Scs, countdown assemblea tra Don Raffae’, quadri sospetti, scuse e nuove denunce - Tuttoggi.info

Scs, countdown assemblea tra Don Raffae’, quadri sospetti, scuse e nuove denunce

Carlo Ceraso

Scs, countdown assemblea tra Don Raffae’, quadri sospetti, scuse e nuove denunce

Il confronto sulle spese amministrative, i dividendi soci a partecipate decotte | Marcucci “dialogo con tutti, ma qui non ho visto nessuno” | Denunciato commercialista spoletino | Compensi board pro Norcia
Gio, 13/10/2016 - 16:24

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Scattato il countdown per l’assemblea dei soci Scs (ex controllante di PopSpoleto) programmato per sabato 15 ottobre al Teatro Gian Carlo Menotti, non resta che attendere l’esito e i risultati dell’adunanza per capire se il nuovo corso segnato dalla presidenza dell’avvocato Massimo Marcucci avrà vita facile, almeno fino alla scadenza naturale prevista per ottobre 2017.

Perché in città il clima si è improvvisamente surriscaldato, infiammato dai nostalgici delle precedenti gestioni che vedono la possibilità di risalire alla guida di una cooperativa pressoché spolpata e per questo hanno avviato la solita ridda di voci intimidatorie all’indirizzo non solo dell’attuale board, ma anche della giunta municipale.

Cosa c’entri la politica non è chiarissimo, ma facilmente intuibile, visto che a guidare la municipalità c’è quel Fabrizio Cardarelli, già presidente Scs, che con le sue segnalazioni alla Vigilanza e alla Procura in qualche modo rafforzò l’inchiesta già partita dai Carabinieri (e proseguita dalla Valutaria della Finanza) per il crack di un paio di aziende edili.

I maligni ipotizzano accordi trasversali con pezzi da 90 del piddì locale. Come quei telefilm a tinte fosche stile “affari & politica”; se non fosse che di affari ce ne son più pochi da fare visto il profondo rosso in cui versa Scs. Su cui Marcucci & Co. stanno lavorando per riportare piazza Pianciani in acque più tranquille.


Don Raffaè? 

Cosa avverrà sabato è difficile da prevedere. Il sospetto che non sarà una assemblea serena è abbastanza concreto. Tanto che dell’evento è stata informata la Procura della Repubblica, carabinieri, guardia di finanza e polizia di stato.

Agli azionisti, le vere vittime del profondo rosso dei bilanci registrati da Bankit, si presenta l’occasione di dimostrare se hanno capito la lezione. Oppure se, come il Don Raffaè di De Andrè, si confermerà ancora una volta l’italica società, quello Stato che troppo spesso “…si costerna, s’indigna, s’impegna poi getta la spugna con gran dignità”.

A Spoleto, se non tra le mura private e qualche rara istituzione, di costernazione e impegno se ne è visto poco anche quando l’indignazione sarebbe dovuta essere altissima. Prova ne sia lo spaventoso silenzio della politica locale – dal M5S a Pd e FI – che ha preferito girarsi dall’altra parte di fronte al depauperamento delle quote dei soci.

Marcucci nelle scorse ore ha tenuto una conferenza stampa per “evitare che informazioni inesatte o parziali possano generare valutazioni ed aspettative che non possono trovare riscontro nella realtà”.


Lo stato dell’arte

Per il board questa è la prima uscita pubblica, anche se le attività in corso erano state comunicate, come pure l’ordine del giorno che scandirà la giornata di sabato prossimo

Soci al voto: Statuto, compensi, azione responsabilità e liste per 3 neoconsiglieri

L’accordo con l’Università di Camerino

Il presidente, affiancato dai consiglieri Angelo Mariani Francesco Graniti nonché dai revisori dei conti,  ha criticato la possibilità di non poter scegliere i 3 membri da cooptare. “Mi sembra giusto che possa lavorare con chi mi scelgo, questo è un cda non un consiglio comunale e la nostra lista era quella che aveva vinto. Nulla contro i candidati proposti dal socio Edilnardi (Stefano Di Fonzo, Walter De Fusco e Rosanna Mazzoni, n.d.r.), si sappia che qui si lavorerà, e lavorerà sodo”.

Quanto ai compensi fin qui percepiti, Marcucci ha aggiunto: “i 100 euro l’anno a consigliere sono una cifra simbolica ma che doveva comunque essere adottata, idem per i gettoni di presenza fissati in 129 euro ciascuno; soldi mai percepiti e che il Cda ha già deciso di devolvere al comune di Norcia per l’assistenza alle popolazioni colpite dal terremoto”.

Sulla azione di responsabilità aggiunge di “non capire tanto nervosismo su un atto dovuto; io credo che se un amministratore è convinto di aver ben operato non ha nulla da temere. Anzi io personalmente sarei contento di veder sottoposto al vaglio di una autorità terza e garantista come è il giudice il mio lavoro”. Continua Marcuci: “mi domando spesso cosa vuol sapere un nostro socio/azionista; quale attività ho svolto? Cosa hanno fatto i miei predecessori? oppure,  dove sono andati a finire i suoi soldi? Questo incontro cerca di rispondere un po’ a tutto ciò, senza dare per il momento giudizi”.


I costi di gestione

A seguire è cominciato lo sciorinamento di dati e costi contabili. Impressionante la differenza tra quelli ante commissariamento Bankit e quelli attuali. Oggi la Scs, a sentire il presidente, costa “150mila euro l’anno, cifra comprensiva di 45mila euro di Imu che paghiamo sugli immobili di proprietà, con un direttore e 2 dipendenti”.

Appena 4 anni fa (2012) il costo è stato pari a 2,2 milioni (con 6 dipendenti); 1,6 milioni nel 2011. Nel periodo commissariale la struttura è costata 1,65 milioni così suddiviso: 679 mila per dipendenti, amministratori e sindaci; 576mila per professionisti esterni, 112mila per assemblea di fine commissariamento, 103 per imposte indirette, 28mila per vigilanza Consob.


Tra concordato e bilanci

Alla data dell’insediamento, il cda ha trovato un debito complessivo di 19 milioni di euro di cui 15 milioni dalla transazione con Rocca Salimbeni (transazione dichiarata in primo grado inefficace). Ma per revisori e consulenti il profondo rosso potrebbe registrare una ulteriore ‘buco’ di 14,6 milioni dal deficit patrimoniale delle partecipate Scs che i Commissari di Bankit “non hanno preso in considerazione nel bilancio di chiusura e che peraltro si stanno manifestando con citazioni e arbitrati tuttora in corso” commenta Marcucci.

Sul fronte delle entrate, la coop può vantare 70mila euro per fitti, oltre ai dividendi per la quota in Bps che per l’anno 2015 è stata di 170mila euro “trattenuta per 120mila da MPS in virtù della transazione che abbiamo impugnato e che in primo giudizio è risultata inefficace”. Per quanto riguarda l’approvazione dei bilanci 2014 e ’15, il risultato parla rispettivamente di un rosso per 7,2 milioni e 1,9 milioni a seguito di svalutazioni e spese amministrative che non erano state affrontate e che verranno spalmate su un quinquennio.


Il passato

Non manca che rispondere all’ultimo quesito, dove sono finiti i soldi degli azionisti? Ebbene – continua il presidente – nel 2004 avevamo in cassa 13 milioni di euro cui vennero ad aggiungersi i 30 milioni della quota Mps. 20 di questi ultimi servirono per l’aumento di capitale Bps, il saldo di liquidità era quindi pari a 23 milioni.

Ancora nel 2008 avevamo un tesoretto di 20,7 mln, l’anno dopo si decise un nuovo aumento in Bps insolitamente della stessa cifra presente nel forziere Scs. Una operazione che non è stata sicuramente utile, visto come sono andate le cose, se non per mantenere un controllo che si sarebbe presto pagato comunque a caro prezzo. Insomma, per mantenere qualcosa abbiamo sottratto ai proprietari della cooperativa”.

Ma non è finita. Consiglio e revisori rivendicano i 3 milioni di euro, in pratica quasi l’intero forziere che tra il 2011 e il 2012 venne trasferito alle partecipate “che ormai erano in grave situazione, alcune già decotte”.

Questi 3 milioni altro non erano che i dividendi non ritirati dai soci e che si erano prescritti per la logica, legittima quanto perversa, di dare comunicazione circa il ritiro solo tramite avvisi pubblici. Non so quando avremo possibilità di poter tornare a ridistribuire utili, ma per quanto mi riguarda farò in modo, tramite pec, raccomandate e avvisi pubblici che ogni singolo socio sia informato di quanto è il suo avere”.


Quadri sospetti, scuse e nuove denunce

Terminata la conferenza c’è spazio per le domande e altrettante risposte che non migliorano il quadro d’insieme. A proposito di quadri, il presidente ha confermato che alcuni dipinti acquistati a suo tempo sarebbero dei falsi. “Stiamo aspettando gli ultimi responsi del perito, ma abbiamo fondati sospetti che alcuni quadri siano dei falsi. Come abbiamo prova della autenticità del Leoncillo e del Burri esposti”, dice Marcucci.

Risolta bene la denuncia che Marcucci aveva presentato nella primavera 2012 dopo un comunicato stampa che l’allora Scs aveva fatto chiamandolo in causa con affermazioni denigratorie: “ho ricevuto le scuse formali dai chiamati in causa, cioè Giovannino Antonini, Gianfranco Binazzi, Pasquale Coreno e Leodino Galli, l’impegno a versare l’importo di € 2000 alla Caritas di Spoleto e alla liquidazione delle relative spese legali; di fronte a questo ho ritirato la mia querela a dimostrazione che sono sempre disponibile al dialogo”.

Trovano conferma anche le voci che da qualche tempo si rincorrevano in città di un commercialista spoletino, molto vicino al centrosinistra locale, denunciato per aver tentato di alterare i dati societari Scs alla Camera di Commercio di Perugia. “Avevamo dato mandato al notaio di iscrivere la procedura di concordato quando ci avvisa di essere impossibilitato a procedere telematicamente perché il sistema non consente modifiche.

Così ci siamo attivati per capire cosa fosse successo e, dalle carte in nostro possesso, scopriamo che un commercialista di Spoleto aveva comunicato che questo Cda era decaduto. Un falso, che rischiava di compromettere, quanto meno di allungare i tempi della nostra richiesta di concordato preventivo. Dimostrato che il board era legittimo e operante, abbiamo denunciato il fatto all’autorità giudiziaria”.

C’è tempo ancora per chiedere quali erano i rapporti e le relazioni tra Scs e la Human Health Foundation, la creatura fortissimamente voluta a suo tempo per la ricerca contro il cancro. “Non posso rispondere” conclude il presidente Marcucci “perché non abbiamo ancora chiara la situazione; da poco siamo riusciti a ricostruire gli ultimi 10 anni, nelle prossime settimane ci dedicheremo anche a questo aspetto”.

© Riproduzione riservata

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