I sindacati parlano di “adesione altissima”, in Umbria, allo sciopero nazionale indetto da Fp Cgil, Fit Cisl, Uiltrasporti e Fiadel per il rinnovo del contratto del comparto igiene ambientale scaduto il 3 dicembre scorso.
Presidi organizzati dai sindacati davanti alle sedi di due delle principali società umbre del settore, la Gesenu di Perugia e la Asm di Terni. Presenti i rappresentanti delle organizzazioni sindacali: a Perugia per Fp Cgil il segretario regionale Michele Agnani e il segretario provinciale Fabrizio Cecchini, per Fit Cisl il segretario regionale Pasquale Qualatrucci, per Uiltrasporti il segretario regionale Walter Bonomi e per Fiadel il segretario regionale Michele Strettomagro; a Terni i segretari provinciali delle stesse sigle tra cui Andrea Pitoni della Fp Cgil ,Leonardo Celi della Uiltrasporti e Ribeca Andrea della Fit Cisl.
Come previsto, le stesse organizzazioni sindacali sono state ricevute dal segretario di Anci (Associazione nazionale Comuni italiani) Umbria, Silvio Ranieri. Il presidente Federico Gori non è invece potuto essere presente per impegni precedentemente assunti. “Il segretario Ranieri, che ringraziamo – fanno sapere i rappresentanti dei sindacati –, si è detto disponibile a coinvolgere l’Anci nazionale e le aziende locali del settore affinché si facciano carico delle istanze dei lavoratori e della riapertura del tavolo negoziale. Anci Umbria ha preso anche l’impegno di aprire un confronto rispetto alle problematiche per migliorare il servizio e la salvaguardia della salute e sicurezza dei lavoratori”.
Numerose, infatti, secondo Fp Cgil, Fit Cisl, Uiltrasporti e Fiadel sarebbero le problematiche che affliggono gli operatori del settore. Per questo chiedono di: implementare e rafforzare le norme e gli strumenti di prevenzione per salute e sicurezza “affinché il settore, oggi al primo posto per infortuni spesso mortali nei servizi pubblici locali, non detenga più questo triste primato e migliori sensibilmente le condizioni di lavoro”; migliorare e adeguare la classificazione del personale, riconoscendo nuove professionalità e innovazioni tecnologiche e organizzative sviluppate in questi anni, modernizzando la classificazione; recuperare le differenze contrattuali tra generazioni e genere, aumentando la tutela per il personale over 55, riducendo il divario salariale relativo all’inquadramento del personale neoassunto, ridefinendo l’equilibrio dei tempi di vita e di lavoro, garantendo la stabilità occupazionale dei lavoratori in appalto, aumentare le retribuzioni attraverso il recupero del potere d’acquisto dei salari eroso dall’inflazione del triennio 22/24 e da quella prevista per il triennio 25/27, anche riqualificando il sistema indennitario, implementando il sistema di welfare e di sanità integrativa.






