Alessia Chiriatti
Sarebbero pronti a combattere anche contro le dichiarazioni della statunitense 21enne Kelsey Kay i legali di Raffaele Sollecito, accusato dell'omicidio della giovane inglese Meredith Kercher insieme all'americana Amanda Knox. La Kay infatti avrebbe dichiarato al quotidiano britannico Daily Mail che il ragazzo pugliese le avrebbe chiesto di sposarlo durante un suo viaggio negli Stati Uniti lo scorso marzo, e che la medesima proposta sarebbe poi arrivata anche alla stessa Amanda. Il tutto, sembra insinuare la Kay, per ottenere la cittadinanza americana. Nella proposta ci sarebbe stato anche un accordo prematrimoniale, che avrebbe previsto il versamento di 20 mila dollari in caso di divorzio e l'obbligo a restare uniti per almeno tre anni. Uno dei legali del giovane pugliese, l'avvocato Luca Maori, raggiunto telefonicamente da Tuttoggi.info, ha affermato che una dichiarazione del genere, a poca distanza dal giorno della sentenza prevista per il 30 gennaio, “non è null'altro se non un tentativo di estorsione. Raffaele era in contatto con la giovane, poi i casi della vita hanno voluto che la loro amicizia finisse. Ma il ragazzo non vuole fuggire. Quello che la signorina ha dichiarato sono solo delle falsità. Probabilmente, e compatibilmente con la legge americana, provvederemo a chiarire la faccenda nelle sedi opportune”.
“Dovrebbe vergognarsi” – Immediata anche la risposta a riguardo del padre di Raffaele, Francesco. “Raffaele non ha mai fatto alcuna proposta ad Amanda Knox di sposarlo. Sono tutte falsità. Questa signora dovrebbe vergognarsi. Raffaele – aggiunge – l'ha conosciuta via Facebook e con lei c'è stato solo un rapporto tramite il social network. Credendo potessero esserci presupposti seri, quando si trovava già da alcuni nostri parenti negli Usa, Raffaele è andato a trovarla nello stato dell'Idaho per due giorni. Lei si è però dimostrata poco disponibile ed è poi emerso che era sposata, con una figlia. Gli ha mentito. Lei e Raffaele – conclude il padre – si sono conosciuti l'estate scorsa e lei si ricorda tutto dopo nove mesi?“.
Lo studio – Abbandonate le pene d'amore, in questi giorni Raffaele sarebbe totalmente impegnato e assorto negli studi universitari. Alla fine di marzo dovrebbe infatti discutere la tesi per la laurea specialistica in ingegneria informatica all'Università di Verona.
La sentenza – Intanto la parola fine su tutta questa storia potrebbe già essere messa il prossimo giovedì 30 gennaio, quando presso il Tribunale di Firenze, verrà emessa la sentenza dell'appello bis. Sembra, da una dichiarazione del padre dello studente pugliese, che il giovane attenderà la lettura del dispositivo quasi sicuramente a casa. “Raffaele – ha sostenuto il genitore – non è in condizioni psicologiche di sostenere una lunga attesa come quella che si prevede il giorno della sentenza. Per questo quasi sicuramente attenderà a casa. E come è evidente non ha alcuna intenzione di scappare“. Proprio a riguardo degli studi del giovane il padre ha rimarcato dichiarando: “ha cose ben più importanti cui pensare, altro che scappare…“. Lo stesso Francesco Sollecito non ha confermato la sua presenza in aula il prossimo 30 gennaio: “Vorrei esserci almeno al mattino – ha detto – perchè la Corte merita considerazione e rispetto così come i familiari di Meredith che dovrebbero assistere alla lettura della sentenza. Anche io sono però reduce da tre processi e quindi non è escluso che possa attendere la sentenza a casa insieme a Raffaele. Decideremo insieme cosa fare“. L'avvocato Luca Maori, sempre ai microfoni di Tuttoggi.info non ha però confermato il fatto, dicendo che non è detto che il giovane resti in Puglia attendendo in casa la sentenza.
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