Spoleto Ims/Isotta, l’arcivescovo al fianco dei lavoratori. La sberla di Cremaschi a Mimì, Pecos e Celestone “Mi scuso io per loro”. AGGIORNAMENTO: Il comunicato dei dipendenti "da domani al lavoro" - Tuttoggi.info

Spoleto Ims/Isotta, l’arcivescovo al fianco dei lavoratori. La sberla di Cremaschi a Mimì, Pecos e Celestone “Mi scuso io per loro”. AGGIORNAMENTO: Il comunicato dei dipendenti “da domani al lavoro”

Redazione

Spoleto Ims/Isotta, l’arcivescovo al fianco dei lavoratori. La sberla di Cremaschi a Mimì, Pecos e Celestone “Mi scuso io per loro”. AGGIORNAMENTO: Il comunicato dei dipendenti “da domani al lavoro”

Mer, 09/05/2012 - 02:09

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(Aggiornamento ore 11) – E’ clamorosa la novità del giorno alla Ims/Isotta Fraschini di Santo Chiodo. I dipendenti hanno deciso di tornare al lavoro già da domani, giovedì 10 maggio. La decisione, maturata ieri non senza patemi d’animo, è stata annunciata in un comunicato stampa condiviso all’unanimità che Tuttoggi.info è in grado di anticipare. “Le maestranze delle Industrie Metallurgiche Spoleto srl e Isotta Fraschini srl, nonostante l’atteggiamento provocatorio, intimidatorio, irrispettoso e di sfida continuamente manifestato nei propri confronti dal Direttore Generale Santoro, anche se preoccupate per la mancanza di risposte ai dubbi e alle perplessità più volte manifestate, facendo leva sul proprio senso di responsabilità e di rispetto sempre dimostrato nei confronti della Proprietà Aziendale, nella quale nutrono ancora fiducia, decidono in maniera unanime di riprendere l’attività lavorativa a partire da giovedì 10 maggio 2012”.
Fin qui la parte più soft del comunicato. Il perché della decisione di tornare a indossare le tute è contenuta nelle ultime “infuocate” righe del documento, che recitano così: “Si tiene a precisare che la ripresa dell’attività lavorativa è volta esclusivamente a dar continuità all’attività produttiva, allo scopo di salvaguardare e mantenere la clientela esistente e non è quindi una decisione presa in seguito alle minacce di chiusura delle due aziende fatte lunedì dalla Direzione Generale”. Più chiaro di così si muore. “Inoltre – hanno aggiunto a voce alcuni lavoratori – più tempo gli impianti rimangono fermi più è alto il rischio che si rovinino”.
Nella mattinata odierna i dipendenti in presidio davanti ai cancelli hanno ricevuto la breve visita, annunciata ieri, dell’Arcivescovo di Spoleto Renato Boccardo, che ha rivolto loro parole di grande conforto e li ha esortati ad avere fiducia. Quella fiducia che ormai è andata definitivamente perduta nei confronti del Direttore Generale Santoro, contro cui è apparsa oggi, scritta su un lenzuolo, la seguente frase “Santoro? No grazie”.

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Anche l’arcivescovo di Spoleto-Norcia, monsignor Renato Boccardo, scende al fianco dei lavoratori della Ims-Isotta Fraschini (ex Pozzi), l’azienda metallurgica i cui lavoratori sono in sciopero ad oltranza da venerdì scorso. Fra poche ore infatti – alle 9 di questa mattina (mercoledì) – si recherà davanti ai cancelli della fabbrica, accompagnato dal sindaco Benedetti, per portare il proprio sostegno agli operai. La discesa in campo di Boccardo fa intuire quanto la situazione sia drammatica e come le decisioni prese di recente dalla direzione del gruppo Castiglioni abbiano accelerato questo braccio di ferro che impone a tutte le istituzioni (a cominciare da quelle regionali) a non procrastinare ulteriormente un intervento risolutivo.
In mattinata era stato il sindaco a recarsi davanti alla azienda per ascoltare i dipendenti e assicurare un suo viaggio a Varese per incontrare la proprietà e cercare di trovare una intesa (clicca qui). Sono lontani i tempi in cui l’azionista di riferimento sorvolava la città del festival in elicottero: ora non si fa vedere, talmente convinto a non uscire dal proprio “castello” da costringere il sindaco ad abbandonare la propria città pur di realizzare l’incontro. Segno di come cambiano i tempi, di quanto poco rispetto c’è per le istituzioni. La notizia, non confermata, che l’azienda avrebbe avviato le operazioni di liquidazione del 50% dello stipendio non è servita, come era prevedibile, a rasserenare il clima.
La sberla di Cremaschi – a scuotere gli animi è stato il presidente del comitato centrale della Fiom Cgil, Giorgio Cremaschi, arrivato nel pomeriggio a Spoleto grazie all’interessamento della segretaria di Prc Maura Coltorti. Una visita che si è rivelata una vera e propria mazzata per i sindacalisti locali Francesco Giannini, Adolfo Pierotti e Umbro Conti (noti ormai con i soprannomi di Mimì Metallurgico, Pecos Pierotti e Celestone per il loro modo di gestire alcune vertenze). Specie per Giannini che ha dovuto ingoiare l’amaro calice. Perché Cremaschi non ci è andato leggero con i rappresentanti delle OOSS locali: “È vero che il sindacato non fa quello che deve fare – ha detto il presidente Fiom -, mi scuso io per loro”. “C’è bisogno di una posizione più dura del sindacato. A livello locale sicuramente ci sono state delle sottovalutazioni…i sindacati comunque possono fare degli errori ma non mettono in crisi l'azienda” ha aggiunto mentre Giannini restava in disparte senza battere ciglio.
I lavoratori avevano poco prima spiegato all’inaspettato ospite la propria situazione e quella in cui versa l’azienda, denunciando in particolare il crollo delle tessere Cgil all’interno della Ims. E invitato lo stesso Giannini a dire pubblicamente come si sta comportando il direttore Santoro nei loro confronti: ma Mimì si guardato bene dal pigolare. Quanto sia ridotta ai minimi termini la loro fiducia nel sindacato è risaputo (qui). A riportare la calma è stato lo stesso Cremaschi che ha invitato i presenti a “resistere. Adesso bisogna organizzarsi seriamente per come fronteggiare il prossimo futuro, per come prepararsi alla lotta. Bisogna fare paura all'azienda ed alla società. Se loro vogliono chiudere lo stabilimento di Spoleto e lasciare aperto quello di Dongo, prendete un pullman e andate a manifestare davanti ai cancelli dell’industria di Varese”. Poi la mazzata finale: “se non vi sentite rappresentati, organizzate con le Rsu un Comitato di lotta per partecipare ai vari tavoli, immagino che il sindacato non si opporrà…” ha continuato. Le Rsu si sono dichiarate favorevoli ad attuare questa strategia, Giannini, neanche a dirlo, ha continuato il suo momento di religioso silenzio. “Ci deve comunque essere un intervento forte delle istituzioni, la Regione deve venire qua e farsi dire dall'azienda come stanno realmente le cose”. Parole che hanno rinfrancato i lavoratori, ormai delusi dall’inerzia delle parti sociali.
Le prossime iniziative – fra i dipendenti è emersa intanto la necessità di richiamare l’attenzione dell’intera città. Fino a tarda sera si è fatto il punto della situazione e studiato possibili iniziative. Tra cui quella di organizzare un sit-in durante la prossima Corsa dei vaporetti, manifestazione capace di richiamare migliaia di spoletini fra le vie del centro storico.
(Car. Cer.)
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