A diciannove anni dal sisma che devastò Foligno e il suo territorio, il bilancio della ricostruzione e della riqualificazione urbanistica è sostanzialmente positivo, e quella che fu la più grande tragedia della recente storia della città, nonostante difficoltà e sofferenze, si trasformò paradossalmente in un’opportunità unica per la rinascita. Oggi, beffardamente, quella storia si ripete, a seguito delle scosse sismiche che hanno flagellato e stanno ancora colpendo Lazio, Umbria e Marche. E l’obiettivo resta sempre quello di cercare di trarne almeno il maggior riscontro positivo possibile. “Il terremoto di Amatrice è andato a colpire e ad aggravare alcune situazioni anche nel nostro comune – rileva il sindaco Nando Mismetti – ed in particolar modo ha lesionato edifici già pesantemente danneggiati dal sisma che interessò Foligno nel ’97 e mi riferisco specialmente alle seconde case, quelle rimaste fuori dalla prima fase della ricostruzione”. Purtroppo, come sottolineato da amministratori e tecnici all’indomani della recente emergenza, non basta infatti ricostruire o sistemare le prime case, se poi queste restano vicine ad edifici rimessi in sicurezza. “Stiamo già lavorando a livello politico e amministrativo per cercare di recuperare risorse specifiche al fine non solo di sistemare le nuove emergenze – fa sapere il primo cittadino – ma anche di chiudere definitivamente l’opera di recupero, in modo da tale da poter completare l’intera questione in vista del prossimo ventennale. In questo quadro – prosegue Mismetti – condividiamo in pieno l’impegno preso in prima persona dal presidente del consiglio Matteo Renzi, di finanziare non solo la ricostruzione completa delle zone direttamente colpite, ma anche di sanare situazioni nella aree del Paese considerate a più alto rischio sismico, adottando un vero e proprio piano speciale nazionale. Si tratterebbe di un progetto decennale o quindicinale – spiega il sindaco – che, se adeguatamente finanziato, potrebbe permettere a Foligno di sistemare quanto ancora rimasto fuori nel corso di questi anni, per mancanza di fondi”.