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Presentato “Wildlife Economy”, un progetto economico per la Montagna di Spoleto

Redazione

Presentato “Wildlife Economy”, un progetto economico per la Montagna di Spoleto

"L'area di Monteluco potrebbe essere la più adatta su cui calare l'idea, creando un centro di documentazione e per visite ambientali"
Sab, 07/11/2015 - 09:58

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“Wildlife Economy” significa trarre beni,  servizi e reddito dalla fauna selvatica. Perché se vogliamo salvarla dobbiamo farla diventare una risorsa economica, sia pure con cautela. E ci sono due  strade principali per farlo, entrambe percorribili: catturando l’animale selvatico  nel suo ambiente per un consumo di tipo alimentare, o utilizzandolo a scopo didattico, di  osservazione naturalistica”. Così spiega, in sintesi, la sua filosofia Bernardino Ragni autore del saggio-progetto “Wildlife Economy-Nuovo Paleolitico” (Aracne ed. 2015).

Dopo un’anteprima l’estate scorsa ad EXPO 15, il saggio è stato presentato ieri a Spoleto nella splendida sala conferenze di Palazzo Leti Sansi, sede della Bonicazione Umbra, da Antonio Boggia, professore di Economia dell’Università di Perugia e autore della prefazione al volume. Insieme al libro, è stato illustrato anche il progetto “Wildlife Economy Montagna Spoletana”, quale proposta applicativa del saggio di cui è autore Bernardino Ragni.
“Wildlife Economy alias Nuovo Paleolitico alias Paleolitico 2.0 – spiega Ragni – è una Filosofia-Progetto che letteralmente significa ‘economia basata su quella parte di fauna selvatica tecnicamente gestibile, analogamente a quanto Homo sapiens faceva prima che inventasse l’agricoltura, in chiave moderna sostenibile’, applicabile in Umbria, in Italia e i qualsiasi altro luogo del Pianeta con terra, erba, alberi”.

“Applicare questo tipo di economia nel territorio di Spoleto, ricco di boschi e di risorse naturali, – prosegue Ragni – potrebbe generare reddito e occupazione coinvolgendo anche i Comuni limitrofi, per esempio quelli il cui territorio comprende la sponda destra del Fiume Nera. La prima Fase Sperimentale della Wildlife Economy Montagna Spoletana consiste nel realizzare su tutta l’area, oltre all’abbattimento a scopo alimentare e conseguenti trattamento e vendita a norma di legge e all’abbattimento venatorio a pagamento, visite-escursioni-stage di campo a pagamento tramite applicazione di metodo naturalistico con osservazione-ascolto delle diverse specie faunistiche”.
Al convegno-dibattito sono intervenuti Giuliano Nalli (Presidente del Consorzio Bonificazione Umbra e Presidente di ANBI Umbria) che ha sottolineato l’importanza della visione di cui si fa portatore il saggio di Bernardino Ragni per la gestione del territorio e Vincenza Campagnani (Assessore Ambiente Comune di Spoleto) che ha affermato come il progetto Wildlife Economy sia stato inserito nel programma dell’amministrazione comunale (nel quadro del dossier Spoleto capitale italiana della cultura 2017): “E’ un percorso che di fatto l’amministrazione comunale ha già avviato – ha detto – con realizzazioni come la Green way lungo il Fiume Marroggia, ma che allargandosi può dare ulteriori prospettive di lavoro in un territorio che risente di una forte crisi industriale, agganciandosi anche a strumenti di finanziamento regionali ed europei”.
Nel pubblico, c’erano, tra gli altri, gli assessori comunali ai lavori pubblici Angelo Loretoni e all’urbanistica Antonio Cappelletti, il dirigente del settore faunistico della Regione Umberto Sergiacomi, rappresentanti di associazioni di categoria come Confindustria, Associazioni agricoltori, Associazioni ambientaliste (Legambiente, Italia Nostra), Cai, Fidapa, Albergatori ed altri stakeholder.
Molti e articolati gli interventi, tra cui quello del consigliere comunale con delega allo sviluppo economico Zefferino Monini, che ha affermato: “L’area di Monteluco con la sua importanza naturalistica e dotazione di strutture è la più adatta a funzionare da centro di documentazione e base per visite ambientali”. Ragni ha aggiunto che Monteluco dovrebbe funzionare come baricentro del progetto, anche per l’uso alimentare e venatorio della fauna.
I lavori sono stati coordinati da Candia Marcucci, direttore CBU e ANBI-Umbria.

PROGETTO WILDLIFE ECONOMY MONTAGNA SPOLETANA (WEMS)

Viene considerato lo spazio rurale sia boschivo che coltivato della dorsale appenninica ricadente nel Comune di Spoleto. Con la possibilità-opportunità di coinvolgere Comuni limitrofi ed in continuità ecologica con l’Area WEMS; per esempio i Comuni il cui territorio comprende la sponda dx del F. Nera consentirebbero di far coincidere su detta asta fluviale il confine orientale della WEMS. Il Gestore (persona fisica, società, ente privato, pubblico, pubblico-privato) del Progetto WEMS, responsabile della sua attuazione, dei costi di investimento e di esercizio, è destinatario del vantaggio economico-occupazionale in caso di esito favorevole nonché dell’eventuale svantaggio economico-occupazionale in caso di esito sfavorevole.
La prima Fase Sperimentale della WEMS consiste nel realizzare su tutta l’area:
abbattimento a scopo alimentare e conseguenti trattamento e vendita a norma di legge delle carcasse intere;
abbattimento venatorio a pagamento con o senza cessione a norma di legge delle carcasse intere; le carcasse non cedute seguono la filiera alimentare;
visite-escursioni-stage di campo a pagamento tramite applicazione di,
metodo naturalistico su macro-meso-mammiferi, uccelli, rettili, anfibi, invertebrati, flora, paesaggio (citizen science);
allucco (wolf-howling) diurno e serale-notturno al lupo;
ornito-osservazione-ascolto (bird watching) su avifauna diurna, stanziale e migratoria;
chiro-osservazione-ascolto (bat watching) serale-notturno su pipistrelli;
video-foto-trappolamento di macro-meso-tetrapodi;
osservazione-ascolto diretti di macro-meso-tetrapodi, diurni e serali-notturni a siti di alimentazione.
Le spese d’investimento relative alla Fase Sperimentale devono essere contenute al minimo indispensabile, essere polifunzionali e con validità a lungo termine, le principali:
allestimento di almeno un centro di conferimento, trattamento, stoccaggio, vendita, delle carcasse derivanti da abbattimento a scopi alimentare e venatorio;
allestimento di altane destinate ad agevolare ed ottimizzare tutti e 4 i filoni di uso sostenibile, con particolare riferimento, sia agli abbattimenti per uso alimentare e caccia a pagamento, sia per osservazione-ascolto diretti di meso-macro tetrapodi;
allestimento di siti d’alimentazione destinati sia a fitofagi che carnivori, associati a tutte o parte le altane;
acquisizione di un set di foto-video-trappole destinate all’attivazione di “linee di cattura” (line trap) della fauna selvatica a fini produttivi e ricognitivi;
acquisizione di un kit di dispositivi bio-acustici destinati al wolf-howling ed al bat-watching nonché di utensili per la cattura in vivo di Chirotteri, Rettili, Anfibi e Invertebrati.
La Fase Sperimentale della WEMS potrà essere seguita da una evoluzione tecnico-economica che potrà ricomprendere investimenti volti all’accrescimento, sia del numero di specie-target sulle quali basare la Wildlife Economy, sia della consistenza e della densità delle loro popolazioni, sia del numero e dell’articolazione degli usi sostenibili su di esse esercitabili.

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