La recente assemblea tra sindacati e direzione della Sigit ha offerto i primi segnali di speranza sul futuro dello stabilimento di San Giustino, specializzato nella produzione di componenti per il settore automotive.
L’azienda – che a inizio novembre aveva annunciato la cassa integrazione a zero ore per i suoi 40 dipendenti – sembrerebbe ora disposta a garantire e mantenere l’attività nel sito altotiberino, dopo che il trasferimento di alcuni macchinari verso altre sedi produttive aveva alimentato i timori di uno smantellamento dello stabilimento di via Citernese.
Secondo quanto riferito da Filctem Cgil e Femca Cisl non sono però stati adottati provvedimenti definitivi, ma si registrerebbe solo una disponibilità significativa da parte dell’azienda. Tuttavia proprio i rappresentanti Sigit hanno ribadito l’urgenza di garantire anche un equilibrio economico per l’intero gruppo, che conta 14 sedi tra Europa e Oman e che sta affrontando la generale crisi del settore.
Le organizzazioni sindacali e la Rsu di Sigit restano dunque prudenti, ritenendo indispensabile ottenere conferme formali che garantiscano la piena tutela dei lavoratori interessati dalla vertenza. Intanto il presidio permanente dei dipendenti, attivo da settimane, è stato sospeso in attesa di ulteriori sviluppi.
L’appuntamento chiave è fissato per la prima settimana di dicembre, quando le parti torneranno a incontrarsi per cercare un accordo definitivo. Fino ad allora, resteranno attivi gli ammortizzatori sociali per i dipendenti coinvolti. I sindacati, per ora, continuano a monitorare con attenzione la situazione, auspicando che l’apertura della proprietà si traduca in una reale garanzia di continuità per lo stabilimento e per chi ci lavora.