di Fabio Muzzi
Si è svolto ieri presso l’Ospedale di Foligno in un’affollatissima Sala Alesini l’incontro sul progetto di riordino della sanità regionale con la governatrice dell’Umbria Catiuscia Marini, l’assessore regionale alla Sanità Franco Tomassoni ed il direttore Emilio Duca e gli interventi, tra gli altri, dei sindaci di Foligno e Spoleto, Nando Mismetti e Daniele Benedetti.
L’appuntamento costituiva una delle sei tappe del tour che sta toccando i centri regionali per spiegare la complessità della riforma del Sistema Sanitario Regionale anche alla luce dei tagli del Governo.
Il quadro generale
L’incontro è stato aperto da Franco Tomassoni che ha introdotto il tema lasciando poi che Emilio Duca affrontasse l’argomento entrando più in dettaglio. La premessa generale non avrebbe potuto non partire dal considerare l’entità dei tagli che interessano la regione e che inevitabilmente comporteranno difficoltà di allineamento per l’Umbria come per le altre regioni.
La regione umbra, che si trova in linea rispetto agli standard nel rapporto tra numero di posti letto e abitanti, si era già preparata alla manovra affrontando alcuni aspetti come la chiusura AUS, la centralizzazione della distribuzione dei farmaci e le autoassicurazioni. Tuttavia gli ulteriori tagli previsti per il 2013 e il 2014, rendono impellenti ancora altre misure. Da qui le due manovre al vaglio della regione: l’atto legislativo e il riordino dei servizi. Su questo secondo aspetto, considerato lo strumento attraverso il quale adeguarsi, si è concentrato l’incontro di ieri. Tra le finalità delle variazioni quella di “evitare che sia necessaria una carta di credito per curarsi”.
I tagli in programma
Il dettagliato intervento di Emilio Duca è entrato poi nello specifico della questione, vagliando diverse ipotesi.
Il 118 vedrà un riordino complessivo del sistema emergenza-urgenza e avrà una centrale unica regionale, con il passaggio da 39 infermieri impiegati a 24.
Verranno adottate nuove misure sul trasporto e saranno razionalizzati gli oneri per l’approvvigionamento di beni e servizi. In generale la razionalizzazione riguarderà tre macro aree: prevenzione, distretto e ospedale.
Saranno ripensate anche le risonanze magnetiche, le Tac e le Pet, attualmente in numero eccessivo rispetto alla richiesta.
Saranno ridotti i punti vaccinali, qualificandoli nel servizio offerto.
Lo screening verrà centralizzato: per quanto riguarda le prestazioni che non riguardano il cittadino vi sarà un unico laboratorio a Perugia.
Quanto al territorio, è in atto una trattativa con i medici di medicina generale, grazie a loro la regione ha fatto molto, verrà proposta un’evoluzione del modello attuale secondo formule aggregative.
Quanto alla guardia medica, al momento ci sono 231 medici a tempo indeterminato e 80 a tempo determinato che lavorano in 43 punti. La proposta è quella di un unico centro d’ascolto, accorpato al 118 e una migliore integrazione con i medici di base.
I posti letto eccedenti dovranno essere riconvertiti in nuclei RSA.
Attenzione anche all’ospedale, considerato il vero nodo dove aggredire il contenimento dei costi. Dovrà essere ridisegnata la rete ospedaliera in termini di emergenza-urgenza con due dipartimenti di secondo livello a Perugia e Terni.
Sulle alte specialità (neurochirurgia, cardiochirurgia e chirurgia toracica) si dovrà tendere verso una struttura unico concentrando la governance.
Capitolo chirurgie, l’obiettivo è quello di una week surgery con chiusure dei reparti nel week-end e lo sviluppo di un “pool itinerante di professionisti”.
Punti nascita: attualmente in Umbria sono presenti 11 punti nascita con Perugia, Terni e Foligno che coprono il 52% dei parti, mentre in 6 punti nascita vi sono meno di 500 nascite l’anno; l’obiettivo è quello di ridurre nel 2013 il numero dei punti nascita di 2 o 3 unità, razionalizzando chi vi lavora, accorpandoli.
Al termine dell’elenco dei tagli in programma, Duca, che ha spesso ricordato che “effettuare un maggior numero di interventi, garantisce una più elevata professionalizzazione”, ha chiuso con un appello “siamo di fronte a un evento epocale, la domanda è: universalismo sanitario sì o non più sanità pubblica?”
Gli interventi dei sindaci
Al termine della dettagliata esposizione delle manovre da effettuare, sono intervenuti i sindaci di Foligno e Spoleto. Nando Mismetti ha aperto con una battuta sulla mancata approvazione del bilancio del comune di Foligno, giustificandosi affermando che “non è stato approvato in vista della spending review”. Il sindaco ha poi proseguito lasciando il tono scherzoso per farsi serio sostenendo l’importanza della manovra che è giusto fare a patto che non significhi ridurre l’ottima qualità oggi fornita. C’è spazio anche alla polemica sulla proposta di ridisegnare i territori “la proposta della regione indica due aziende ospedaliere e due Asl territoriali, io sarei stato per un’azienda e tre Asl”. Stessa linea di pensiero adottata dal sindaco di Spoleto, il quale ha poi sottolineato come sia fondamentale per amministrazioni e cittadini conoscere tempistiche di attuazione e modalità.
La chiusura della Marini
Da ultimo, a chiusura dell’incontro, l’intervento di Catiuscia Marini. La presidente ha iniziato precisando come abbia contestato, insieme agli altri presidenti delle regioni, diversi punti della manovra del governo Monti. La regione è in difficoltà di fronte ad un taglio lineare della sanità che costituisce un evento eccezionale: “dal 1978 si è assistito ad un investimento sempre crescente e, solo dal 2012 si parlerà di una diminuzione, per giunta in maniera così drastica. Ha ragione chi in questi giorni dice che il governo rinuncia a vedere l’interno dei sistemi regionali e individuare le inefficienze. Tutti abbiamo qualcosa da migliorare, ma manca un’operazione di verità” ha sostenuto la Marini, che ha rincarato la dose affermando che “esiste forte disomogeneità all’interno delle regioni e si sta applicando la stessa medicina per pazienti radicalmente diversi.” La presidente, che ha tenuto a precisare “non voglio incendiare l’Umbria”, ha infine risposto a Mismetti e chi è favorevole ad una sola azienda ospedaliera, spiegando che se così fosse, a Terni si dovrebbe rinunciare all’alta specialità e al polo universitario.
L’inaugurazione dell’angiografo
Al termine della conferenza, la presidente Marini e il sindaco Mismetti si sono spostati all’interno dell’ospedale dove hanno inaugurato la sala operatoria polifunzionale del blocco operatorio del Nuovo San Giovanni Battista di Foligno che ospiterà il nuovo angiografo di ultima generazione donato dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Foligno. Il servizio, già presente nell’Ospedale di Foligno, si arricchisce di una nuova tecnologia che permette l’utilizzo integrato da parte degli specialisti radiologi, dei chirurghi vascolari, dei gastroenterologi e dei cardiologi. L’angiografo digitale offre la possibilità di ricostruzioni tridimensionali, sarà utile anche per ortopedia, urologia e gastroenterologia e permetterà l’intervento combinato tra radiologi e altri specialisti.