di Giampiero Panfili (*)
Rimango assolutamente sbalordito per la notizia che la Rai non trasmetterà in prima serata il pugilato, come anche il Karate e il Taekwondo, perché ritenuti diseducativi dalla Commissione di Coordinamento dei palinsesti Rai. Tutto lo Sport, ed in primo luogo il pugilato, insegnano valori quali il sacrificio, la costanza e la dedizione che dovrebbero formare e contribuire a fortificare il carattere delle nuove generazioni.
Apprendere invece che vengono considerati semplicemente degli spettacoli violenti, significa offendere e tradire il significato stesso dello Sport. Nelle palestre viene insegnato, prima ancora della tecnica, l’autocontrollo e la disciplina che, una volta appresi in ambito sportivo, entrano a far parte del dna caratteriale di tutti gli appassionati andando a costituire una risorsa importante dalla quale attingere nella quotidianità come anche, e soprattutto nei momenti difficili della vita. Vedere soltanto la violenza negli sport di contatto, significa non aver compreso i valori dell’agonismo e la costante sfida con sé stessi, che essi ci impongono ogni giorno. Per queste ragioni, ritenendo alto il valore educativo di certi sport si cerca di avvicinare il mondo della scuola a queste discipline.
Con la decisione della Rai abbiamo segnato un rovinoso passo indietro proprio sull’educazione allo Sport. Lo strumento televisivo, come anche internet, sono realtà che devono essere fruite dai giovanissimi attraverso il filtro dell’intelligenza degli adulti. Spetta a questi ultimi spiegare ed evidenziare la nobiltà dei Valori che lo Sport rappresenta, insegnando, alle giovani generazioni a non fermarsi all’apparenza. L’intero palinsesto televisivo propone programmi spazzatura, diseducativi e violenti, mettere il bollino rosso sullo Sport rappresenta una censura a ciò che di positivo la televisione è ancora in grado di trasmettere.
Le nuove generazioni lobotomizzate da quiz, tronisti e veline possono soltanto imparare da quegli atleti che ogni giorno mettono sacrificio e sudore per arrivare a vincere la sfida con loro stessi. L’onore e il prestigio che i nostri atleti hanno portato all’Italia in tutte le discipline, non è certo cosa di cui vergognarsi o di cui avere timore, ma un vivo esempio di carattere e di impegno.
Spero che il Cda della Rai torni rapidamente indietro su questa decisione che rappresenta un pericolosissimo precedente anche per tutte quelle discipline che prevedono il contatto fisico o che potrebbero evocare atti violenti, dal rugby al football, a tutte quelle specialità che prevedono l’uso delle armi.
(*) Presidente regionale FPI