Ru486, linee guida Ministero: "Interruzione di gravidanza in day hospital"

Ru486, “Interruzione di gravidanza in day hospital”. Che succede ora in Umbria?

Redazione

Ru486, “Interruzione di gravidanza in day hospital”. Che succede ora in Umbria?

Il Consiglio superiore della magistratura e il ministero in controtendenza rispetto a quanto deciso dalla Giunta regionale umbra
Sab, 08/08/2020 - 10:09

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Sull’interruzione volontaria di gravidanza, il ministero della Salute boccia la giunta regionale dell’Umbria. Il ministro Roberto Speranza ha emanato, dopo il parere del Consiglio superiore della magistratura, le linee guida per la somministrazione della Ru486 ed è una bocciatura per la delibera della giunta regionale umbra.

Il documento del Ministero

Stando al documento, “l’aborto farmacologico potrà essere praticato in day hospital, nelle strutture pubbliche e private e le donne potranno tornare a casa mezz’ora dopo aver assunto il medicinale“. “Un passo in avanti importante che rispetta il senso della legge 194 (sull’interruzione volontaria della gravidanza ndr)”, dice il ministro Speranza.

Lo scontro e le proteste sulla Ru486

Il contendere era nato su linee guida di dieci anni fa, che consigliavano tre giorni di ricovero, lasciando libertà di scelta alle Regioni. La giunta di Catiuscia Marini aveva optato per il day hospital e la presidente Tesei aveva scelto di caratterizzare i primi mesi del suo mandato con la cancellazione della delibera precedente e il richiamo alle linee guida, sfidando il Governo ad emanarne altre.

Verini: “Avevamo ragione”

La polemica politica non si è fatta attendere. “Le nuove linee guida del Ministero della Sanità in materia di interruzione di gravidanza e RU 486 in day hospital sono una risposta civile e moderna che spazza via ogni concezione medievale del ruolo delle donne e ogni tentativo di rimettere indietro le lancette dell’orologio della storia”.

Ci aspettiamo che la Presidente della Regione Umbria chieda scusa alle donne, convochi immediatamente la Giunta, revochi quella pessima delibera che non doveva essere adottata e garantisca la piena applicazione di una legge come la 194, in tutte le sue parti”, ha detto Walter Verini.

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