San Francesco 2019, i discorsi dalla Loggia di Assisi | Conte "Vogliamo un Paese più giusto e solidale" - Tuttoggi.info

San Francesco 2019, i discorsi dalla Loggia di Assisi | Conte “Vogliamo un Paese più giusto e solidale”

Flavia Pagliochini

San Francesco 2019, i discorsi dalla Loggia di Assisi | Conte “Vogliamo un Paese più giusto e solidale”

Nel 2020 tocca alla Regione Marche: l'annuncio del Ministro Generale dell'Ordine dei Frati Minori Conventuali, Carlos Trovarelli
Ven, 04/10/2019 - 12:41

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Saranno le Marche ad animare il 4 ottobre 2020, le celebrazioni francescane dell’anno prossimo. L’annuncio lo ha dato il Ministro Generale dell’Ordine dei Frati Minori Conventuali, Carlos Trovarelli, che ha dopo aver ringraziato “con particolare gratitudine e riconoscenza i pellegrini della regione Toscana che a nome di tutte le regioni d’Italia hanno rinnovato l’offerta dell’olio per la lampada votiva che arde presso la Tomba del Santo Patrono della nostra amata Nazione“, ha appunto annunciato la Regione che animerà la festività di San Francesco 2020.

Insieme a Trovarelli, hanno parlato dalla Loggia anche Enrico Rossi, presidente della Regione Toscana, il premier Giuseppe Conte, il sindaco di Assisi, Stefania Proietti, il vescovo, Domenico Sorrentino. “È un grande onore per la Toscana essere qui oggi – ha detto Rossi – essere la Regione chiamata a partecipare a questa cerimonia così ricca di significato ci riempie di orgoglio ma ci carica anche di responsabilità. La Toscana fu, del resto, un luogo importante per Francesco: basta ricordare il suo ritiro sul Monte della Verna. Fu dopo il periodo trascorso lì che, tornato in Umbria, Francesco compose il Cantico delle Creature”, la premessa di Rossi.

“Quello di Francesco è un nome fondamentale per la nostra cultura e non è un caso che il Papa l’abbia fatto proprio. La sua figura continua a parlarci ed è, soprattutto oggi, di grande attualità. Francesco – ricorda Rossi – fu capace di scelte radicali e, con l’esempio e la testimonianza, mostrò che un modello di vita alternativo era possibile. (…) Anche oggi dobbiamo ribadire con forza il valore della pace, vincere l’individualismo diffuso nella nostra società, tornare a riconoscere sempre e comunque il valore indiscutibile della vita umana. Smettere di accettare che possano esistere vite di scarto. Come ha mostrato Papa Francesco con la Laudato Sì, la strada che stiamo percorrendo ci porta distruggere la nostra “casa comune”. Il rispetto per l’ambiente e gli altri esseri umani e per noi stessi sono profondamente collegati tra di loro. Serve un cambiamento radicale, come ci ricordano anche le manifestazioni dei giovani. E la mia speranza – ha concluso Rossi – è che la lampada accesa oggi possa anche essere il simbolo di questa volontà di cambiamento”.

“Ho girato molto in questi territori martoriati, sono consapevole che dobbiamo affrontare una ricostruzione maggiore di quella preventivata. C’è bisogno di evitare che questi luoghi si spopolino e che, restituiti alla loro bellezza, non abbiano nessuno ad abitarli. La ricostruzione sarà intensa”. Non ha dimenticato i terremotati, Giuseppe Conte, nel suo discorso dalla Loggia.

“Purtroppo bisogna riconoscere che l’opera di ricostruzione dopo il terremoto procede con intollerabile lentezza: dobbiamo imprimere una svolta decisiva. Dobbiamo affrontare un rischio maggiore, cioè che questi territori, anche dopo il recupero, vengano abbandonati per sempre, non abbiano più una comunità per abitarli. Per questo la ricostruzione deve andare avanti senza altri indugi”

Il premier  ha anticipato alcuni temi della sua azione di governo, molto ‘francescana’: “Dobbiamo realizzare un paese più giusto in cui ci siano asili nido gratuiti e si dia un senso ai principi di dignità della Costituzione, un Paese più giusto in cui i contribuenti onesti paghino di meno anche grazie ai proventi della lotta alla evasione fiscale. Lavoriamo in silenzio per produrre un cambiamento che deve fare rumore. Un Paese in cui gli invisibili diventino visibili“. Anche per questo, dopo il varo del reddito di cittadinanza, “Faremo ancora di più, affiancandoci l’Inps, abbiamo elaborato un progetto: andremo in sei città dove ci sono 50mila persone senza tetto che non usufruiscono del reddito di cittadinanza pur avendone diritto. Sono persone invisibili, le vogliamo rendere visibili“.

Conte ha ricordato come ” La fiamma di San Francesco ci consegna un’immagine viva del Santo e dell’Italia, in essa sono rappresentati tutti i cittadini italiani. Tutti ricnoscono come attuale il messaggio di Francesco, nonostante le contraddizione del mondo attuale. Il Cantico delle Creature, grande testimonianza dela letteratura delle origini, ci ricorda l’importanza della tutela dell’ambiente, che da padre e capo del governo mi impegno a portare avanti. Come governo vogliamo un paese più giusto e solidale, in cui tutti paghino le tasse e in cui tutti, anche chi oggi è invisibile, siano visibili. Lavoriamo in silenzio per produrre un cambiamento che deve fare rumore. Le nostre porte sono aperte al coraggio e chiuse alla rassegnazione”.

Conte ha anche inviato un mesaggio ad Assisi, una città incomparabile anche grazie a due avvenimenti: “la conversione di San Francesco, che mi spinge a dire ai giovani rimboccatevi le maniche, siate protagonisti, e l’incontro del 1986 sullo spirito di Assisi per invocare la Pace. Proprio da qui vorrò dire che, sull’esempio di Francesco, sarò un umile strumento di pace e farò di tutto per diffondere questa cultura”.

Il vescovo di Assisi, Domenico Sorrentino, ha ricordato come “Papa Francesco ha lanciato l’iniziativa Economy of Francesco, convocando ad Assisi le energie più fresche e promettenti dell’economia mondiale per riflettere su come costruire, anche sul terreno spinoso del confronto tra ricchi e poveri, un umanesimo della fraternità”. Per quanto riguarda le celebrazioni odierne,“Ottant’anni fa – ha detto Sorrentino – Pio XII, proclamando san Francesco di Assisi patrono d’Italia, insieme con la vostra corregionale Caterina da Siena, accoglieva la proposta di un grande vescovo di Assisi monsignor Giuseppe Placido Nicolini, che spicca nella storia soprattutto per aver sottratto alla persecuzione e alla morte centinaia di ebrei rifugiati in questa Città negli anni bui della shoah, aiutato in quest’opera anche dal grande campione toscano Gino Bartali. Due santi – Francesco e Caterina – e due grandi della solidarietà – Nicolini e Bartali – che uniscono le nostre regioni. Tra Toscana e Umbria, terre di cultura, di arte e di santità, c’è un vincolo che va ben oltre la vicinanza geografica. Ci aiuti san Francesco a ritrovare, anche nella nostra vita sociale e politica, la via di un dialogo costruttivo. Ma soprattutto ci insegni la via della pace del cuore”.

Il 3 ottobre tra l’altro i vescovi toscani, guidati dal cardinale Giuseppe Betori, arcivescovo metropolita di Firenze, hanno visitato, il Santuario della Spogliazione e il Museo della Memoria.  Dopo i discorsi dalla Loggia, l’agape fraterna. Nel menu, Insalata dell’orto della basilica di San Francesco; Trofie con zucca e funghi; Pollo con verdure dell’orto dei frati; Dolce: mostaccioli di san Francesco.

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