L'equivoco è apparso in tutta la sua prorompente comicità alla presentazione delle terne di nomine alla Fondazione CaRiSpo di spettanza del Comune
Fantozzi dica che cos’è una fondazione: “Dicesi fondazione…”.
Ecco, potrebbe iniziare su un equivoco fantozziano, relativo alla definizione di fondazione, la storia recente di Spoleto, nella Repubblica di Umarell, amena cittadina che indirizza da 3 anni a questa parte tutti i suoi sforzi per offrire un impiego alle persone anziane in difficoltà.
Una cura della terza età commovente per la dedizione con la quale viene perseguita.
Una via impervia che a volte produce effetti al limite del paradosso, come quando appunto alle istituzioni cittadine vengono richieste le nomine di spettanza comunale per la incolpevole “Fondazione” (CaRiSpo) e invece, l’età avanzata e il fatto di vivere nella Repubblica di Umarell ti portano a confondere fondazione con “puntello”.
La parola fondazione ha una sua natura ed un significato promettente (Treccani: l’attività del fondare, porre le basi, i principî di qualche cosa) e nel caso specifico della benemerita Fondazione CaRiSpo, lo strumento indispensabile per compiere un lavoro di sostegno alla comunità sociale del territorio.
Fantozzi definisca Puntello: “Dicesi puntello…”, sbarra di legno o di metallo, opera muraria e, in genere, elemento ad asse verticale, o anche inclinato rispetto alla verticale, che, fissato a un solido punto d’appoggio, serve come sostegno di strutture.
Nomine, uso puntello e Umarell
L’equivoco di natura fantozziana è apparso in tutta la sua prorompente comicità, nel momento in cui i nomi, le terne di nomi di spettanza comunale, da sottoporre al Consiglio della Fondazione, sono state svelate alla città.
Non ci dilungheremo a ripercorrere vita , opere e “missioni” di chi si è ritrovato nominato, uso puntello. Tuttoggi ne ha appena scritto con dovizia certosina di particolari, anagrafici e non.
Ci limiteremo solo a far notare l’evidente qui pro quo tra concetto di fondazione e quello di puntello.
D’altro canto l’abitudine spoletina di misurare i fenomeni sociali in termini di cantieristica da tenere sotto controllo e criticare a uffa (da cui l’onorificenza di Repubblica di Umarell) è una qualità che non teme uguali in Umbria. Così come quella di pescare sempre nello stesso bacino di illustri pensionati, che fanno tanto “stabilità e concretezza”.
Una classe politica e dirigente dall’età media di un Gigantopithecus del Pleistocene, è inevitabile che non commetta errori dovuti spesso alla sordità. Da cui il famoso detto “non c’è peggior sordo di chi non vuol sentire…”.
L’Esercito del Surf-umigio
E infatti TAC… eccoti le terne dell’Esercito del Surf-umigio (o anche fumigazione con elementi balsamici a uso terapeutico, vista l’età).
Che dire di più! Uno splendido ed ispirato Filippo Tommaso Marinetti ebbe a scrivere nel celebre Manifesto del Futurismo, “I più anziani fra noi, hanno trent’anni: ci rimane dunque almeno un decennio, per compier l’opera nostra. Quando avremo quarant’anni, altri uomini più giovani e più validi di noi, ci gettino pure nel cestino, come manoscritti inutili. — Noi lo desideriamo!”
Una limpida voglia di Fondazione e non di sostegni posticci che risale al 1909. Tanto per dire…
In questi giorni di crisi pandemica e non, anche alla luce di recenti nomine come quella della presidenza della Camera di Commercio dell’Umbria (Mencaroni, la vendetta- n°3), si è levato un coro di Menadi (o Baccanti) che sostiene ad ogni piè sospinto che la “stabilità” è l’elemento salvifico in una situazione critica.
Ecco dunque spiegato il tutto. E’ proprio una questione di puntello. Umbria, regione puntellata.
E Spoleto con il suo Esercito del Surf-umigio di nominati uso puntello, a fare da Umarell al cantiere.
Che splendida prospettiva di concreta stabilità…salvo artrosi!