Rampe per il Raccordo e Nodino, il dibattito in Commissione con Comitati e tecnici Anas

Rampe per il Raccordo e Nodino, il dibattito in Commissione con Comitati e tecnici Anas

Redazione

Rampe per il Raccordo e Nodino, il dibattito in Commissione con Comitati e tecnici Anas

Gio, 07/09/2023 - 19:02

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In III Commissione consiliare comunale l'audizione dei tecnici Anas e dei rappresentanti delle associazioni e dei comitati cittadini

Mattinata di confronto, con qualche risposta tecnica avuta dai tecnici Anas ma fronti ancora divisi tra i Comitati cittadini sul progetto del Nodino, in III Commissione consiliare urbanistica, dove si è discusso anche del raddoppio, a Ponte San Giovanni, delle rampe di connessione tra E45 e Raccordo.

Lo svincolo di via Adriatica

Il dibattito sulle rampe si è incentrato su due ordini del giorno. Quello presentato dal gruppo consiliare Fratelli d’Italia, illustrato da Paolo Befani, con il quale si chiede che Ponte San Giovanni, con il raddoppio, non perda l’accesso da via Adriatica, cosa che appesantirebbe la viabilità interna. Punto, questo, recepito da Anas come richiesto dal Comune di Perugia, evenienza confermata dall’ing. Lamberto Nicola Nibbi, responsabile territoriale di Anas.

Riqualificazione del tratto Collestrada – Ponte San Giovanni

Il secondo odg presentato dai consiglieri Croce (IPP), Tizi (M5S) e Ranfa (Pd) riguarda l’adeguamento e riqualificazione del tratto stradale che, nell’area compresa tra Collestrada e Ponte San Giovanni, mette in connessione la E45 Ravenna-Orte con il Raccordo Perugia- Bettolle e la SS75 Centrale Umbra. Atto approvato all’unanimità.

Illustrando l’ordine del giorno Fabrizio Croce ha ricordato come lo stato di incertezza sul progetto del Nodino ha determinato una sospensione di fatto delle opere di adeguamento di quel tratto. Cosa che ne ha aumentato la pericolosità, con continui incidenti. Oltre alla concentrazione di smog e all’elevata rumorosità.

L’ing. Nibbi ha spiegato che le barriere antirumore sono previste sia nell’intervento del Nodino sia in quello relativo al raddoppio delle rampe di Ponte San Giovanni. Pur non essendo possibile quantificare i costi dell’intervento, nulla esclude che si valuti l’operazione nella tratta intermedia. E’ ovvio che se andranno realizzate barriere antirumore nel tratto intermedio, ciò potrebbe essere associato alla sostituzione delle barriere “bordo-laterale”, ormai datate pur se a norma.

Sottopassi, barriere e segnaletica

Anticipando una questione oggetto dei successivi odg, quella dei sottopassi, Nibbi ha evidenziato che il tema, prima che si chiuda il progetto sul raddoppio delle rampe, dovrebbe essere avanzato dalla Regione al fine di poter essere valutato dal punto di vista tecnico ed economico, magari corroborato da uno studio. Nibbi ha riferito che l’intervento per il raddoppio dello svincolo di Ponte San Giovanni si attesta oggi sui 41 milioni, destinati a crescere molto inserendo altre opere come sottopassi e barriere antirumore fino a Collestrada, costi non tutti sostenibili nell’immediato.

Alessandro Severi, in rappresentanza di una delle associazioni presenti, ha ricordato che in altri lavori fatti da Anas sono state realizzate barriere innovative ed un’adeguata segnaletica stradale. Nessun adeguamento per la sicurezza è invece stato fatto nel tratto Collestrada-Ponte San Giovanni pur essendo il più trafficato.

In merito alle barriere, Nibbi ha ricordato che il vero problema è rappresentato dal mancato finanziamento del piano nazionale esistente. In relazione alla segnaletica ed alle barriere ha spiegato che tali opere verranno fatte, evidentemente, dopo che si procederà all’intervento sul tratto interessato e non prima.

Il consigliere Michele Cesaro (FI) ha ricordato che, quando fu approvato l’odg della maggioranza sulla strategicità di Nodino e raddoppio rampe, quest’ultimo intervento era stimato in circa 20 milioni di euro, finanziabili nell’ambito della manutenzione. Ora i costi sono lievitati fino a 41 milioni; occorre quindi capire se queste risorse sono integralmente finanziate e sono concrete rendendo realizzabile l’intervento auspicato. Per Cesaro, infatti, occorre agire con celerità perché l’opera non è più differibile.

Elena Ranfa (Pd) ha spiegato che quello delle barriere antirumore è un problema segnalato dai cittadini da ormai venti anni. Anas ha sempre risposto che l’opera non era possibile essendo difficile intervenire sull’esistente; tuttavia dopo così tanto tempo è giunto il momento di dare risposte alla cittadinanza.

L’ing. Nibbi, rispondendo alle domande di Cesaro, ha riferito che il “delta” non è stato ancora finanziato: c’è ovviamente la volontà di Anas, ma il progetto finale va ancora definito. Ecco perché le questioni ipotizzate (barriere e sottopassi) vanno presentate ora perché questo è il momento giusto per valutarle, assumendo una decisione congiunta con la regione.

Come fare le rampe e la situazione a Balanzano

Il terzo ordine del giorno presentato dal consigliere Befani (Fratelli d’Italia) ha come oggetto: Quartiere di Balanzano e svincolo di via Adriatica, richiesta audizione tecnici Anas per definizione modalità di realizzazione lavori rampe Raccordo autostradale.

Spiega Befani che nel 2024 partiranno le opere di adeguamento e di rifacimento delle rampe di ingresso e di accesso alla E45.

Nel Prg era già previsto un intervento di realizzazione di un tratto stradale all’altezza dello svincolo di Via Adriatica, snodo oggetto di acceso dibattito in fase progettuale in quanto inizialmente non rientrante nella nuova dislocazione prevista da Anas. Proprio in virtù dell’importanza strategica che l’accesso di via Adriatica rappresenta per gli equilibri del traffico stradale ed autostradale di Ponte San Giovanni, Befani ha ricordato di aver già presentato nel 2022 un ordine del giorno, approvato dal Consiglio, in cui chiedeva con forza al Comune di Perugia di farsi parte attiva assieme alla Regione Umbria per il mantenimento, all’interno dell’elaborazione definitiva del progetto relativo al cosiddetto “Nodo di Perugia” della rampa stradale di accesso alla E45 sita in via Adriatica, direzione Raccordo RA06 Perugia- Bettole/Firenze;

Tecnicamente la realizzazione della rampa in modalità “rilevato” o in terrapieno, ovvero con carreggiata realizzata con manufatto in terra a quota superiore a quella del terreno, renderebbe impossibile la messa in opera della strada prevista nel Prg, con conseguente blocco del traffico interno della frazione di Ponte San Giovanni nella zona di Balanzano.

La possibilità invece di operare sulla rampa con un tratto “in viadotto” o realizzando uno “scatolare”, cioè con carreggiata realizzata su impalcati o travate con elementi di appoggio (pile) disposti a intervalli regolari, permetterebbe un accesso autostradale ottimale in direzione Collestrada e San Martino in Campo.

Per questo Befani chiede di interpellare urgentemente il comparto tecnico di Anas, anche mediante audizione nella competente commissione consiliare, al fine di avere rassicurazioni sulle modalità di operazione per ciò che attiene il mantenimento della progettazione prevista nel PRG che non pregiudichino l’ammodernamento della rampa di via Adriatica così come previsto nel “Nodo” e non penalizzino il quartiere di Balanzano.

L’ing. Nibbi ha riferito che questa soluzione sarebbe molto costosa ed impattante non essendo prevista la soluzione sottopasso nell’asse principale. Nulla esclude, evidentemente, che l’intervento possa essere esaminato in questo momento ove vi sia specifica richiesta da parte delle Istituzioni interessate, supportata da studi e computi. All’esito si potrebbe pensare di assumere decisioni di tipo intermedio, certamente meno onerose, rimandando il completamento ad una fase successiva.

Elena Ranfa (PD) ha ricordato che la medesima questione è stata affrontata dal Pd tramite un’interrogazione ed un odg che giunge a conclusioni similari. Per tale ragione ha chiesto a Befani di sospendere la discussione dell’atto onde valutare la condivisione dello stesso.

Michele Cesaro (FI), in linea con quanto sostenuto in precedenza, ha detto che il tema potrà essere tranquillamente analizzato in sede di conferenza dei servizi, ma non nel momento attuale quando, a causa dei costi, rischia di compromettere l’intera operazione.

Fabrizio Croce (IPP), riferendosi alla chiusura inattesa e non comunicata adeguatamente – a suo dire – del passaggio a livello di Balanzano, ha sostenuto che un’Amministrazione dovrebbe cercare di governare gli eventi anche quando sono nelle prerogative di altri enti, adoperandosi affinché i cittadini vengano tempestivamente avvisati.

Dopo la discussione l’odg è stato rinviato per procedere con valutazioni ed approfondimenti del caso.

L’odg Nodino

C’è stata poi l’attesa discussione sull’ordine del giorno presentato dai consiglieri Tizi (M5S), Croce e Maddoli (IPP) relativo al progetto definitivo del Nodino. Con evidenziate alcune criticità: l’attraversamento di zona vincolata; l’eliminazione della strada che conduce al Borgo di Collestrada in direzione Perugia; scorporo dei lavori sulle rampe. Ma soprattutto, sono stati avanzati dubbi circa il fatto che il Nodino possa portare ad una effettiva riduzione del traffico. E poi perplessità sulla tempistica e sulle procedure espropriative.

Ragioni per le quali i promotori dell’odg chiedono di impegnare l’Amministrazione a rivedere la propria posizione in ordine al Nodo di Perugia, visto che “la stessa è stata formulata in assenza del progetto definitivo e, quindi di un’attenta conoscenza delle criticità”. Insomma, un ordine del giorno con il quale si chiede, politicamente, di azzerare tutto e riprendere in mano il dossier dall’inizio.

Rispondendo ai quesiti posti nell’odg, l’ing. Luigi Micheli di Anas ha chiarito innanzitutto che il progetto del Nodo (Legge Obiettivo) segue una procedura diversa rispetto a quella delle rampe (ordinaria).

Entrando nel dettaglio dei quesiti, ha spiegato che la procedura espropriativa sta seguendo l’iter previsto dalla legge: al momento si è in attesa di approvazione del progetto dal Cipes cui seguirà il finanziamento. La conferenza di servizi che successivamente verrà indetta sarà sede adeguata per valutare tutte le osservazioni che gli interessati intenderanno presentare.

Sul tema del rumore, ha riferito che Anas effettuerà tutte le misurazioni di legge prima, durante e dopo i lavori; a tal proposito occorre ricordare che solo sul progetto di Ponte San Giovanni sono previste barriere antirumore per 4km che si integreranno con quelle previste nel progetto nodo di Perugia.

Ansa Ornari e bosco a Farnetto: si tratta di zone speciali per le quali è stata attivata la procedura per la Vinca presso il ministero competente (Mase). La regione sul punto ha già espresso parere positivo all’intervento, ma tutto confluirà nel parere finale del ministero.

Per la strada dell’Ospedalone, la realizzazione della galleria artificiale prevede una riprofilatura pedonale sull’attuale sedime ed una variante che garantirà il collegamento.

Anas: benefici sul Raccordo solo con l’intero Nodo

Nibbi, confutando il punto della relazione di Anas dove si sostiene che il Nodino non porterà benefici al traffico sul Raccordo, ha spiegato che tale affermazione è ovvia trattandosi di variante relativa ad un’altra strada. Per determinare tali benefici, infatti, sarebbe necessario completare il Nodo anche per il secondo tratto auspicandone l’utilizzo da parte degli abitanti di Perugia. Proprio in merito al tratto Madonna del Piano-Corciano, Nibbi ha spiegato che tale ipotesi non è sparita, ma rientra semplicemente in un altro progetto: qui sono stati reperiti finanziamenti solo per alcuni interventi.

Comitati pro e contro

Il dibattito è stato completato dagli interventi di Luigi Ercolani Presidente del comitato “Chi salverà Ponte San Giovanni” e di Simonetta Cianetti Presidente del Comitato “sciogliamo il nodo”.

Il primo ha sostenuto che il progetto relativo al raddoppio delle rampe ancora non è noto dal punto di vista tecnico ed ha auspicato sul punto un coinvolgimento dei cittadini. In senso generale ha sostenuto l’essenzialità di procedere con la realizzazione del nodo di Perugia rispetto al raddoppio delle rampe, in quanto quest’ultimo rischia solamente di spostare il problema del traffico di qualche centinaio di metri sul raccordo Perugia-Bettolle senza risolvere i problemi attuali, oltre che ingenerare fortissime criticità per Ponte San Giovanni durante la vigenza del cantiere.

Ha quindi sollecitato Anas a valutare l’ipotesi di utilizzare parte dei 41 milioni previsti per il raddoppio su altre opere più urgenti, come barriere antirumore, riorganizzazione svincoli, segnaletica ecc.

Di parere opposto invece Simonetta Cianetti che ha condiviso molte delle considerazioni spiegate da Croce, Tizi e Maddoli nell’odg, evidenziando le numerose criticità connesse alla realizzazione dell’opera denominata “nodino” o “nodo” a seconda delle versioni.

Le principali riguardano il riconoscimento da parte della stessa anas, all’interno degli studi, dell’inutilità dell’opera al fine di mitigare il traffico sulla Perugia-Bettolle, i significativi impatti dal punto di vista ambientale che la strada avrebbe anche a causa della necessità di realizzare una galleria (con ausilio della detonazione) in zona di pregio e con eliminazione della strada che conduce al Borgo, modificando in maniera sostanziale il profilo della collina. Sotto questo profilo Cianetti ha ricordato che sono state numerose le prescrizioni e criticità evidenziate nei pareri dai tecnici di Comune e Provincia.

Infine la presidente ha posto l’accento sulla insostenibilità del progetto per la realizzazione del secondo tratto del nodo (Madonna del Piano-Corciano), quantificabile in circa 2 miliardi di euro (era un miliardo già nel 2006).

L’odg verrà approfondito nella prossima seduta alla presenza dei rappresentanti della Regione.

Radicali all’attacco

Gli esponenti dei Radicali di Perugia Michele Guaitini (segretario) e Andrea Maori (tesoriere) giudicano inaccettabile il comportamento dei dirigenti Anas, che avrebbero dovuto dare delle risposte alle preoccupazioni sorte alla luce della pubblicazione del progetto definitivo e riassunte nelle osservazioni e le criticità espresse dai tecnici del Comune e della Provincia di Perugia. “Nessuna risposta – attaccano – è arrivata invece da parte dei signori Micheli e Nibbi che hanno preso la parola. Alcuni problemi sono stati allegramente ignorati, altri elusi rimandando alla successiva trattazione in conferenza di servizi”.

E portano l’esempio del “refuso” (così è stato chiamato dai tecnici Anas), relativo all’uso dell’esplosivo per i lavori, aspetto sempre negato pubblicamente da Anas, ma ancora presente nei documenti ufficiali.

Nuova interrogazione al ministro dell’Ambiente

Intanto la deputata del Movimento 5 Stelle Emma Pavanelli ha annunciato che, sulla base delle criticità rilevate dai tecnici del Comune di Perugia, presenterà una nuova interrogazione al ministero dell’Ambiente per conoscere le ragioni poste alla base di un iter decisionale che, dalle premesse, appare destituito di ogni fondamento oltre a chiedere una nuova valutazione di impatto ambientale che tenga realmente conto di tutte le criticità rilevate e ponga realmente in primo piano la tutela dell’ambiente”.

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