Redistribuzione penitenziaria, 20 unità a Terni e 9 a Spoleto, nessuna a Perugia e Orvieto. L'appello di Sappe, Uilpa e di Puletti
In attesa di riavere il proprio Provveditorato dell’amministrazione penitenziaria, secondo il progetto annunciato nelle scorse settimane, l’Umbria rischia di essere penalizzata dalla decisione dell’attuale Provveditorato, quello attuale Toscana-Umbria, sulla redistribuzione dei nuovi agenti di polizia penitenziaria su tutto il territorio nazionale. Solo 29 agenti per le carceri umbre (20 a Terni e 9 a Spoleto, nessuno per Perugia e Orvieto). Ritenuti insufficienti dai sindacati, che lamentano una carenza di personale nei penitenziari umbri del 20 per cento. Non così in Toscana, dove le esigenze di organico vengono soddisfatte in molte carceri.
I sindacati Sappe e Uilpa, in particolare, sono sul piede di guerra, in vista dell’incontro decisivo previsto oggi (venerdì) a Firenze, negli uffici del provveditore D’Andria.
L’appello di Puletti
“Il Provveditorato dell’Amministrazione Penitenziaria Toscana-Umbra riveda i parametri e definisca un’equa e adeguata distribuzione degli agenti” è l’appello della consigliera regionale della Lega Manuela Puletti, che più volte si è attivata sui temi delle case di reclusione in Umbria. E che ora si dice al fianco dei sindacati anche su questa battaglia.
Spiega Puletti: “Il numero di agenti da distribuire nelle regioni è determinato sulla base di un coefficiente individuato dal Provveditorato dell’Amministrazione Penitenziaria dei rispettivi territori. Con le attuali decisioni prese dal Provveditorato, l’Umbria rischia di essere penalizzata a causa delle scelte operate dalla sede toscana. A quanto ci risulta il provveditore avrebbe attribuito a Toscana e Umbria, regioni dello stesso distretto, un coefficiente diverso da quello individuato nel 2019 da un gruppo di lavoro all’uopo istituito e da lui stesso presieduto, e in questo modo la nostra regione verrebbe penalizzata di ben 94 unità. Ci chiediamo quale sia la reale motivazione, quali criteri abbiano portato il Prap a prendere una simile decisione, avrei anche voluto chiederlo allo stesso dottor D’Andria, che ho provato a contattare più volte, senza però riuscire ad avere un’interlocuzione. Certa della legittimità di questa decisione, mi avrebbe fatto piacere anche come capo Dipartimento sicurezza e immigrazione della Lega, oltre che come consigliere regionale, poterne comprendere le dinamiche”.
Le criticità
Sulla vicenda si stanno muovendo anche i sindacati Sappe e Uilpa. “Con i quali stiamo collaborando aggiunge Puletti – affinché si proceda ad una pronta riformulazione dei parametri, basata su criteri di equità e definiti dalle necessità riscontrate sui territori e dalle esigenze di istituti penitenziari che operano in regime di 41 bis, come quelli di Spoleto e Terni. Il Governo sta mantenendo gli impegni presi sul tema sicurezza, intervenendo sul potenziamento dell’organico della Polizia penitenziaria e sull’inserimento di forze fresche per garantire ordine e legalità nelle carceri”.
Tremila agenti in tutta Italia, l’Umbria rischia di essere penalizzata
L’arrivo di 3mila agenti su tutto il territorio nazionale è un ottimo punto di partenza su cui costruire quel cambiamento tanto auspicato da sindacati, addetti ai lavori e cittadini, ma mai messo a terra dai Governi di sinistra. La strada è quella giusta, nella speranza però che certe decisioni del Dap non rendano vano l’impegno, il lavoro e la determinazione che ha di fatto contraddistinto il Governo nazionale e quello della Regione Umbria. L’appello che rivolgiamo al provveditore – conclude Puletti – è quello di rivedere le sue decisioni e che in fase di contrattazione possa accogliere le istanze dei sindacati umbri, al fine non di privilegiare una regione piuttosto che l’altra, ma assicurare una corretta distribuzione all’interno di quello che di fatto è lo stesso Distretto”.