Sono quattordici le ordinanze di custodia cautelare in carcere eseguite dai carabinieri del comando provinciale di Perugia, in collaborazione con i comandi dell’Arma di Prato e Catania.
Tutte le persone indagate, cittadini italiani alcuni dei quali già noti alle forze dell’ordine, sono ritenute responsabili di una serie di rapine avvenute in Umbria e Toscana, sei in provincia di Perugia e una in provincia di Arezzo. I quattordici sono ritenuti responsabili, a vario titolo, di rapina aggravata, sequestro di persona, porto illegale di armi e lesioni personali aggravate.
Gli arresti (che includerebbero il titolare di un’agenzia di investigazione, incensurato, e un medico) sono stati effettuati non solo a Perugia, ma anche a Catania e Prato.
Ad essere prese di mira dai malviventi, gioiellerie e tabaccherie, banche e sale scommesse. Tutte sono state colpite dai banditi che, armati, e con molta violenza e aggressività, minacciavano i presenti per poi prendere ciò che era in cassa e fuggire via. In almeno un caso – hanno spiegato stamattina i carabinieri – ci sono stati esplosi colpi d’arma da fuoco.
Le indagini sono nate da una rapina avvenuta nel marzo 2018, a Ellera di Corciano, ai danni di un cittadino italiano che stava depositando in cassa continua l’incasso della giornata. L’uomo, titolare di una sala scommesse, era stato aggredito da due persone a volto coperto che, con lo spray urticante, lo avevano derubato di tutti i soldi, circa 40.000 euro.
Le indagini dei carabinieri corcianesi, andate avanti per cinque mesi e condotte anche con l’ausilio delle immagini di videocamere di sorveglianza e con i rilievi del Ris che hanno permesso di risalire a una delle auto usate, hanno consentito di accertare l’esistenza di due gruppi criminali, operativi nell’area toscana e in provincia di Perugia, dediti soprattutto a rapine a esercizi commerciali e istituti di credito.
In casa delle quattordici persone sono stati rinvenuti tra l’altro due coltelli di genere proibito, un machete, una cassaforte sigillata e due noccoliere (due tirapugni).
Otto delle quattordici persone sono ora chiuse in carcere (a Perugia, Prato e Catania), cinque sono agli arresti domiciliari mentre un indagato è scappato ed è tutt’ora ricercato.
Le indagini dei militari continuano raccogliere elementi di prova per verificare se la banda possa aver agito in altri episodi simili, con lo stesso modus operandi.