Luca Biribanti
Nell'ambito della manifestazione di Terni organizzata dalla Cgil, è salito sul palco anche un giovane rappresentante dei sindacati studenteschi, Alessandro Biscarini, che ha affrontato la piazza con la maturità di uno che 'la maturità' l'ha già fatta e soprattutto con la consapevolezza di sapere cosa dire. Un dato della manifestazione odierna infatti deve essere assolutamente evidenziato; erano anni che non si vedevano così tanti studenti ad una mobilitazione generale. Lo sciopero, che di solito è motivo per qualche vasca in più al corso, o fare baldoria con gli amici, è stato invece sentito anche da loro, gli studenti, che hanno dimostrato di avere le idee chiarissime sull'Italia che vorrebbero e sulla scuola che vorrebbero. Recentemente, in qualche provincia, si è ventilata l'ipotesi di staccare i riscaldamenti dalle aule per protestare contro il decreto spending review; per tutta risposta il giovane studente ha risposto: “le aule saranno anche fredde, ma le piazze sono calde”. Un bell'esempio di come impostare una 'lotta' anche alla luce di quanto accaduto a livello nazionale con gli scontri tra forze dell'ordine e manifestanti a Roma e Torino, dove le cariche sono state particolarmente violente.
Ascoltate le parole di questo giovane: “Come studenti abbiamo subito aderito allo sciopero europeo; l'Europa deve iniziare a pensare a quelli che saranno futuri cittadini europei; spread, austerity, crisi, tagli. Non è questa l'idea di Europa che ci dobbiamo fare. Europa significa crescita in materia di istruzione, legislazione sociale e cultura. Gli ultimi mesi per me, le lezioni sui paesi d'Europa, oltre a lezioni di geografia, sono state lezioni di civiltà. In Slovenia il tasso di abbandono scolastico è solo al 4%, nella scuola olandese ci sono corsi che permettono la sperimentazione dell'università, in Gran Bretagna i professori sono valutati dagli studenti, in Austria hanno aumentato i fondi destinati all'istruzione e la Finlandia finanzia con i fondi pubblici l'intero sistema scolastico. E l'Italia? Prendiamo l'Umbria: scuole allagate, alberi che cadono nei cortili, come è successo lunedì scorso a Perugia. Alla sicurezza edilizia si pensa sempre dopo una tragedia; noi come sindacato segnaliamo questi disagi già da tempo: perchè dobbiamo aspettare lo scandalo, perchè dobbiamo aspettare la tragedia? Non ci stiamo!”.
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