Giovannino Antonini e Marco Bellingacci, presidente e vice della Scs (nella foto), tornano da oggi a pieno titolo nel mirino della sfiducia proposta dalla maggioranza del Cda guidata dal vicepresidente vicario Danilo Solfaroli. L’udienza di stamani davanti al presidente del Tribunale, la dottoressa Bellina, non ha in pratica registrato alcuna novità di rilievo e segna di fatto il via libera al Cda fissato per dopodomani quando, alle 10.30, comincerà il Consiglio propedeutico al voto di sfiducia.
Solfaroli, come si ricorderà, aveva convocato per ben 2 volte il Cda (per i giorni 8 e 17 novembre scorso); convocazioni puntualmente impugnate con procedura d’urgenza da Bellingacci e dal consigliere Scs Michelangelo Zuccari (che della controllata Bps è anche vicepresidente vicario). Non era stato dunque Antonini, come si era pensato in un primo momento e mai smentito dallo stesso, a ricorrere davanti al Tribunale.
Il primo provvedimento venne accolto dal giudice che sospese il board (convocando le parti appunto per oggi); il secondo fu invece respinto perché Solfaroli, in questa occasione, aveva rispettato i termini di convocazione fissati dallo Statuto.
Ma il Consiglio del 17 scorso registrò la decisione di Antonini, nel silenzio-assenso della maggioranza dei revisori, di fermare i lavori e rinviare il board al 23 novembre, in attesa di conoscere l’esito dell’udienza di oggi.
Una decisione che ai più è sembrata da subito come un tentativo per guadagnar tempo – probabilmente in vista dell’assemblea dei soci dove il n. 1 è certo di riuscire a controribaltare la situazione – ed evitare così la sfiducia: dovrebbe finire 4 a 3 per i “ribelli”, se Antonini e Bellingacci decideranno di partecipare al voto (i defenestrati Cardarelli e Protasi si astennero per ovvi motivi di opportunità).
Solfaroli oggi era rappresentato dal principe del foro di Roma Massimo Zaccheo, ordinario di diritto privato alla Sapienza, e dall’avvocato Giuseppe La Spina; Bellingacci e Zuccari dall’avvocato Claudio Caparvi. Le due parti avrebbero convenuto sulla regolarità della convocazione del prossimo 23 novembre, che a questo punto si dovrebbe tenere senza ulteriori intralci.
Il giudice ha quindi concesso 10 giorni a Caparvi per studiare la documentazione depositata da Solfaroli (tra cui vi sarebbe una copia della famosa Relazione di Bankitalia che portò all’allontanamento di Antonini e Bellingacci dalla Bps) e presentare le proprie deduzioni; ulteriori 10 giorni a Zaccheo per le contromemorie. Il tutto pare al fine di quantificare le spese legali del giudizio. Il conto alla rovescia è cominciato. Non resta che attendere le prossime 40 ore quando i “giochi” saranno chiariti. A meno di ulteriori, clamorosi colpi di scena, ai quali da 10 mesi a questa parte Antonini ha abituato cronisti e lettori. Anche se i fedelissimi dell’attuale presidente si dicono certi che la 'guerra' in corso non si concluderà certo con il voto di sfiducia. (C.C.)
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