Jac. Bru.
Torna nella sede di un tempo, rimodernata nella struttura e nella modalità di erogazione dei pasti, la mensa ospedaliera per i dipendenti dell’Asl n.3. Stamattina il taglio del nastro, alla presenza del direttore sanitario dell’ospedale di Spoleto Luca Sapori, di quello generale dell’Asl n.3 Sandro Fratini, dell’assessore al sociale Paolo Proietti e delle referenti della Blu Cooperativa, gestore del servizio, Emanuela Antonelli e Patrizia Maurelli. Sala accogliente, 25 posti a sedere e televisore piatto appeso al muro, uno spazio mensa torna all’interno del San Matteo degli Infermi dopo oltre 10 anni di assenza.
Pranzo “low cost” – La novità non è di poco conto per i lavoratori Asl che, limitatamente all’orario della pausa pranzo, potranno gustare un pasto completo scegliendo tra la diverse opzioni previste dal menu settimanale alla modica cifra di 1,50 euro, che verrà scalata mensilmente dalla busta paga. Ma il servizio non è esclusivo. Chiunque, parenti o amici dei pazienti, lavoratori di altre ditte che operano nella struttura sanitaria, dipendenti non in pausa pranzo e anche privati cittadini potranno usufruire del servizio prenotando il pasto entro le 9.30 del mattino. Anche in questo caso prezzi popolari. Si va dai 3,30 euro per un primo ed un contorno ai 3,70 per un secondo ed un contorno, fino ai 6 euro per il pasto completo. Si aggira infatti proprio intorno ai 6 euro il costo unitario di un pasto, per la Asl, che quindi finanzierà per circa 4,50 ogni pranzo consumato da un dipendente.
Cucina interna – La cucina, situata proprio di fronte alla sala mensa, dal 2008 è rientrata all’interno del polo ospedaliero (prima la Cooperativa Blu preparava questi pasti presso il Centro Cottura “Sale in Zucca” di San Giacomo). Ma le novità non finiscono qui. I pasti destinati ai pazienti dell’ospedale vengono serviti in un vassoio personalizzato con il nome e con piatti di porcellana invece che di plastica. Il tutto funziona come una catena di montaggio: da chi smista le ordinazioni a chi riempie i vassoi, fino al carrellista che li consegna stanza per stanza, impiegando un massimo di 9 minuti per raggiungere il reparto più lontano dalla cucina. Evidenti i benefici di questo sistema in termini di ottimizzazione dei tempi, razionalizzazione degli sprechi, qualità del cibo ed impatto ambientale.
Mensa “tribolata” – E’ questo l’aggettivo utilizzato da Fratini per definire la “battaglia” sul servizio, durata diversi anni. “Dopo la soppressione di quello precedente, nel 2001, si è sopperito con convenzioni esterne e con il bar dell’ospedale – ha detto il dottor Sapori – ma è chiaro che da tempo si sentiva l’esigenza di uno spazio destinato al ristoro dei dipendenti. Per fortuna, dopo lunghe trattativa ce l’abbiamo fatta”. Grande soddisfazione è stata espressa anche dall’assessore comunale Paolo Proietti, che ha parlato di valore aggiunto per una struttura ospedaliera già di grande prestigio.
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