Non ne voleva sapere di allontanarsi dal Centro Storico di Perugia e continuava a viverci e a frequentarlo nonostante i ripetuti controlli delle forze di polizia nei suoi confronti. Protagonista di questa vicenda è un 32enne tunisino che, sempre molto spavaldo, sfidava spesso i poliziotti e i carabinieri che lo controllavano, esibendo prima il permesso di soggiorno rilasciatogli per Motivi Umanitari a Roma nel 2011 (dopo il suo arrivo in Italia con i numerosi connazionali nel corso della nota Primavera Araba) e, dal 2012, quello rilasciato dalla Questura di Brescia per lavoro subordinato.
Dopo molte indagini e servizi di osservazione era risultato essere a “capo” di una organizzazione dedita al piccolo spaccio in Centro, sempre presente nelle zone calde e nei principali luoghi di contatti tra pusher e tossicodipendenti. Per evitare ulteriori sospetti, il 32enne non toccava mai gli stupefacenti, destinando tale incarico ai connazionali di cui si circondava.
L’aiuto delle telecamere – Emblematica una scena, ripresa dalle telecamere della videosorveglianza, nella quale una notte di 2 anni fa il suo “gruppo” si è scontrato con un altro a suon di pugni, al confine della zona di Via Ulisse Rocchi, all’epoca la più “appetita” dagli spacciatori. Per incastrare questo singolare personaggio, dunque, gli agenti della Sezione Criminalità diffusa, coordinati da Marco Chiacchiera, hanno dovuto, nel gennaio 2013, disseminare telecamere nella zona di Via Ulisse Rocchi e dimostrare, filmati alla mano, l’attività delittuosa dedita al piccolo spaccio da lui gestita con l’aiuto di 4 fidati connazionali.
Sotto stretta sorveglianza – Per il suo carattere rissoso e la sua indole violenta, la sua permanenza in Centro Storico era costantemente monitorata dagli agenti del Posto Fisso di Polizia perché anche di recente continuava a frequentare i luoghi abituali dello spaccio, nonostante i connazionali con i quali si associava fossero tutti in carcere o rimpatriati in Tunisia.
I numerosi accertamenti nei suoi confronti hanno quindi consentito all’Ufficio Immigrazione di attenzionare la sua posizione rilevando dubbi sui requisiti da lui rappresentati alla Questura di Brescia per rinnovare il suo soggiorno, poiché risultava costantemente presente a Perugia pur avendo dichiarato di essere dipendente di una ditta che operava nel bresciano. Tali argomentazioni hanno portato ad approfondite verifiche curate dalla Questura di Brescia che, nei giorni scorsi, gli ha revocato il permesso di soggiorno.
L’espulsione – Ieri (venerdì 10 luglio) è stato quindi rintracciato ed espulso dal Territorio Nazionale con accompagnamento immediato alla Frontiera. I poliziotti hanno dovuto faticare non poco per effettuare una scorta rinforzata, in auto, fino a Fiumicino. Non sarebbe stato facile nemmeno il suo trasferimento forzato a bordo dell’aereo, con tre poliziotti che lo hanno scortato fino a Tunisi per consegnarlo alle Forze dell’Ordine locali.