I pensieri di Marco Aurelio, l'imperatore romano e filosofo stoico a cui Enrico Montesano s'ispira, costituiscono il leit motive dell'originalissimo irriverente e provocatorio one man show in cui etica e cotica oscillano sul piatto della bilancia, per ridere e riflettere.
Tra le caratterizzazioni ripescate nella variopinta galleria dell'attore romano – sdoganatore artistico del trash e del politicamente scorretto – il posto d'onore spetta al Pomata. “Pomata è la cotica, Marco Aurelio l'etica ma entrambi sono complementari nello spettacolo come nella vita. Perciò abbasso la tecnocrazia e la profittocrazia, e viva il cittadino consapevole”.
Tra un monologo e una canzone – in scena con Montesano ci saranno anche un attore, una soubrette e un musicista – si parlerà di principi morali latitanti (“in questa società d'artisti cotiche ho plasmato un personaggio etico che di professione fa il donatore di sangue, Anemia Nicola”), di italiani all'aeroporto (“maleducati, fanno sempre suonare il metal detector”), e di coppie presidenziali, ma senza esagerare.
“La gente ha bisogno di ridere e io ne approfitto, facendo la parodia del neo eletto Barack Obama, un gran paravento, ma come avrà fatto a diventare presidente degli Usa? Forse perché ha sposato Michelle. Entro in scena con le dita dietro le orecchie per farle a sventola e sotto il mento porto un ventaglio d'argento per l'abbronzatura. Al glamour presidenziale di Sarkozy e Carlà, al mito di Kennedy e Jacqueline il nostro Paese risponde con la coppia Napolitano e Clio: ma dove arriveremo così? io dico, al massimo dall'elettrauto”.
E scusate l'ironia.