Seppur in maniera lieve continua ad aumentare la povertà. Sensibile rilievo della povertà “cronica”. “In questi dieci anni abbiamo visto mutare la povertà in tutte le sue dimensioni, un divenire continuo e costante che richiede una preziosa attenzione, partendo dal cuore di ogni azione Caritas: l’Ascolto” con queste parole il direttore della Caritas diocesana di Perugia-Città della Pieve, don Marco Briziarelli, introduce il decimo rapporto Caritas.
Nel 2024 si sono presentati al Centro di Ascolto della Caritas della Diocesi di Perugia-Città della Pieve 1.832 nuclei, con un aumento dell’1,5% rispetto all’anno precedente. L’afflusso dei richiedenti aiuto sembrerebbe stabilizzarsi, dopo i forti incrementi legati alla pandemia da Covid-19, al conflitto russo-ucraino e la crisi energetica con relativi aumenti delle materie prime, non supportate dall’adeguamento degli stipendi. A livello diocesano, considerando anche l’apporto dei 41 Centri di ascolto parrocchiali, i nuclei aiutati raggiungono quota 3.688 oltre 12.000 persone con un aumento dell’11,4% rispetto al 2023 (incremento dato in parte da una sempre più attenta mappatura del territorio, quindi da non prendere come dato assoluto di incremento). Dati apparentemente incoraggianti, confermati da una sostanziale stabilità del primo trimestre 2025, ma che invece destano non poca preoccupazione.
Stabilizzarsi su questi numeri significa uno sforzo enorme, complesso e prosciugante in termini economici e non solo che non ci permette ad oggi di garantire la sostenibilità di tutti i servizi nel 2026. Consideriamo che nel 2019 le famiglie aiutate erano poco più di 1.600.
Nello specifico del Centro di ascolto diocesano anche nel 2024, la quota dei richiedenti aiuto italiani (25,6%) risulta nettamente inferiore a quella di stranieri o persone con doppia cittadinanza, ma si attesta comunque come la nazionalità più aiutata con punte del 40% sui servizi di maggiore prossimità. La maggior quota di stranieri si registra in corrispondenza del Marocco, seguito principalmente da Nigeria, Perù, Ucraina e Tunisia. Si è continuato a far ricorso alla distinzione tra utenti vecchi e nuovi (che si suppongono costituiti a partire da quelli che hanno contattato il Centro di ascolto a partire dal 2023). Distinguendo per genere, il totale risulta composto da 957 femmine (52,2%) e 875 maschi. È interessante notare che quasi il 12% dei richiedenti aiuto nel 2024 ha aperto la propria scheda oltre dieci anni fa: si propone una povertà in una certa misura di tipo “cronico”. In termini di classi di età, si rileva, come negli anni precedenti, una tendenza, per gli stranieri, ad un’incidenza fortemente superiore delle classi più giovani, e tra gli italiani invece di quelle più anziane. Quanto allo stato civile, nel 2024 prevalgono i coniugati, seguiti da celibi e nubili.
Rilevante consistenza delle persone che vivono da sole. Tra le principali modalità di convivenza, quella più ricorrente è la vita in un nucleo con familiari/parenti, ed è praticata soprattutto dagli stranieri vecchi utenti. Ben il 35% (637 persone) vive da solo. Di questi, gli italiani sono 231, di cui più della metà sono nuovi utenti. Gli italiani che vivono soli sono quasi la metà del totale richiedenti aiuto. Soprattutto per i più anziani tra questi, può parlarsi di “vulnerabili soli”, che possono ritenersi i più fragili tra i fragili, e richiedere più di altri un sostegno socio-assistenziale.
Centralità dell’allarmante problema abitativo. Con riferimento alla questione abitativa, la casa in affitto da privati è la condizione abitativa con incidenza più elevata (48,7%). Molti poveri vivono in situazioni di subaffitto/posto letto. 176 sono quelli colpiti da “povertà estrema”, senza tetto, privi di abitazione. Come sottolinea don Marco Briziarelli, nel 2024 si sono avanzate in Umbria più di tremila richieste di sostegno abitativo, di cui quasi la metà nella Diocesi di Perugia.
Un basso livello medio di scolarizzazione, un’incidenza elevata di disoccupati e di lavoratori poveri. Tenendo conto di tutti i poveri rilevati dal Centro di Ascolto che hanno al più la licenza media inferiore, si arriva al 48,3% del totale, cioè ad un livello medio di scolarizzazione decisamente non elevato. Tra questi la quota femmine è nettamente inferiore a quella dei maschi. E poi, al crescere del titolo di studio posseduto, l’incidenza delle femmine supera quella corrispondente dei maschi. Sotto il profilo occupazionale, la frequenza più elevata (48,4%, 886 persone) riguarda i disoccupati in cerca di nuova/prima occupazione. Gli occupati (19,7%) pesano più che nel 2023. Essi rappresentano i lavoratori poveri (working poor), tratto caratteristico del modello italiano di povertà.
Forte aumento dell’intensità dei bisogni, e in specie di quelli legati alla condizione abitativa. Si registra un sensibile aumento del numero medio di passaggi dei richiedenti aiuto al Centro di ascolto, causata da una maggiore intensità dei bisogni, ma anche simbolo dei percorsi di accompagnamento all’autonomia che sono tratto distintivo dell’azione di Caritas. Tali percorsi sono composti da tanti momenti di ascolto intervallati da altri sostegni concreti e permettono la costruzione di quel legame relazionale di fiducia che sorregge la costruzione di autonomia. I bisogni maggiormente segnalati riguardano in varie forme la condizione di povertà e i relativi problemi economici. Una frequenza simile, con un forte aumento rispetto al 2023, è mostrata dai problemi legati alla condizione abitativa.
Dalle “Catene Spezzate” agli “Intrecci di Reti”: la forza promozionale degli interventi Caritas. Gli interventi della Caritas diocesana sono circa 90 mila, con un incremento del 5,6%. L’offerta si articola in Beni e servizi materiali, servizi alloggiativi (con un aumento di quasi il 50% in due anni) e Ascolti. Molto importanti sono anche i Coinvolgimenti, volti alla costruzione di una rete sociale a sostegno dei bisognosi, e gli Orientamenti, in collegamenti sempre più intensi con i vari servizi territoriali (abitativi, di istruzione, di lavoro, socio-sanitari).
Di grande rilievo è l’attività progettuale della Caritas diocesana, riguardante i progetti da questa promossi, e gestiti dalla Fondazione di Carità San Lorenzo, per la promozione della giustizia sociale e del benessere comunitario, e così concorrere, in linea con il messaggio evangelico, allo sviluppo integrale delle persone. Vi figurano, in particolare, i progetti “Semi di Carità”2024, progetto di animazione di comunità alla Giustizia Riparativa, tramite azioni di sensibilizzazione degli studenti dell’istituto secondario di istruzione superiore ITTS Volta e alla Giustizia di Comunità attraverso percorsi di inclusione sociale di detenuti/ex detenuti, da cui nasce come segno la “City Farm, Laboratorio di Ecologia Integrale” ( tale progetto è stato rinnovato per il 2025 e prevede ancora azioni di sensibilizzazione nelle scuole e nei quartieri di Fontivegge e Monteluce oltre ad un’intensa attività di sensibilizzazione e formazione degli stakeholders) e “Rete di Argento”, per un invecchiamento attivo della popolazione anziana autosufficiente, e molti altri progetti per accogliere, nutrire, soddisfare le esigenze abitative, e le più varie necessità dei richiedenti aiuto.
Ai progetti si affiancano svariate campagne di raccolta fondi, sempre per fronteggiare le necessità suddette, in modo particolare la raccolta fondi legata all’emergenza abitativa “C’è un problema grande come una casa. Facciamoci casa” che sarà attiva per tutto il 2025 fino alla conclusione dell’anno giubilare.

Questo contenuto è stato scritto da un utente della Community. Il responsabile della pubblicazione è esclusivamente il suo autore.