Proteste dei sindacati e "ricalcolo" fabbisogno sanità, la manovra si dimezza

Proteste dei sindacati e “ricalcolo” fabbisogno sanità, la manovra si dimezza

Massimo Sbardella

Proteste dei sindacati e “ricalcolo” fabbisogno sanità, la manovra si dimezza

Tasse, l'emendamento della Giunta: bollo auto invariato, e niente aumento Irpef tra 15-28mila euro, Irap +0,5% dal 2026
Lun, 07/04/2025 - 14:52

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Sindacati con le bandiere in piazza, mentre la Giunta regionale, all’interno del Palazzo, illustrava alle delegazioni dei rappresentanti di lavoratori e pensionati l’ipotesi di emendamento alla manovra fiscale che sarà portata in Aula giovedì.

Il “ricalcolo” del fabbisogno della sanità (inizialmente annunciato di 90 milioni di euro) e le proteste delle parti sociali hanno indotto l’amministrazione Proietti a dimezzare l’aumento delle tasse rispetto alla delibera preadottata prima dell’incontro al Mef.

Le nuove aliquote

A segretari regionali di Cgil, Cisl e Uil – e poi ai rappresentanti delle associazioni di categoria – è stata prospettata una manovra da 52 milioni di euro per il primo anno, a cui si aggiungerà l’incremento dell’Irap dal 2026, che passerà dal 3,90 al 4,40%. Non scatterà, invece, l’incremento del bollo auto del 10%, sempre inizialmente previsto dal 2026.

Come era stato anticipato dalla presidente Proietti, nella nuova versione predisposta dalla Giunta viene creata una no tax area, con l’azzeramento dell’Irpef per i redditi fino a 28mila euro, mentre sgravi sono previsti per la fascia tra 28mila e 50mila euro. Con una proiezione dello “sconto” superiore a 100mila euro, soprattutto per fasce intorno ai 30mila euro di reddito.

Con un etra-gettito previsto di circa 52 milioni, ai quali dal 2026 si aggiungeranno i 17 milioni e mezzo previsti con l’incremento dell’Irap su gran parte delle imprese. Probabilmente meno, se l’aumento sarà dello 0,4% e non dello 0,5%.

L’incremento è stato giustificato con la necessità di dare copertura ai 34 milioni di euro del disavanzo della sanità (indipendentemente dal pay-back dispositivi medici, quei 48 milioni che per l’opposizione sono invece esigibili), più i 13 milioni annui per la ricostituzione del Fondo di dotazione, ipotizzando di concordare con il Mef di pagare i 39 milioni in tre rate. Per il primo anno si tratta di 47 milioni a cui la Giunta vuole aggiungere i 5 milioni di tagli previsti dal Governo.

Manovra che dal 2026 porterà comunque nelle casse della regione quasi 70 milioni in più. Soldi che, con l’approvazione del testo entro il 15 aprile, entreranno nella fiscalità ordinaria e quindi potranno essere usati dalla Giunta per qualsiasi voci.

In contemporanea i consiglieri del centrodestra, che stanno ancora occupando Palazzo Cesaroni, hanno incontrato i rappresentanti delle associazioni di categoria, interessate soprattutto – ma non solo – dall’aumento dell’Irap dello 0,50%. E’ stato spiegato come, sulla base degli incassi previsti, un aumento delle entrate fiscali per la sanità non sia necessario.

incontri associazioni di categoria

Imprese e sindacati chiedono di ritirare la Manovra. E di concertare insieme le misure da intraprendere, tra razionalizzazione dei costi e possibili nuove entrate. Cosa che, vista la tempistica, porterebbe a superare la data del 15 aprile. Tuttavia c’è anche chi guarda al bicchiere mezzo pieno, con la salvaguardia per le fasce di reddito più basse.

La posizione dei sindacati

“Massima solidarietà alla presidente della Regione Stefania Proietti per le vignette e la campagna d’odio di cui è stata vittima in questi giorni – hanno innanzitutto voluto sottolineare i tre segretari generali regionali di Cgil, Rita Paggio, Cisl, Angelo Manzotti, e Uil, Maurizio Molinari –. La politica può essere discussa, la persona non può essere attaccata e quindi le esprimiamo solidarietà e vicinanza. Respingiamo con forza e determinazione i violenti attacchi sessisti di cui è stata vittima. Tutto ciò è inaccettabile. Ciò non ha nulla a che fare con ogni legittima forma di critica. È pura violenza”.

Quindi, le valutazioni sulle nuove aliquote prospettate dalla presidente Proietti, affiancata dagli assessori Bori e De Rebotti.

“La rimodulazione della manovra da 90 milioni a 52 milioni di euro – ha dichiarato Paggio (Cgil) – è già un risultato importante, così come l’azzeramento dell’aliquota addizionale regionale tra i 15mila e 28mila euro, perché tutela le fasce più esposte e più a basso reddito. In pratica chi appartiene a questa fascia non paga più nemmeno l’addizionale che pagava in precedenza. Parliamo del 72% dei contribuenti umbri, cioè chi ha un reddito inferiore ai 28mila euro. Sulla fascia tra i 28mila e 50mila euro restano invece ancora forti criticità, che come Cgil avevamo già denunciato nel precedente incontro, ma i correttivi introdotti dalla giunta, pur non risolvendo definitivamente il problema, sono comunque un passo in avanti”. Oltre a quello già detto, è prevista anche la creazione di un fondo taglia tasse, da alimentare attraverso una revisione e razionalizzazione della spesa e riforme strutturali, per il quale la Regione si è detta disponibile ad aprire un confronto con i sindacati per la sua destinazione. “Come Cgil – ha reso noto Paggio – vorremmo che tale fondo fosse destinato alle fasce di reddito più basse, che hanno avuto comunque aumenti per via della manovra: parliamo quindi delle fasce di reddito poco superiori ai 28 mila euro”.

Molto più critica la posizione della Uil. “Da una giunta di sinistra – ha affermato Molinari (Uil) – ci saremmo aspettati una serie di misure diverse. La mole di debito, infatti, non è tale da giustificare un aumento della tassazione. A livello nazionale siamo in prima linea per chiedere la detassazione degli aumenti contrattuali e non possiamo dunque accettare innalzamenti dell’Irpef regionale, fermo restando che stamattina ci è stato illustrato uno sforzo importante per rimodulare quanto previsto. Serviva un tavolo tecnico, convocato in maniera permanente, per iniziare a riformare il sistema Umbria. A questo punto diventa sempre più urgente parlare di riforme, con il Piano sanitario in primis. Occorre aprire il ‘Cantiere Umbria’, per rendere il sistema regionale più competitivo e lavorare su una crescita del Pil che sia sostenuta da lavoro sicuro e ben retribuito”.

“Dall’incontro in Regione – è il commento che arriva dal segretario Cisl, Manzotti – si ravvisano alcuni passi avanti, ma non siamo soddisfatti. Prima di aumentare le tasse per i cittadini umbri dobbiamo discutere del nuovo piano sanitario regionale per efficientare i servizi sanitari che devono essere rispondenti alle esigenze dei cittadini e dei territori. È necessaria quindi un’opera di razionalizzazione della spesa sanitaria. Qualora la riforma sanitaria non dovesse portare ai risultati sperati si potrà discutere della manovra fiscale regionale.

“L’altro dato importante – hanno spiegato Paggio, Manzotti e Molinari – è che non è più previsto l’aumento del bollo auto, così come noi avevamo chiesto. Per noi è un risultato molto importante perché gli umbri, vista le caratteristiche della regione, sono in gran parte costretti ad avere l’auto per andare a lavorare e studiare. Infine, c’è l’impegno della giunta a confrontarsi sul nuovo piano sanitario regionale e mettere mano alle difficoltà strutturali che hanno portato a questo disavanzo e che hanno determinato le condizioni per cui i cittadini sono costretti a pagare per farsi curare”.

Le tasse alle imprese

Nell’incontro del pomeriggio con le associazioni di categoria, Proietti ha espresso la volontà di impegnarsi fin da subito per diminuire l’aumento dell’Irap, previsto dall’anno 2026, allo 0,4%.
In parallelo, anche con le associazioni datoriali, si è discusso dell’inserimento di un Fondo taglia-tasse, destinato a essere alimentato attraverso una revisione e razionalizzazione della spesa regionale, specialmente nel settore della sanità. Questa strategia non solo servirà a ridurre il carico fiscale, ma accompagnerà la manovra con un percorso di riforme strutturali e la riorganizzazione della macchina regionale e delle aziende sanitarie, indirizzando gli investimenti verso i reali bisogni del territorio.

Scontro politico sui tempi

La maggioranza, fatte queste concessioni, è determinata ad andare avanti. La manovra, con l’emendamento presentato oggi alle parti, approderà giovedì in Aula. Dove i consiglieri di opposizione hanno annunciato battaglia. Con una prima mossa che potrebbe intralciare la road-map della maggioranza. E’ stata infatti depositata una mozione di sfiducia nei confronti della presidente Proietti. Cosa che bloccherebbe, nel frattempo, tutte le altre partiche. A meno che non si motivi adeguatamente la necessità di approvare la Manovra correttiva in modo urgente.

(in apertura, l’ingresso dei segretari sindacali a Palazzo Donini e il presidio; nell’ultima foto dl’incontro con le associazioni di categoria, dal profilo Facebook dei consiglieri di opposizione)

articolo in aggiornamento

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