Popolare Spoleto, Vicenza si chiama fuori, in corsa Banco Desio e Clitumnus - Tuttoggi.info

Popolare Spoleto, Vicenza si chiama fuori, in corsa Banco Desio e Clitumnus

Redazione

Popolare Spoleto, Vicenza si chiama fuori, in corsa Banco Desio e Clitumnus

Mer, 04/12/2013 - 20:47

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Carlo Ceraso
La corsa alla scalata di Banca Popolare Spoleto si restringe a due soli concorrenti: la Popolare di Vicenza, a quanto può anticipare Tuttoggi.info, ha infatti deciso di desistere dall’acquisire il controllo di piazza Pianciani. L’istituto del presidente Gianni Zonin, che ieri aveva riunito il board per esaminare il carteggio della Spoleto, si sfila dunque dalla partita che – domani scadono i termini per la consegna a Lazard delle offerte – a questo punto vede due soli contendenti ai nastri di partenza: Banco Desio e Brianza e Clitumnus (la Srl umbro-laziale affidata al professor Francesco Carbonetti e che vede fra i principali azionisti Fondazione CariPerugia e Coop Centro Italia). Di cifre neanche a parlarne, anche se secondo gli analisti la valutazione per la Popolare umbra si attesterebbe fra i 130 e i 140 milioni, spicciolo più, spicciolo meno. Cifra che includerebbe il riacquisto di titoli obbligazionari per 45 milioni di euro. Dunque, almeno in teoria, già dalla prossima settimana palazzo Koch potrà cominciare a studiare le offerte e i piani industriali delle due concorrenti: una decisione è attesa per l’inizio del prossimo anno.

L’istituto dell’a.d. Tommaso Cartone, fra le più importanti banche italiane, ha già fatto sapere che l’operazione non comporterà particolari problemi finanziari tanto da escludere “ogni ipotesi di aumento di capitale”. Di più Banco Desio non ha fatto sapere, specie circa la ‘strategia’ che intende attuare nei confronti della controllante Spoleto Credito e Servizi e dei suoi 18mila soci che rischiano di rimanere con un pugno di mosche dopo gli scandali che lo scorso febbraio hanno convinto la Vigilanza a commissariare Bps e Scs e porre così fine all’era Antonini.
Chi si è sbilanciata di più è senza dubbio Clitumnus che nel proprio piano prevede il mantenimento di una quota al 25% per Scs con possibilità di esprimere un rappresentante nel board che sarà di 9 membri (uno spetterà anche a Monte Paschi Siena che ridurrebbe la propria partecipazione dall’attuale 26% al 10%).
Sarà Bankitalia a dire comunque l’ultima, ma su questo aspetto non si possono azzardare previsioni. Almeno sulla carta, e magari nell’ottica di ‘snellire’ il sistema bancario italiano, l’istituto lombardo sembra avere maggiori chance. Anche se la Vigilanza non potrà non tenere conto di alcune recenti vicende come la salatissima multa di 360mila euro inflitta al board del presidente Gavazzi e all’ex ad Nereo Dacci (sostituito da Cartone) o l’intervento della Finma svizzera che nel 2012 pretese dal Desio la “liquidazione volontaria” della controllata “Credito Privato Commerciale” operante a Lugano e la radiazione dei consiglieri di quest’ultima dall’albo elvetico. Per non parlare,
sempre a leggere le recenti cronache, dell’intervento del gruppo Movimento 5 stelle in Senato che lo scorso giugno ha chiesto l’istituzione di una Commissione parlamentare d’inchiesta (per questioni legate al passato) per “accertare le cause e le eventuali responsabilità civili, penali e politiche sugli scandali del Banco di Desio e della Brianza e le società affiliate Banco Desio Lazio e Brianfind Lux”.
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