Dopo la batoste delle politiche di marzo e le repliche della tornata delle amministrative (che ha “portato a destra” anche Terni e Umbertide) la coalizione di centrosinistra in Regione prova a fare un briefing per serrare le fila e tentare lo scatto per riportarsi davanti in vista dell’appuntamento del 2020. Perché se si va avanti così, è la convinzione generale, anche a Palazzo Donini, tra due anni, sventolerà una bandiera verde (o, al limite, gialloverde).
Del resto, già dopo il catastrofico risultato di marzo nel vertice di maggioranza (a cui erano stati invitati anche alcuni amministratori) era stata evidenziata la necessità di cambiare passo, in particolare in materia di finanziamenti all’agricoltura, liste d’attesa, lavoro. Ed anche di provare ad ampliare la maggioranza “alla società civile”, senza aprire, per il momento, il fronte tra dem e socialisti. Una tensione, questa, che è stata accantonata per reciproche opportunità, ma non superata. “Non ci sono tabù” aveva avvertito la presidente Marini. Che però, dopo il risultato dei ballottaggi alle amministrative, aveva anche invitato a non farsi prendere dagli isterismi ed a valutare con calma la situazione politica.
Regione, Marini: “Il cambio di assetti non è un tabù. Ma non chiamatelo rimpasto”
Ora però, prima della pausa estiva, un summit per decidere come (e con chi) andare avanti si rende necessario. Anche perché alcuni esponenti di spicco (dentro e intorno al Pd) hanno iniziato a smarcarsi, giocando la partita da battitori liberi in vista del prossimo appuntamento elettorale. E così, per metà settimana è stato convocato un incontro di maggioranza per decidere la road map con l’obiettivo di provare a tornare avanti nella classifica di gradimento degli umbri.