Sexting, ragazzi italiani primi in Europa | Bruzzone "Noi siamo la merce dei social" - Tuttoggi.info

Sexting, ragazzi italiani primi in Europa | Bruzzone “Noi siamo la merce dei social”

Luca Biribanti

Sexting, ragazzi italiani primi in Europa | Bruzzone “Noi siamo la merce dei social”

"Il lato oscuro dei social", a Orvieto convegno patrocinato dal Comune coi ragazzi delle scuole
Mar, 10/05/2016 - 14:56

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I ragazzi italiani sono i primi in Europa per traffico di sexting, cioè messaggi a contenuto erotico che ritraggono gli utenti in pose osé che vengono inviati tramite internet. Basta un click di troppo e la foto viene caricata su una delle tante piattaforme di condivisione, senza possibilità di ritorno; i dati digitali, infatti, rimangono per sempre memorizzati in qualche angolo della rete, magari in un server lontano migliaia di chilometri, ma rimangono. Una vendetta per un amore finito male, bullismo, pedopornografia, stalking, tante possono essere le cause che spingono i cybernauti a fare un uso improprio delle foto altrui, senza che questi abbiano sempre la consapevolezza e gli strumenti necessari per difendersi. Una delle categorie più a rischio è quella dei ragazzi in età scolare, gli adolescenti per capirci, che hanno tra le mani telefoni di ultima generazione costantemente connessi alla rete. Non è demonizzazione del mezzo social, che usato responsabilmente porta benefici alla collettività, ma un mettere in guardia rispetto ai pericoli che si possono incontrare nel traffico incontrollato del web, dove proliferano episodi di ‘violenza’ che sempre più spesso finiscono con denunce e nei tribunali. Nella rete finiscono anche in genitori che, oltre ad avere gli stessi atteggiamenti sbagliati dei figli, a volte non hanno consapevolezza di ciò che fanno i loro figli.

Oltre alla criminologa Roberta Bruzzone, alla “Sala dei 400” di Orvieto, erano presenti Stefano Spagnoli del Consap, il sostituto procuratore della repubblica presso il tribunale dei minori dell’Umbria, Flaminio Monteleone e l’avvocato Emanuele Florindi, collaboratore della Bruzzone. Il Comune di Orvieto ha prestato il patrocinio e ha collaborato con gli organizzatori nella figura dell’assessore Cristina Croce.

Stefano Spagnoli ha invitato i ragazzi a: “Scoprire quali sono i rischi che si possono correre anche involotnarisamente attravrrso l’uso improprio dei social che possono portare a conseguenze importanti. Ho lavorato su un caso che mi ha sucscitato emozioni forti in senso negativo – conferma Spagnoli – ho visto immagini che non avrei mai pensato di vedere. Può accadere a tutti, ma i più esposti sono i giovani. Le foto messe in rete non potranno mai essere cancellate perché saranno trattenute dai server. Non si possono pubblicare foto di altri, si può rispondere di violazione della privacy”.

L’intervento che ha catturato maggiormente l’atttenzione dei ragazzi è stato quello del dott. Monteleone che ha riferito 3 casi ai quali ha lavorato negli ultimi tempi. Quello più significativo riguarda una ragazza di 14 anni:

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Ragazzina di 14 anni, introversa, ha avuto la colpa di essere una ‘dark’, si vestiva, pettinava e truccava in un certo modo. 5 compagne di classe hanno iniziato a fare dei commenti su questa ragazza. Poi la foto con un commento più cattivo “Ma è una ragazza?”. Altre foto e altri commenti che tendevano a emarginare e isolare la vittima. Le 5 ragazze hanno anche coinvolto i ragazzi della classe che hanno iniziato a vessarla. Veniva ripresa e fotografata come fosse un’attrazione da circo. La cosa è andata avanti per 5 mesi, è stato creato addirittura un blog ‘dedicato’ a lei.

La ragazzina ha smesso di andare scuola, ha iniziato a compiere gesti di autolesionismo, ha smesso di mangiare, fino al ricovero in ospedale, dove era alimentata da flebo. Si stava lasciando morire. I genitori vennero da me in procura. Le indagini non furono così difficili; le foto, i commenti erano ancora tutti lì, nei cellulari e nei profili delle giovani. Mi ha lasciato perplesso l’atteggiamento delle famiglie di queste 5 ragazze, come a dire “Come si è permesso il sistema giustizia di occuparsi di loro invece dei delinquenti?”. Ho ordinato ai servizi sociali di eseguire un profilo delle famiglie delle 5 ragazze ed è emersa una realtà tendenzialmente sovrapponibile: mamme impegnate in trucchi e shopping e papà poco presenti per delle ‘riunioni’ continue, che ovviamente tali non erano.

Quanta ottusità anche tra i genitori.

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“Spesso internet viene utilizzato per avvicinare soggetti deboli – continua Monteleone –  ecco dunque fenomeni come il cyberbullismo e lo stalking,  che riguarda tutti gli ambienti. Il bullo è spesso intelligente e preparato, è un soggetto che è in grado di comprendere la realtà che lo circonda. I bulli adottano tecniche sempre più sottili per far soffrire i propri coetanei. Il bullismo può essere diretto, con aggressioni fisiche, o indiretto, che è forse peggiore, perché si realizza con l’esclusione. Poi c’è il cyberbullismo, la vittima viene umiliata tramite foto e video che vengono fatti girare in rete. Bisogna aiutare e sostenere chi è in difficoltà, è il bullo che deve essere isolato, deve essere colpito nello spirito di emulazione e di approvazione che cercano negli altri”.

Roberta Bruzzone ha infine chiuso il tavolo dei lavori invitando i giovani, ma soprattutto le ragazze, a fare attenzione: “I ragazzi hanno una scarsa percezione dei pericoli che si corrono aprendo un profilo. Vi siete mai chiesti perché è gratuito iscriversi? Perché la merce siamo noi. Dobbiamo cambiare prospettiva nell’utilizzo dei social che potenzialmente danno ottime prospettive, se usate in modo responsabile. I ragazzi dovrebbero coinvolgere i loro genitori anche perché spesso sia i dispositivi che la rete sono messi a disposizione dai genitori stessi. I ragazzi italiani sono i primi in Europa per il sexting, nelle scuole succede sempre più spesso che foto fatte privatamente vengano condivise e divulgate sui social. È impossibile poi fermare questa divulgazione e non si può più cancellare nulla, non bisogna arrivare a quel click di troppo che potrebbe rovinare la vita di qualcuno. Mi rivolgo soprattutto alle ragazze, pensateci prima di accettare richieste di foto particolari, i ragazzi che vi fanno queste richieste hanno una scarsa considerazione di voi. Facebook ha superato il miliardo di utenti nel mondo, e il numero è sempre in crescita, la gente preferisce vivere lì che nel mondo reale. Bisogna puntare sull’utente, sul fattore umano e sulla consapevolezza, bisogna puntare su di noi”.

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