Carlo Ceraso
Il ribaltone alla fine c’è stato. La maggioranza del Cda della Scs al quarto tentativo ha sfiduciato il proprio vertice, ovvero il presidente Giovannino Antonini e il vice Marco Bellingacci. A guidare la Cooperativa che controlla la Popolare Spoleto sarà di nuovo Fausto Protasi, defenestrato lo scorso febbraio per non aver accettato la presidenza Bps e lasciato così libero lo scranno che serviva ad Antonini, per esser stato nel frattempo cacciato da Bps a seguito della Relazione della Vigilanza che ne aveva messo a nudo il comportamento “pervasivo, dominante e poco trasparente” e alcuni atti poco consoni ad un amministratore (dai rapporti con soggetti in stato di difficoltà, al giro di assegni di 21milioni di euro per creare surrettizie disponibilità economiche, mediamente non meno di 300mila euro). Antonini e Bellingacci restano comunque consiglieri di amministrazione. La linea del 'ritrovato' presidente è stata subito rivolta al taglio delle spese correnti: insieme a Cucchetto, Raggi e Solfaroli hanno deciso di non procedere alla nomina del vicepresidente in quanto è più che sufficiente quella del vicepresidente vicario. Ma la giornata è stata tutt’altro che tranquilla, con tanto di querele in vista e di intervento della Polizia. Andiamo con ordine.
No al ricorso d’urgenza – di questa mattina la decisione del Presidente del Tribunale, il giudice Bellina, di respingere il ricorso d’urgenza presentato da Bellingacci e dal consigliere Michelangelo Zuccari avverso la convocazione del board da parte di Solfaroli. Per la terza volta, in tre settimane, il Tribunale di Spoleto è dovuto intervenire sull’affaire Scs e per la seconda consecutiva ha ritenuto che non sussistono i presupposti dell’urgenza per sospendere i lavori del board. Se non è un ‘via libera’ a far svolgere il Cda, gli assomiglia molto. Anche perché gli amministratori della Holding, a dispetto di quanto fissato nello Statuto, non si riuniscono da quasi due mesi. Il giudice, respingendo dunque le motivazioni dell’urgenza, ha comunque invitato le parti a comparire per il prossimo 13 dicembre.
L’apertura del verbale – per la cordata antoniniana il dispositivo odierno ha spento le ultime speranze, anche se resta altissima la volontà di provarle tutte prima di mollare. Così presidente e vice si presentano a piazza Pianciani. Manca all’appello Michelangelo Zuccari, impegnato a Roma. Una assenza che innesca più di un sospetto anche se il dominus, pardon l’ex dominus, si affretta a dire che è “giustificata”. Antonini prova così la ‘mossa’ che due settimane fa gli aveva permesso di rinviare il Cda (salvo poi annullarlo all’ultimo momento): aprire e, immediatamente dopo, chiudere il verbale. Ma la maggioranza stavolta non ci sta, non c’è alcun motivo per non proseguire con la discussione dell’unico punto all’ordine del giorno: la sfiducia del vertice. Sono da poco passate le 12 (l'orologio di Antonini invee fa le 11.30). I lavori vengono “sospesi” fino alle 13.30 quando è Solfaroli a prendere l’iniziativa e ad avviare le procedure di voto.
L’esito delle urne – intorno alle 14 ha inizio lo scrutinio con Antonini che abbandona il Consiglio e si rifugia nell’ufficio di presidenza insieme a Bellingacci. Non prima di aver usato toni a dir poco inquietanti, a quanto si apprende da palazzo Pianciani, nei confronti di alcuni dei consiglieri. Che starebbero già meditando di denunciarlo. Il voto è scontato: risultato 4 a 0, con il vertice decapitato. Verso le 15 Antonini abbandona il palazzo e con lui la maggioranza dei revisori dei conti (Mallardo e Cerbella), mentre resta al suo posto il presidente del collegio, il dottor Roberto Rossi. Si passa così a verbalizzare la seduta per le opportune comunicazioni alla Consob.
La nota ufficiale – intorno alle 18 sul sito Scs appare la comunicazione prevista dal decreto legislativo 58/98. Leggiamo: “Il Cda ha posto ai voti la fiducia sul Presidente e sul Vice presidente. Dopo la votazione segreta statuariamente prevista su entrambe le cariche, con n. di 4 voti favorevoli su 4 votanti in entrambe le votazioni, il Consiglio ha deliberato il venir meno della fiducia e conseguentemente ha revocato agli stessi le rispettive cariche. Con n. 4 voti favorevoli su 4 votanti, è stato nominato presidente del Cda il consigliere dottor Fausto Protasi, non procedendo alla nomina del Vice presidente”.
Il ritorno del dominus – negli uffici del Pianciani erano nel frattempo rientrati Antonini e Bellingacci, seguiti da un piccolo codazzo (sembra di parenti del primo), che si erano chiusi sempre nell’ufficio di presidenza. Come a ‘urlare’ di non voler tener conto della decisione della maggioranza del board. Cosa che si manifesta palesemente con il comunicato che, di lì a poco, Antonini impone di inserire nel sito internet della holding. Ovviamente non si tratta di una comunicazione ufficiale alle Autorità di controllo – o almeno così si evince dal titolo della nota – ma di una sorta di comunicato ai visitatori del sito. Firmato però, udite udite, ancora con la carica di ‘presidente’. Leggiamo sempre dalla rete: “”L'odierno consiglio d'amministrazione della SCS è stato aperto alle ore 11.15, in presenza di tutti i Consiglieri, ad eccezione del consigliere Zuccari (Assente Giustificato). Il Presidente ha ribadito la illegittimità della convocazione inviata dal Vice Presidente Vicario, stante la propria presenza, e la insussistenza di qualunque suo impedimento. Il presidente ha reso noto che, a seguito del ricorso del provvedimento d'urgenza inoltrato da due consiglieri, il Presidente del Tribunale ha ordinato la comparizione delle parti per il 13.12. 2011, riservandosi di decidere dopo la instaurazione del contradditorio fra le parti. Il presidente della SCS preso atto della decisione del giudice ha ritenuto di sospendere e chiudere formalmente il Consiglio, anche in considerazione della identità degli argomenti posti all'ordine del giorno del consiglio convocato senza titolo dal Rag. Solfaroli, con quelli già da tempo sottoposti alla deliberazione dell'Assemblea dei soci, convocata su richiesta del Collegio Sindacale per il 17.12.2011. Il Consiglio è stato dunque dichiarato chiuso alle ore 11.30. Quanto eventualmente avvenuto dopo la formale chiusura della seduta del C.d.A. sarebbe giuridicamente inesistente e frutto di iniziative illecite, che saranno sanzionate nelle opportune sedi. Il presidente della SCS Giovannino Antonini”.
Antonini quindi non molla la presa, anzi da per scontato che la decisione assunta dalla maggioranza del board verrà sanzionata. Facile quindi pernsare che sia sul punto, lui o i fedeli Bellingacci-Zuccari, di impugnare il verbale del Consiglio. Roba da preanunciare un attacco di bile a chi lavora in Tribunale. E forse anche alla Consob, se domattina si troverà di fronte due comunicazioni diametralmete opposte nei contenuti.
L’arrivo della volante – è probabile però che stavolta non ci si fermi ad una azione di diritto civile. Non si spiegherebbe altrimenti la telefonata al 113 fatta da Antonini che ha richiesto l’intervento della forza pubblica. Una volta giunti sul posto, agli agenti non è rimasto da far altro che ascoltare le ragioni di Antonini e acquisire la documentazione fornita dallo stesso. Gli agenti, stando a quanto riferito da fonti interne a palazzo Pianciani, avrebbero comunque proceduto ad identificare anche quanti si trovavano all’interno della presidenza. Sono le 19.30 circa. Ma non è finita.
Nuovo Cda – le luci del Piano nobile del Pianciani restano accese fino a sera inoltrata. Antonini è talmente convinto di essere ancora in sella che decide di convocare addirittura un nuovo Cda. La comunicazione al board parte alle 21.30, anche se la decisione sarebbe stata presa (il condizionale è d’obbligo) alle 14.30 di oggi. Proprio mentre lo stavano sfiduciando. Stando ai bene informati la convocazione conterrebbe vari punti all’ordine del giorno ma, ironia della sorte, Antonini avrebbe dimenticato quello della mozione di sfiducia. La data è stata fissata per il prossimo 6 dicembre. Insomma è il caos più completo. Sarà importante capire cosa avverrà domattina, quando Protasi si insedierà ufficialmente nella sua nuova carica di Presidente. .
Il timore di Antonini – Cosa spinge Antonini e Bellingacci, fra gli autori dei ribaltoni a Cardarelli e Protasi, a non voler accettare ora il voto di sfiducia mosso nei loro confronti? Nessuno lo sa con certezza. Fra le ipotesi c’è quella che il board possa decidere, stante le gravi accuse mosse dalla Banca d’Italia, di estromettere Antonini da socio Scs. Togliendogli così la possibilità di ricandidarsi alle prossime elezioni. Al momento si tratta di ‘voci’, prive di ogni ufficialità, ma che hanno messo in allarme l’entourage dell’ex presidente.
“Mai più candidato” – l’infernale giornata, con i continui ribaltoni, ha registrato le bocche cucite su entrambi i fronti. Fino alle 20 di stasera quando a rompere il silenzio è stato il presidente Protasi che ha voluto spiegare le ragioni del suo nuovo incarico: “era doveroso per me accettarlo – dice a Tuttoggi.info – per ripagare la fiducia che la maggioranza del Consiglio ha voluto rendermi. Ma soprattutto perché vedo a rischio quella che per me è la mia seconda famiglia”. Chiaro il riferimento alla Bps, dove Protasi ha lavorato fino a raggiungere la carica di vicedirettore generale. Poi l’annuncio inaspettato: “al fine di spazzar via ogni possibile malignità, annuncio che non presenterò mai più la mia candidatura per Il Cda della Cooperativa” dice a TO®.
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