E’ di 823mila euro l’attivo di gestione relativo al rendiconto di bilancio 2013 approvato ieri pomeriggio dal Consiglio provinciale con 12 voti favorevoli, 5 contrari e 1 astenuto. Il documento illustrato dal vice presidente e assessore alle Finanze Vittorio Piacenti d’Ubaldi conferma la condotta rigorosa e attenta dell’amministrazione provinciale che ha rispettato il patto di stabilità garantendo tutti i servizi essenziali e mettendo in atto politiche di sviluppo nonostante i fortissimi tagli da Stato e Regione. L’assessore alle finanze ha ricordato come la Provincia sia oggi un ente con i conti in ordine e come le attente politiche finanziarie di questi anni lascino una situazione di bilancio positiva e virtuosa per le future amministrazioni.
I dati – Il taglio dei trasferimenti da Stato e Regione è stato dal 2008 del 51% (oltre 17 milioni). A fronte di questo e dei vincoli del patto di stabilità, i mutui sono stati azzerati a partire dal 2011, la razionalizzazione dei costi ha portato a una diminuzione delle spese di oltre il 32%. Sono stati ridotti di oltre l’83% gli incarichi esterni, del 62,4% gli affitti passivi, del 75% le auto di rappresentanza, per le quali l’ente spende solo 15.000 euro, di un altro 79% le spese di rappresentanza e del 96% quelle per i convegni, con l’azzeramento dei costi per la pubblicità.
Nel dibattito la minoranza ha criticato la politica del centrosinistra definendo il rendiconto una manovra puramente tecnica senza alcun risvolto politico o scelte strategiche. Secondo Andrea Sacripanti (gruppo Misto) e Gabriella Caronna (Fi) il rendiconto dimostra la pochezza della maggioranza. Danilo Buconi (gruppo Misto) ha lamentato il mancato finanziamento di interventi sulle strade, sul turismo e sui trasporti, mentre Zefferino Cerquaglia (Psi) ha ricordato come non ci sia stata una politica incisiva nei confronti della Regione e annunciando il voto favorevole ha dichiarato che permangono dubbi e perplessità. Mauro Paci (Pd) ha invece difeso le scelte ed ha sottolineato la presenza di conti in ordine in una situazione di grande difficoltà a causa dei forti tagli alle Province.