Un grande tavolo apparecchiato in piazza Matteotti e, intorno ad esso, decine e decine di ristoratori e baristi di Città di Castello.
Hanno manifestato così i lavoratori tifernati di uno dei settori più vessati dalle norme anti Covid che, nonostante oggi ci sia stata l’ombra dell’evento nazionale #ioapro1501 – che ha raccolto oltre 50.000 adesioni in tutta Italia -, hanno deciso di non aprire dopo l’orario limite delle 18.
Rispetto delle regole dunque, per non rischiare la licenza o multe che andrebbero solo a peggiorare la situazione, ma con la necessità di far valere le proprie ragioni. E così la protesta, pacifica e secondo le regole di distanziamento, assume il nome di “IoNonapro1501”, con il pizzaiolo Adriano a dare voce agli oltre 40 colleghi presenti.
“Stiamo manifestando secondo le norme, nonostante i disagi siano palesi – ha urlato alla piazza con il megafono – perché siamo persone abituate a lavorare e fare tutto con le nostre forze e onestamente. Mai abbiamo chiesto nessun tipo di aiuto, da nessuna parte, e non lo stiamo chiedendo neanche oggi. Quello che vogliamo fare è semplicemente sensibilizzare l’opinione pubblica e soprattutto l’amministrazione, perché abbiamo bisogno di lavorare per noi, i nostri ragazzi che ci aiutano e tutto l’indotto del settore“.
“Sarebbe ora che la cosa venisse più alla luce – ha continuato il portavoce dei ristoratori tifernati – che l’amministrazione ci aiuti quantomeno venendoci incontro, incominciando a pensare alle riaperture e non giocare a scaricabarile con il governo”.
Adriano e i colleghi – tra cui una chef tifernate che non ha ricevuto tutti i ristori (l’ultimo è di maggio) – hanno voluto anche sottolineare che questa manifestazione “è stata fatta nel pieno rispetto delle regole per tutelare la salute di tutti, perché teniamo a noi, alle nostre famiglie e ai nostri clienti ad un certo punto dobbiamo farci sentire e non restare chiusi per sempre o fino a non si a quando…C’è la necessita di riaprire le nostre attività e tornare a pieno regime“. Questo pomeriggio, infine, ristoratori e baristi hanno chiesto ufficialmente un incontro con l’amministrazione comunale.