La procuratrice della Corte dei conti: "criticità sulla sanità sono suscettibili di tradursi nella compromissione del diritto alla salute"
Regione Umbria “tra luci e ombre” secondo la Sezione regionale di controllo della Corte dei conti che giovedì mattina ha pronunciato il Giudizio di parificazione del Rendiconto generale dell’ente per l’esercizio finanziario 2022. Con un occhio particolare alla situazione della sanità.
Ha presieduto il Giudizio presidente della Sezione del controllo, Antonello Colosimo, mentre la requisitoria è stata affidata al procuratore regionale Rosa Francaviglia. Presenti la governatrice Donatella Tesei, il presidente del Consiglio regionale Marco Squarta ed il procuratore generale della Corte dei conti Angelo Canale.
E’ stato Colosimo ad evidenziare – a margine della cerimonia pubblica – che “la Regione Umbria anche sulla base delle parifiche degli anni precedenti presenta luci ed ombre ma c’è anche l’impegno portato avanti nelle azioni di politiche pubbliche di recuperare profili che sono stati oggetto di criticità da parte della Sezione”. Gli ambiti della gestione nei quali si profilano i più significativi aspetti di criticità, all’esito delle analisi condotte per il presente giudizio di parifica sul rendiconto 2022 della Regione Umbria, – è emerso dalla relazione – si trovano nei rapporti finanziari di debito/credito tra la Regione e gli Enti Locali, nel Sistema Sanitario Regionale, nella governance degli Organismi partecipati, nei rapporti finanziari tra Giunta Regionale e Assemblea Legislativa e nel Trasporto pubblico locale e regionale, oltre che in materia di coperture finanziarie adottate nelle leggi regionali approvate nel 2022 e sulle tecniche di quantificazione degli oneri.
La spesa sanitaria della Regione nel 2022
Elementi di criticità che – secondo la requisitoria del procuratore regionale Rosa Francaviglia – “si ritiene che non influiscano negativamente ai fini del giudizio di parificazione“. Ma è stata la stessa Francaviglia ad utilizzare parole forti soprattutto in merito alla sanità e ai disservizi esistenti, ricordando che “la spesa sanitaria regionale risulta predominante rispetto a tutti gli altri impegni di spesa”.
Nel dettaglio, “rispetto al totale degli accertamenti riferiti alle entrate correnti di natura tributaria, contributiva e perequativa contabilizzati dalla Regione nel corso del 2022, ben l’81,37% riguarda somme relative all’ambito sanitario, mentre, sul totale delle somme impegnate dalla Regione per le spese correnti (titolo 1), ben l’81,38% riguarda spese destinate al solo finanziamento ordinario corrente per la garanzia dei LEA. Nel dettaglio, per il 2022 l’ammontare degli accertamenti, sempre in ambito sanitario, relativamente alle entrate di cui al titolo 1 sopra indicate, è pari a complessivi 1.749.890.013,44 euro, così come risultanti dalle intese Stato – Regioni. Con riferimento alla mobilità extraregionale, per la Regione Umbria si registrano crediti (ovvero una mobilità attiva) per 64.248.769,42 euro e debiti (ovvero una mobilità passiva) per 84.390.869,11 euro, con un conseguente saldo passivo pari a 20.142.099,69 euro (nel 2021 il saldo passivo era pari a 8.948.469 euro)“. Insomma, sono sempre più gli umbri che si vanno a curare fuori regione e sempre meno le persone che altre regioni vengono a curarsi in Umbria.
Analizzando le varie spese – per il personale e farmaceutica – la procuratrice regionale evidenzia infine: “è indubbio che la sanità umbra sia connotata da evidenti criticità apprezzabili sotto duplice prospettazione, sia con riferimento all’incidenza della spesa che in relazione ai profili erariali. Si ribadisce quanto già argomentato in precedenti occasioni ovvero che siffatte criticità sono suscettibili di tradursi nella compromissione del diritto alla salute della collettività locale come comprovato, peraltro, dai notevoli disservizi che affliggono attualmente le strutture sanitarie pubbliche, nosocomiali e non“.
Bori: “Sulla sanità Procura boccia la gestione fallimentare di Tesei”
“Il diritto alla salute della collettività umbra rischia di passare dall’essere seriamente compromesso all’essere sostanzialmente negato: il giudizio della procuratrice della Corte dei Conti dell’Umbria, Rosa Francaviglia, boccia sostanzialmente la politica regionale umbra in materia di sanità, chiedendo maggiore incisività su una situazione che sembra ormai davvero compromessa”. Così Tommaso Bori (Pd–vice-presidente Commissione Sanità) che ricorda “come l’allarme che segnala la Corte dei Conti sia quello che noi denunciamo da tempo e che, anche in questa occasione, facciamo nostre”. “La Procura della Corte dei Conti – commenta Bori – ha sottolineato criticità relative all’incidenza della spesa e profili erariali, che potrebbero compromettere il diritto alla salute della collettività locale, come comprovato da disservizi che affliggono attualmente le strutture sanitarie pubbliche, nosocomiali e non. In tutto ciò stigmatizzata anche l’inadeguatezza dei controlli regionali sulla sanità privata”.
“Un quadro volontariamente compromesso dalla Giunta Tesei – aggiunge l’esponente Dem –, che conferma lo slittamento verso il settore privato, l’abbandono della medicina pubblica sia specialistica che territoriale, che invece servirebbe per superare le difficoltà di una regione con età media avanzata, la seconda in Italia con più over-65, e con l’aumento marcato delle cronicità. Invece, la destra – conclude Bori -, continua a smantellare la sanità pubblica, per questo arriva l’ennesima bacchettata nei confronti di una gestione scellerata e sulla quale occorre mobilitarsi con tutte le realtà politiche, le organizzazioni sindacali e le forze sociali ”.
La Uil punta il dito sulle liste d’attesa
“Non basta il piano di riduzione delle liste d’attesa messo in campo dalla Regione: serve più incisività nell’azione di erogazione delle prestazioni attraverso l’assunzione di più personale nelle strutture sanitarie pubbliche”. Così il segretario regionale della Uil dell’Umbria, Maurizio Molinari, sottolineando anche la stigmatizzazione della Procuratrice della Corte dei Conti, Rosa Francaviglia, che, nel corso dell’udienza per la parifica del bilancio regionale, ha parlato di “diritto alla salute che dall’essere seriamente compromesso potrebbe diventare sostanzialmente negato”.
“Le risorse del Pnrr sanità, per la messa in cantiere anche delle Case della salute, saranno una grande opportunità – ha aggiunto Molinari – ma tutte queste nuove strutture non dovranno essere cattedrali nel deserto. Siamo in presenza di un panorama in cui i Cup lavorano solo in determinate fasce di orario, per mancanza di personale nell’erogazione delle prestazioni. Da qui le agende di prenotazione bloccate e le lunghe trasferte per le visite. Serve un passo in avanti, e per farlo occorre personale sufficiente a rendere sostenibile il funzionamento della normale attività. Reputiamo inoltre allarmanti le dichiarazioni della Procuratrice in merito ai controlli, definiti inadeguati, delle strutture private convenzionate”.