Porta Pesa, una scommessa nella sala della "discordia" - Tuttoggi.info

Porta Pesa, una scommessa nella sala della “discordia”

Redazione

Porta Pesa, una scommessa nella sala della “discordia”

Perugia, consegnate al sindaco Romizi mille firme contro l'attività commerciale | Continua la protesta di residenti e genitori
Gio, 06/04/2017 - 09:34

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A pochi giorni dalla sua apertura al pubblico, siamo andati anche noi a fare una puntata (in tutti i sensi) nella nuova sala da gioco inaugurata a Porta Pesa, che tante polemiche aveva suscitato da parte di vari residenti e dei genitori delle scuole della zona. Residenti e genitori, infatti, ritengono che la presenza di una sala scommesse sia diseducativa per i giovanissimi che comunque, precisiamo, per legge non possono avere accesso al locale, come avverte anche un cartello posto sulla porta d’ingresso.

Ambiente spartano composto da due saloni, quando entriamo la mattina la sala non è particolarmente affollata di scommettitori. E’ un giorno feriale, ma si disputano le partite di calcio delle coppe. E poi, in giro per campionati e tornei del mondo, di qualsiasi sport, c’è sempre qualche gara su cui scommettere.

Monitor per seguire le gare in diretta, computer dove visualizzare programmi degli incontri, quote e classifiche. A differenza di altre sale scommesse perugine, proprio per la vicinanza con le scuole, non ci sono però le slot machine. Del resto, gli scommettitori sportivi non amano particolarmente muovere una leva ed attendere l’allineamento di tre caselline. Meglio puntare su qualcuno che gareggia, anche virtualmente.

Presi dall’analisi di statistiche e probabilità, gli scommettitori “solitari” non sono inclini al dialogo. Fuori, sul marciapiede, un pensionato si fuma una sigaretta. “Nonostante le contestazioni, la sala è stata aperta…”, la butto là, per avviare una conversazione. Il pensionato alza le spalle: “Mah – dice – che fastidio dà? Chi non vuole giocare non gioca… E poi, ormai scommettono ovunque, anche dai telefonini.

Già, perché basta attivare un conto e si può puntare direttamente senza recarsi in una sala scommesse, tramite le app e i siti pubblicizzati in tv, senza troppe censure, praticamente ad ogni ora. Anche in quel caso, il gioco è vietato ai minori, ma basta avere un prestanome appena diciottenne e nell’anonimato della tastiera può agire chiunque. “Lo Stato, comunque, ci guadagna”, penso mentre guardo l’uomo gettare a terra il mozzicone si sigaretta e tornare a consultare le partite in programma.

Si lascia alle spalle un altro cartello: “Attenzione, il gioco può creare dipendenza”. Come le ore passate davanti alla Play Station o a giocare a calcetto nel cortile di casa. Una “dipendenza”, quest’ultima, che non rischia però di alleggerire le tasche, una volta adulti. E che magari, assicura il ministro Poletti, aiuta a trovare lavoro.


Ludopatie, verso le nuove regole

Intanto, in Regione prosegue il confronto per giungere ad una revisione delle Norme per la prevenzione, il contrasto e la riduzione del rischio della dipendenza da gioco d’azzardo patologico, dopo l’approvazione in commissione (con soli due astenuti, Nevi-FI e De Vincenzi-Rp) del testo che prevede l’equiparazione tra le sale da gioco e le sale scommesse, sottoponendo anche queste ultime ai limiti previsti relativamente alla distanza (500 metri) da luoghi sensibili come scuole, centri di aggregazione giovanili e luoghi di culto. La proposta di modifica prevede anche il coinvolgimento dei gestori delle sale scommesse nei percorsi di formazione obbligatoria per le sale da gioco e introduce la diffusione di materiale informativo sul rischio del gioco patologico anche nelle sale scommesse.


Umbria, terra di… scommettitori

Modifiche normative che del resto sono giustificate dai numeri dell’Osservatorio regionale sulle ludopatie. Sono infatti circa 10.000 gli umbri con un profilo di gioco problematico, che dovrebbero essere raggiunti da iniziative di prevenzione o servizi di trattamento. Tra i più giovani, sono circa 1.300 gli ipotetici studenti umbri con un profilo di gioco problematico e circa 1.500 quelli ad elevato rischio. Inoltre, nel 2015 sono stati in carico ai servizi regionali 357 umbri dipendenti da gioco d’azzardo, soprattutto maschi e con più di 45 anni.

Impressionanti anche i numeri del giro d’affari: nel 2015 gli umbri hanno “investito” nei giochi autorizzati dai Monopoli 1.029 milioni di euro (raccolta lorda), un importo sostanzialmente stabile rispetto ai dati del 2013 e del 2014. Tolte da questa somma le vincite, risulta al netto una spesa di circa 235 milioni di euro, anche questa sostanzialmente stabile rispetto ai dati del 2013 (231 milioni di euro) e del 2014 (233 milioni di euro).


La petizione

Sono quasi mille le firme consegnate al sindaco Romizi contro l’apertura della sala scommesse a Porta Pesa. “Lo scorso weekend, in sordina e sottotono – spiegano dal Pd Sarah Bistocchi e Tommaso Bori – , ha aperto i battenti a Porta Pesa la sala scommesse, quella a ridosso della scuola elementare Primo Ciabatti e vicino alla scuola media Ugo Foscolo e alla scuola materna Santa Croce: il quartiere, che tanto aveva battagliato per scongiurare questa nuova apertura, si è risvegliato con una amara sorpresa”. Centinaia di firme radunate in meno di un mese.

Porta Pesa, ha aperto la sala scommesse | Il quartiere perde la battaglia


La protesta continua

La petizione è stata consegnata al primo cittadino in apertura del consiglio comunale dai genitori degli istituti Foscolo e Montessori, da Libera Umbria contro le Mafie, i residenti di RiVivi Borgo Sant’Antonio Porta Pesa e Società di Mutuo Soccorso: genitori, residenti, commercianti, cittadini, associazioni, tutti uniti in una battaglia sentita e partecipata, che ha portato ad ottenere in poco tempo un sorprendente numero di adesioni, cartacee ed online.
La ludopatia è una delle dipendenze più pericolose – continuano i consiglieri dem – perché latenti e subdole, e sempre più diffusa soprattutto tra giovani e giovanissimi: le istituzioni, specie quelle più vicine ai cittadini, hanno il dovere di intervenire a tutela di tutti, ma soprattutto di chi sta facendo il suo percorso di formazione ed educazione. “L’auspicio – concludono Bori e Bistocchi – è che genitori, residenti e cittadini che si sono impegnati finora, seguitino a portare avanti questa battaglia di civiltà, socialità e legalità: per noi l’unica vera scommessa continuano ad essere gli alunni delle scuole e gli studenti universitari. Siamo tutti della partita, non tiriamoci indietro proprio ora“. La parola ora passa a palazzo dei Priori.

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