Giada Martinetti
La politica, finalmente, s’è svegliata. Sullo scandalo che sta travolgendo la Quintana – per le vicende legate al doping che hanno alterato le competizioni del 2006, come confermato dalla sentenza dello scorso mese – arrivano le prime prese di reazione. Se la condanna di primo grado inflitta a 7 persone (di cui 5 legate ad altrettanti Rioni) era scivolata fra il silenzio dei più, la pubblicazione delle intercettazioni captate dai Nas di Perugia comincia a far sentire la voce di alcuni dei rappresentanti politici della città. Anche se non mancano gli innocentisti. Come nel caso del consigliere provinciale Maurizio Ronconi che, sulla sentenza non dice una parola, ma che spara a zero contro la Ministra Brambilla che ieri rivendicava la scelta di non aver concesso il sigillo di “Patrimonio d’Italia” alla kermesse folignate. “Le dichiarazioni del ministro del Turismo Brambilla sulla Quintana sono inqualificabili e volgari – tuona l’ex senatore Udc -, il ministro sottace, tra l’altro, che si tratta solo del primo giudizio e che ne attendono ancora due. Secondo la Brambilla la Quintana, i suoi “magistrati”, i cavalieri, tutta la manifestazione, debbono comunque essere condannati definitivamente per un primo giudizio negativo mentre magari, il suo leader politico continua ad essere giudiziariamente immacolato sempre e comunque”. E ancora: “C’è un chiaro pregiudizio della ministra nei confronti della Quintana, atteggiamento che va decisamente respinto alla mittente. La questione è così grave che il partito di riferimento della Brambilla (il Pdl, n.d.r.) e nel quale a Foligno militano diversi ed anche autorevoli esponenti, prenda decisamente e definitivamente le distanze rispetto ad un esponente di governo che certamente non conosce e non ama Foligno. L’unico sollievo, la consapevolezza che la Brambilla è parte di un governo in via di esaurimento” conclude Ronconi. Di parere opposto, e con toni più pacati, la consigliera Stefania Filipponi di Impegno Civile: “La Giostra della Quintana rappresenta, indubbiamente, le prestigiose tradizioni storiche, sociali e culturali del nostro territorio, ed è incontestabile che la manifestazione sia cresciuta nel tempo grazie al disinteressato, inestimabile impegno di tanti volontari che sono accomunati dalla passione per le tradizioni e dal profondo amore per i cavalli, unici veri protagonisti della splendida giostra. Ma la passione – scrive l’avvocato Filipponi – non può esimerci da una attenta disamina dei fatti accaduti e riportati anche dalla stampa nazionale. Le intercettazioni cui si fa riferimento nella sentenza penale di condanna, in merito all’utilizzo di sostanze dopanti sui cavalli di giostra, fanno emergere uno spaccato inquietante che, purtroppo, non lascia spazio a benevole interpretazioni e che merita approfondimenti in sede istituzionale. I colloqui riportati riguardano veterinari, fantini e anche priori per cui i vertici dell’Ente non possono essere ritenuti esenti da responsabilità, quanto meno oggettiva: non potevano non sapere. Quando un calciatore viene condannato per illecito sportivo ne risponde anche la società. E poi perché il Presidente dell’Ente Giostra e il Sindaco del Comune di Foligno non hanno ritenuto opportuno costituirsi parte civile nel processo penale? Quali le ragioni? Ma la riflessione non può limitarsi ai fatti di cronaca, deve invece riguardare l’intera manifestazione sempre meno “festa popolare” e sempre più evento economico commerciale; vanno colmate le profonde distanze che purtroppo si registrano fra quintanari e cittadini che, soprattutto se residenti nel centro storico, sono costretti a subire quotidiani atti di “inciviltà”; deve essere maggiormente garantito l’ordine pubblico per evitare che gli eccessi di pochi finiscano per penalizzare l’intera manifestazione. La Quintana è sempre stata competizione, aggregazione, sacrificio e responsabilità; è vero, nel glorioso passato delle presidenze Salari, Raffaelli e Picuti, forse le performance non erano ai livelli attuali; Giusti e Formica forse non “scendevano al disotto del minuto”, ma sia nelle contrade che in campo si viveva il gioioso, corale clima della festa popolare. La velocità non è il solo parametro del successo, la Quintana non può essere trasformata in una vetrina effimera dell’apparire e, in quanto tale svuotata del suo vero significato, che è soprattutto umano. Chiederò pertanto al Presidente della III Commissione di indire con sollecitudine una riunione per approfondire, con gli organi competenti, tutte le problematiche”.
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