Dopo la protesta delle opposizioni in Consiglio, appello di numerose associazioni cittadine, che dubitano anche del ritorno di immagine
Prima il rammarico. Poi le ironie. Poi le critiche. Il caso della Sala dei Notari e della Vaccara chiuse al pubblico per un mese e mezzo perché destinate ad ospitare i camerini del Capodanno Rai da piazza IV Novembre divide la città. Sicuramente la politica, con le opposizioni di Palazzo dei Priori che invitano la Giunta a trovare una soluzione alternativa.
Ma anche un lungo elenco di associazioni cittadine (Società di mutuo soccorso, Famiglia perugina, Associazione Borgobello, Società del Bartoccio, Circolo Ponte D’Oddi, Omphalos LGBTI, Cgil Perugia, Associazione RealMente, Fondazione La Città del Sole, Museo del Giocattolo, Associazione Culturale La Goccia, Legambiente Perugia e Valli del Tevere, Associazione culturale Smascherati!, Le Donne in Nero di Perugia, Una Regione Per Restare, UDI Perugia, Ponte Solidale s.c.s., Banca del Tempo, ParteCivile APS) firma un appello in cui chiede di fermare “un uso improprio e umiliante della Sala dei Notari”. Ed esprime anche forti dubbi sull’opportunità di investire 385mila euro, finanziati in gran parte dal Comune, per ospitare a Perugia la trasmissione di Amadeus “L’anno che verrà”.
Tanto più, sottolineano, in un momento in cui per tante altre iniziative i soldi non ci sono. “Perugia è conosciuta in tutto il mondo per ben altre manifestazioni” replicano a chi ricorda il ritorno promozionale del Capodanno in diretta da piazza IV Novembre. “E comunque – aggiungono – i cosiddetti eventi non sempre sono così necessari, lo dimostra il fatto che quest’anno Perugia è stata letteralmente invasa dai turisti, anche ad agosto, settembre e ottobre, quando non ha vissuto di eventi, ma solo della sua bellezza”.
La Sala dei Notari
Ma oltre a questo, il fatto di trasformare la sala storica più rappresentativa di Perugia, la Sala dei Notari, in un retroscena del palco in piazza, è ritenuto un’offesa grave alla città. Questa sala è stata per secoli, ed è tutt’oggi, il cuore pulsante di uno dei palazzi comunali più belli d’Italia. Sede per secoli del governo cittadino, tanto da venire chiamata sala del popolo”. “Un simile trattamento – accusano – è una vergogna per la città tutta”.
Verranno smontate le poltrone e sarà divisa in camerini, per soddisfare le esigenze degli artisti. “Torniamo praticamente al dominio dello Stato pontificio – accusano le associazioni firmatarie della protesta – quando venne utilizzata per funzioni umilianti, per nulla confacenti al suo prestigio e alla sua storia. Anche il bellissimo Palazzo dei Priori, che la custodisce, subì lo stesso trattamento, con l’apertura di finestre e finestroni, che ne alterarono profondamente la fisionomia. Tant’è che finito il “triste dominio dei papi”, uno dei primi atti del nuovo governo, per iniziativa del sindaco Reginaldo Ansidei, fu quello di restaurare il palazzo e la sua sala più bella, carissima a tutti i perugini”.
Per questo si chiede al sindaco Romizi e alla sua Giunta “di non recare alla città questa ulteriore ferita”. Proponendo come soluzione alterativa di allestire il retroscena al Turreno.
“Da ultimo – concludono le associazioni – ci sorprende in modo fortemente negativo che né la Soprintendenza, né gli innumerevoli professori o professoresse, il mondo intellettuale in generale, su questa vicenda così densa di significati abbiano ancora aperto bocca”.