di Ada Urbani*
L’Umbria – nel progetto realizzato dal Governo – ha perduto una provincia. Vano così è stato lo sforzo che ho profuso in Commissione bilancio del Senato per salvare la seconda provincia facendo sostituire al Governo le parole “soppressione delle province” con le parole “riordino delle province”.
Si tratta di una grossa sconfitta della Regione che aveva la potestà di cambiare a suo favore una legge nazionale la quale porterà l’Umbria, con una mono/provincia, ad avere meno potere contrattuale per il futuro, quando si parlerà di macroregioni. La nostra era l’unica delle piccole regioni ad avere diritto, rientrando perfettamente in entrambi i requisiti richiesti, a mantenerne due.
Il piano di riordino regionale presentato dalla governatrice Marini, dunque, non è stato ritenuto credibile dal Governo. Un risultato purtroppo scontato perché da sempre, a giudizio di molti, la Regione ha tenuto, ahinoi, uno sguardo strabico sul territorio, non avendone cura nello stesso modo. Questo fatto ha provocato la paura di alcuni comuni ad accettare un passaggio che avrebbe potuto rappresentare un salto nel buio.
Il decreto del Governo verrà ora all’esame del Senato. È chiaro che sarà esaminato con attenzione ed emendato come e dove possibile, ma certamente mai contro il consenso dei territori interessati.
Qualora le cose restassero come decretato dal Governo diverrà importantissima l’attesa riforma endoregionale. Essa dovrà prevedere l’invarianza dei servizi ad invarianza di costi per i cittadini, oltre alla parità di accesso a uffici e centri amministrativi, allocati su tutto il territorio regionale, di tutti gli abitanti dell’Umbria.
Su questo importantissimo disegno aspettiamo alla prova la presidente Marini.
*Senatore PdL