I cadaveri di Yuri Nardi, poliziotto di 41 anni e di sua moglie Laura Arcaleni di 40 anni sono stati trovati nella serata di venerdì 6 marzo, poco dopo le 20 nel garage di un’abitazione a Uppiano, frazione di Città di Castello, in provincia di Perugia. Gli inquirenti arrivati nei primissimo momenti ritengono che l’uomo abbia ucciso la moglie per poi suicidarsi. Sul posto è arrivato anche il pm titolare delle indagini Manuela Comodi che coordina le indagini degli agenti di polizia di Città di Castello e quelli della scientifica che stanno procedendo a tutti i rilievi del caso.
L’arma usata per il delitto e per il successivo suicidio sarebbe un fucile a pompa di grosso calibro regolarmente detenuto dall’agente. I due corpi presenterebbero entrambi una ferita alla testa.
Sul posto sono arrivati gli agenti del commissariato tifernate, guidati dal vicequestore Marco Tangorra. Il poliziotto, prestava servizio alla squadra Volante di Città di Castello: ad uccidere lui e la moglie un colpo dello stesso fucile alla testa. La prima ipotesi è che possa trattarsi di un omicidio-suicidio.
Laura, secondo quanto si apprende era molto conosciuta nella zona in quanto gestiva una comunità per il recupero per minori (rpt per minori) con l’uomo che stasera ha dato l’allarme. A chiamare la polizia poco dopo le 20 sarebbe stato proprio il socio della donna che avrebbe notato delle luci provenire dalla rimessa e pensando che si trattasse di ladri sarebbe andato a controllare facendo la tremenda scoperta dei corpi a terra e già privi di vita. Sembrerebbe che tra i due coniugi da qualche tempo ci fossero dei problemi, ma che a nessuno, tantomeno ai colleghi, l’uomo avesse mai manifestato segni che lasciassero immaginare il compimento di un simile gesto. L’uomo questa mattina alle sette ha salutato i compagni di turno con cui aveva svolto il turno di notte, come tutte le altre volte.
Emerge che l’uomo per spiegare il suo estremo gesto abbia lasciato un biglietto con una sorta di addio. La donna era molto conosciuta nel centro umbro. Figlia del presidente della banda musicale locale aveva fatto a lungo volontariato con la Croce rossa. Poi il nuovo progetto di aprire a Uppiano una comunità per il recupero dei minori. “Era una donna brillante e molto impegnata” ha detto il sindaco Luciano Bacchetta. “Ci avevo parlato da poco – ha aggiunto – proprio del bel progetto della comunità. Stava facendo veramente una bella cosa”.
Lastampa.it riporta anche una dichiarazione del Questore Carmelo Gugliotta: “Quanto successo è un fatto doloroso che rattrista la polizia di Stato e la comunità di Città di Castello”, le poche parole del questore Carmelo Gugliotta, “Forniremo la più ampia collaborazione alla magistratura per fare chiarezza”.
(Foto e notizie sul posto, Davide Baccarini)
Un precedente a pochi chilometri di distanza
Una tragedia del tutto simile due anni fa. A San Giustino, non lontano da Uppiano, ancora si ricordano di quanto successo la sera di un freddo ottobre di due anni fa. Una giovane uccisa dall’ex amante.AlexandraBuffetti, questoil suo nome, 26 anni, fu trovatamortanella sua abitazione.Accanto al suo corpo quello dell’ex fidanzato, Christian Rigucci, di 28 anni, poi morto in ospedale. Questo tragico omicidio-suicidio si consumò intorno all’una di notte quando il ragazzo aveva prima sparato alla fidanzata per poi uccidersi. Dopo la tragedia fu trovata una lettera di scuse in cui Christian diceva alla mamma «Scusa se sono stato un cattivo figlio. Se non posso avere Alexandra la porto via con me».
Omicidio a San Giustino, 28enne uccide la ex, poi si spara / Indagano i Carabinieri
Un’altra donna massacrata a poche ore dalla festa dell’8 marzo, come Ofelia
L’8 marzo del 2014, quasi esattamente un anno fa, un’altra donna è stata uccisa in Umbria da un uomo che temeva che il loro rapporto finisse. Si chiamava Ofelia Bontoiu, aveva appena 28 anni. E’ morta sgozzata per mano dell’uomo che diceva di amarla. Danut (detto Daniel) Darbu anche lui 28enne, voleva portarla via con sé in Inghilterra, dove da qualche tempo si era trasferito e lavorava. Forse è stato questo il movente della tragedia avvenuta a Gualdo Tadino. L’uomo dopo l’omicidio e il messaggio alla sorella (si parlò addirittura di un video agghiacciante che avrebbe girato con il telefonino) ha rivolto verso di sé lo stesso coltello.
IL 2014 RACCONTATO DALLA CRONACA / LA TIMELINE DEI PRINCIPALI PROCESSI
MANI ARMATE DALL’ODIO: I DELITTI CHE HANNO MACCHIATO DI SANGUE L’UMBRIA NEL 2013
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