Francesco De Agustinis
Hanno incassato per ben due anni fondi ministeriali, lavori su commissione e chissà cos'altro, servendosi di un'associazione no profit intestata ad una ragazza di Perugia totalmente ignara della sua esistenza. Una vera e propria truffa dal contorno ad oggi estremamente fumoso e a tratti inquietante, messa a segno da ignoti, che la diretta interessata ha scoperto nei giorni scorsi solo grazie ad un “meccanismo inceppato” del sistema di raggiro, un lavoro non portato a termine per una società di Roma che ne ha chiesto conto direttamente a lei.
I fatti – Verso la fine dello scorso anno la vittima della truffa, non a caso operatrice del terzo settore, si è vista recapitare una lettera da parte della società romana in questione, che le chiedeva conto di un sito internet appaltato ad un'associazione “di promozione sociale” con sede a Bastia di cui lei risultava presidente, pagato 12mila euro ma mai realizzato. Pensando ad un errore o ad uno scambio di persona – la vicenda era comunque seguita da un legale -, la situazione è rimasta latente per diversi mesi, fino a quando nelle scorse settimane la società ha ribussato nuovamente alla porta della ragazza, segnalandole che, secondo l'albo regionale delle imprese sociali della regione Umbria, lei risultava inequivocabilmente presidente dell'associazione in questione.
L'associazione fittizia – Dal 2009 l'associazione “incriminata” risulta infatti registrata presso gli sportelli della regione preposti. Sebbene nell'atto costitutivo depositato non sia mai menzionata la vittima del presunto furto di identità, i suoi nome, congnome, data di nascita e codice fiscale sono invece espressi a chiare lettere in un foglio word allegato, con l'elenco del presunto Cda dell'associazione, sotto la dicitura “presidente”, senza il necessario verbale dell'assemblea dei soci a sancirne l'elezione. “Alla documentazione era allegata anche una copia della mia carta di Identità”, ha spiegato a TuttOggi.info la diretta interessata. “Una copia palesemente falsa. Innanzitutto non ho mai avuto una carta su supporto magnetico e poi la fotocopia era scurissima, non si riusciva a leggere il numero né a distinguere i tratti della foto”. Secondo quanto riferito dagli sportelli della Regione, che a dire della malcapitata hanno ammesso la leggerezza dell'operatore ad accettare un simile documento, una persona si è presentata a registrare l'associazione con il finto documento.
Il mistero – Immediata la denuncia ai carabinieri di Perugia da parte della vittima che ha presentato una memoria anche alla Procura del capoluogo. Sebbene per cautela la denuncia sia scattata contro ignoti, la società romana coinvolta – che nel frattempo ha riconosciuto la truffa e quindi la buona fede della malcapitata rinunciando al credito nei suoi confronti – ha però indicato in un professionista di Perugia, originario calabrese e attivo nel settore no profit, la persona che avrebbe materialmente intascato gli assegni per la realizzazione del sito. La società romana ha detto anche che l'associazione – secondo le sue ricerche – avrebbe precedentemente avuto accesso ad alcuni fondi, anche di provenienza ministeriale. Il numero di fax dal quale sarebbe pervenuta in Regione parte della documentazione farebbe invece riferimento ad uno studio di un noto commercialista, anch'egli di origine calabrese, il cui ruolo nell'intricata vicenda è ora al vaglio degli inquirenti.
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