Carlo Ceraso
Mentre il Pd umbro riflette sull’esito del voto delle primarie, con la segreteria regionale convocata per domani quando di scintille ce ne saranno per incendiare una metropoli, quello di Spoleto affila le armi in vista delle prossime scelte che il sindaco Daniele Benedetti sarà chiamato a fare nella propria Giunta. Se non ci saranno infatti problemi di sorta, specie dal nazionale, gli assessori regionali Gianluca Rossi e Silvano Rometti sono destinati a conquistare facilmente uno scranno in Parlamento. Una elezione che aprirebbe le porte di palazzo Cesaroni ai primi due non eletti delle regionali 2010, ovvero l’ex segretario Cgil Manlio Mariotti e l’attuale assessore al comune di Spoleto Giancarlo Cintioli.
Fari accesi dunque sullo scranno che quest’ultimo lascerà libero nella giunta del festival. Benedetti non lascia trapelare nulla. Sicuramente è ancora presto per decidere ma fra pressioni e velleità, la città è già piena di aspiranti assessori. In pole resta Andrea Bartocci, l’attuale segretario cittadino che con non poca pazienza è riuscito a governare un partito che si mostra sempre più lacerato, meglio, schizzato. Bartocci su questo sembra sostenuto da una buona parte di bersaniani e dallo stesso segretario provinciale Rossi.
Ma non è l’unico pretendente. A spingere dal basso potrebbero esserci i primi non eletti alle ultime amministrative, se Benedetti dovesse ‘pescare’ il sostituto di Cintioli fra i banchi del consiglio comunale. Il plurale non è a caso. Insieme alla eventuale sostituzione di Cintioli, il primo cittadino potrebbe (dovrebbe?) affrontare il caso dell’assessore alla cultura Vincenzo Cerami la cui assenza dalla città viene ciclicamente notata e criticata dalle forze politiche anche di maggioranza. Per la cronaca, se Benedetti decidesse di promuovere un consigliere in quota Pd, si spalancherebbero le porte dell’adunanza alla prima dei non eletti, Manuela Albertella, già assessore al sociale del Brunini bis. Non è da escludersi, specie per il settore cultura, una promozione dell’ex assessore Giorgio Flamini, l’uomo che ha portato Spoleto a fregiarsi del titolo di città patrimonio dell’umanità e rimpianto da diversi addetti ai lavori.
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