L’Agenzia del Demanio mette in vendita Palazzo dell’Arcone e, forse, gli ridona una speranza di salvezza. Già, perché l’edificio è da tempo pericolante e non è raro, passeggiando per il corso, trovare in terra polvere e piccoli detriti venuti giù dal cornicione. L’episodio più eclatante risale al febbraio dello scorso anno quando un pezzo di intonacò si staccò e franò al suolo a causa delle pesanti infiltrazioni d’acqua, fortunatamente senza ferire nessuno. Fu però necessario l’intervento dei Vigili del Fuoco che puntellarono la porzione di tetto interessata dal crollo e transennarono l’area sottostante.
Adeguamento sismico – Oggi, Palazzo dell’Arcone figura nell’elenco delle 15 proprietà messe in vendita dall’Agenzia del Demanio. Nel bando, pubblicato sul sito internet agenziademanio.it, l’edificio viene descritto come una “palazzina di interesse storico-artistico di 3 piani. Al piano terra – recita l’annuncio – l’edificio ospita 3 attività commerciali, di cui una in concessione come bar-ristorante. I piani superiori sono destinati ad uffici pubblici e include anche due locali seminterrati”. E’ anche specificato che “l’immobile necessità di interventi di restauro e adeguamento sismico, che dovranno tener conto delle prescrizioni del Mibact”.
All’asta – Resta da capire se entro il 29 settembre, ultimo giorno utile per presentare offerte, si farà vivo qualche soggetto interessato all’acquisto e disposto a sborsare almeno 680mila euro. Questa la base d’asta imposta dal Demanio per Palazzo dell’Arcone, sesta cifra più alta del “pacchetto” di 15 beni messi in vendita (tra cui figurano anche una ex base missilistica e una ex Casa del Fascio).
Fondi dirottati – Di certo non era andato a buon fine il primo tentativo, messo in atto dal comune, di salvare l’edificio di Corso Mazzini grazie ad una parte dei 7 milioni di finanziamenti ottenuti nell’ambito del PUC2 “Spoleto piazza delle eccellenze”. L’amministrazione decise infatti di dirottare la cifra destinata inizialmente all’Arcone verso il recupero di Palazzo Martorelli-Orsini, abbandonando di fatto il primo ad un destino infausto.
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