ora si trova in un edificio privato e sotto sfratto esecutivo) e la caserma dei vigili del fuoco: si otterrebbe così una riduzione dei costi per gli affitti ed anche di quelli per la logistica”.